Sistema Salerno. Chiarezza e non ammuina.

 

Salvatore Memoli (avvocato  – giornalista)

Avv. Salvatore Memoli

Solo chi ha attraversato le “forche caudine” di un’inchiesta giudiziaria può capire chi le sta attraversando. Il clamore dell’inchiesta, denominata Sistema Salerno, é tale da stravolgere i fatti attenzionati e non consente di delimitare i coinvolgimenti, le responsabilità individuali, le estraneità ed anche le innocenze degli indagati. Le inchieste sono roboanti quando investono personaggi importanti, quando poi gli indagati sono politici ed imprenditori, tutto viene offuscato da un diffuso sentimento colpevolista che naturalmente condiziona il giudizio delle persone. Solo il tempo e le fasi processuali possono garantire una lettura ampia dei fatti contestati e delle effettive responsabilità degli indagati. Abbiamo assistito tante volte ad incriminazioni, arresti, limitazioni di libertà che si sono conclusi con clamorose assoluzioni oppure con proscioglimenti. I fatti, identificati come Sistema Salerno, possono portare ad un chiarimento di modus operandi politico-amministrativo del Comune di Salerno che necessitava di una revisione. Da quello che abbiamo appreso il maggior incriminato Fiorenzo Zoccola sembra invece destinato ad avere un ruolo marginale, collocato in un ambito processuale più modesto, anche perché le accuse per gli  indagati, sembrano discendere più da un’attività investigativa poderosa che da dichiarazioni. Zoccola non é un pentito, non é un delatore, non é un voltafaccia, questa la realtà! Zoccola che nella vicenda delle Cooperative non é un Presidente di una Cooperativa affidataria di appalti, ha un ruolo di Consulente, con il Consorzio, delle Cooperative. In questa veste ha avuto un ruolo, con le sue competenze, di sostegno delle Cooperative e non di “inquinamento” delle procedure e delle aggiudicazioni. Il punto fermo di Fiorenzo Zoccola é la continuità storica delle Cooperative, un’attività che egli faceva da quando aveva i “pantaloni corti”, al seguito del padre che aveva un ruolo di gestione dei servizi comunali ben oltre le Giunte di Giordano e di De Luca! Le Cooperative di Zoccola padre erano imprese, guidate con sacrifici e con lavoro vero. Fu il Comune a chiedere alle Cooperative una diversa impostazione organizzativa e societaria, questo é importante! Il difetto di chi era a capo di una cooperativa é stato semmai quello di aderire alle richieste dell’Amministrazione Comunale e non d’imporre le proprie scelte al Comune! Spero si approfondisca questo aspetto relazionale. Chi ha seguito la storia del movimento delle Cooperative nel Salernitano, può dire quanti meriti abbiano, quanto la loro importanza abbia inciso nella realtà sociale ed economica del Sud e di Salerno. Se le Cooperative hanno una responsabilità in questa vicenda giudiziaria é giusto che tutto venga conosciuto e definito, ma un’inchiesta, per quanto giusta, deve essere legittima,  da essa é chiaro che non ci si attende la demolizione delle imprese cooperative, dei loro meriti, delle loro capacità di dare risposte in un’economia capitalistica che esclude i deboli. I miei timori non sono riferiti alle indagini che sempre sono un’occasione per conoscere la verità. Ho paura che nella confusione generale escano ridimensionate le Cooperative, come imprese sociali, punto di forza dell’economia e della produttività del territorio.
Fiorenzo Zoccola non é responsabile di quello che le indagini vogliono portare alla luce. Lo stesso non risulta nel management delle Cooperative che hanno rapporti col Comune di Salerno. La politica semmai é responsabile di non essere all’altezza della gestione dei territori e delle organizzazioni che partecipano alla vita amministrativa, con l’aggiudica dei servizi. É responsabile di condizionamenti che indeboliscono ulteriormente chi ha già un ruolo debole nella contrattazione. Fiorenzo Zoccola non chiedeva strade privilegiate! Ed in ogni caso non ne aveva un vantaggio personale. Fiorenzo Zoccola chiedeva, come procedura, le gare di appalto e se si é ritrovato a suggerire all’Amministrazione Comunale degli interventi migliorativi della Città, il tutto rientrava nelle esigenze di programmazioni dei lavori pubblici, un diritto o interesse che qualsiasi cittadino può suggerire al suo Comune;  questo non é un demerito oppure qualcosa da ritenersi non legittimo e comunque, quello di Zoccola, non é un intervento a gamba tesa, anche perché i suoi suggerimenti non sono stati raccolti. In tempi di indagine, non sembra vero, anche per certa informazione, premere il piede sull’acceleratore dell’accusa, quando sarebbe giusto leggere i fatti anche dalla parte degli accusati!
Come per la vicenda della Casa di Riposo Villa Maria, dove Fiorenzo Zoccola é totalmente estraneo. In quella gestione, regolarmente aggiudicata da una duplice gara di appalto del Comune di Battipaglia, la Cooperativa presente non fa capo a Fiorenzo Zoccola e il ruolo della stessa é stato quello di partecipare alla gara con avvalimento insieme alla don Uva, realtà che vanta molte competenze ed esperienze, nel settore dell’Assistenza degli Anziani. Le due imprese successivamente hanno avuto dei contrasti, sfociati in un contenzioso che ora é in causa civile. Tutto é documentato e tracciato!
Perché tirare in ballo Fiorenzo Zoccola? Che c’entra? Dall’inaugurazione della Villa Maria, Casa di Riposo di Battipaglia, la gestione é stata esclusivamente della famiglia Basentini. Perché trascinare nella polemica scandalistica chi é fuori dalla vicenda e la cooperativa che da oltre tre anni non gestisce quell’opera sociale? Questa é “ammuina” e non fare luce sulla verità. Il Sistema Salerno é tutto e niente. Spero non sia soltanto un polpettone avvelenato, un gioco inutile al massacro!

 

 

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