IL 21 NOVEMBRE 1997, 24 ANNI FA LA TRAGEDIA DELL’ELISOCCORSO DI POLLA CHE SCONVOLSE L’INTERO CILENTO E VALLO DI DIANO, CON 4 VITTIME. IL TRISTE RICORDO DI ALCUNI AMICI.

 

dr.Michele D’Alessio (giornalista-agronomo)

Era il 21 novembre del 1997, 24 anni fa la tragedia che segnò tutto il Cilento e il Vallo di Diano. Erano, circa le ore 13.50, una eliambulanza decollava dall’ ospedale ‘Luigi Curto” di Polla per raggiungere l’ospedale di Vallo della Lucania. L’Elisoccorso, trasportava il paziente Vincenzo Petrocelli, 69 anni di Sala Consilina, padre di 11 figli, in coma da alcuni presso il nosocomio valdianese e trasferito al San Luca, per un intervento chirurgico. Sull’eliambulanza, unitamente al pilota salernitano Alessandro Pratese, l’equipe medica formata dal medico Silvana De Vita anestesista di 44 anni di Novi Velia e l’infermiere Antonio De Marco, 45 anni di Massa di Vallo. Visto la breve distanza tra le due località, sarebbero serviti pochi minuti di volo per rientrare all’Ospedale di Vallo della Lucania, ma probabilmente un banco di nebbia fece perdere il controllo al pilota. Ricordo, perfettamente che quel giorno, il Vallo di Diano era particolarmente nebbioso, come ricordano, anche alcuni testimoni diretti, come l’allora comandante dei carabinieri Mar. Giovanni Alberto “….Ne so qualcosa in quanto impegnato con altri colleghi nella ricerca dell’elicottero protrattesi per l’intera notte tra i monti. Nonostante l’impegno profuso da ingente spiegamento di forze tra noi Carabinieri, la Forestale e molti volontari, nella notte non venne localizzato. Venne trovato il giorno successivo, tra i monti in una zona non tanto accessibile, tra Corleto Monforte e Sacco. Fu una immane tragedia….”. A conferma della grande tragedia, il flashback di allora, del Caposquadra dei Vigili del Fuoco di Sala Consilina il dottor. Alessandro Morello “….Ricordo bene quei momenti in quanto impegnato dalle prime ricerche e per finire con il recupero della carcassa dell’elicottero. Nel punto del ritrovamento fu messa, da parte del comune di Corleto Monforte, una stele a memoria di quella tragedia….”. Non meno dolorosi sono i ricordi del personale Sanitario di Polla come quello del medico neurologo, dottor Pietro Greco “…Un dolore che porto sempre dentro, perché ero di turno il pomeriggio e arrivavano telefonate per sapere qualcosa, ma era tutto incerto anche se il sentore della tragedia si faceva largo. Conoscevo bene il nostro paziente,il signor Petrocelli, persona dolce, rispettosa, mai a lamentarsi e avevo visto la mia collega anestesista qualche volta, bella dottoressa, moglie e mamma. Il mio pensiero di medico e di uomo va spesso a loro, a quel giorno 21 novembre 1997. Oggi c’è il sole e l’azzurro e che ci sia sempre calore in loro e nelle loro famiglie…”

Nel responsabile della sicurezza dell’Ospedale di Polla, il dottor Vitantonio Capozzi, è ancora molto vitale quel maledetto giorno del 21 novembre, che afferma “…. Le condizioni meteorologiche sul Cilento sono pessime. Alessandro Pratesi (34 anni di Prato) il pilota dell’eliambulanza in servizio presso l’ospedale di Vallo della Lucania giunge a Polla alle ore 13,20. L’equipaggio cerca di ridurre al minimo il tempo di permanenza proprio per poter ripartire il più presto possibile. Alle ore 13,45 l’Infermiere Antonio De Marco (45 anni di Vallo della Lucania, 4 figli) e il medico anestesista Silvana De Vita (44 anni di Novi Velia, madre di due figli) imbarcano sull’elicottero Vincenzo Petrocelli, un uomo di 69 anni di Sala Consilina, che era ricoverato presso l’ospedale di Polla, in gravi condizioni di salute. Alle 13,55 l’Ecureuil s’imbatte in nuvole temporalesche che si erano ulteriormente abbassate. Quindi, inverte la rotta e tira diritto verso l’autostrada, ma, prossimo a Petina, invece, torna indietro, immettendosi tra i monti, attraversando un canalone a fondo cieco. Allora Pratesi cerca di riprendere quota per poter scavalcare il crinale che chiude questo canalone. A metà canalone il pilota, che ha iniziato una salita ripida, fa il tentativo di superare il passo per portarsi sopra l’abitato di S.Angelo a Fasanella. Ma nella zona denominata Casina d’Aresta, ubicata nel territorio di Polla a ridosso del confine con Corleto Monforte, l’elicottero si trova nel grigiore della foschia. Il pilota, temendo di impattare il costone montagnoso a destra, esegue una brutta virata a sinistra per invertire la rotta. La virata è brusca. La coda dell’elicottero si stacca colpendo inevitabilmente gli alberi. La cabina, invece, va a schiantarsi contro la parete e si disintegra. Per il tremendo impatto il carburante residuo prende fuoco. Cadono a terra soltanto brandelli infuocati e tutto si conclude in pochi secondi. Scattano immediatamente le ricerche, ostacolate dai temporali che imperversano nella zona. Oltre 200 uomini scandagliano i sentieri, s’arrampicano lungo i dirupi, ma più spesso sono costretti ad arrendersi perché è impossibile spingersi oltre in quel labirinto mortale di erte e strapiombi. Quattro anni fa, proprio in questi boschi, scomparve una ragazza. Ne ritrovarono i resti alcuni mesi dopo. “Perdersi qui è facilissimo”, confessa uno dei militari impegnati nelle battute. Anche per questo, forse, ci son volute ventiquattr’ore per individuare il luogo in cui era caduto il velivolo e l’intero pomeriggio per recuperare le salme dal groviglio di lamiere. Infatti i resti dell’eliambulanza verranno rintracciati solo nel pomeriggio del giorno dopo da un elicottero della Polizia di Stato. Non a caso, i vigili del fuoco si son dovuti calare con le funi per raggiungere l’eliambulanza e riportare in cima i quattro corpi senza vita. Nel frattempo è toccato al sindaco di Vallo della Lucania, Antonio Sansone, comunicare la terribile notizia ai familiari delle vittime, radunati nell’ospedale in cui lavoravano Silvana De Vita e Antonio De Marco. Inutile stare a raccontare il mesto corollario di lacrime e ricordi che scandisce ogni tragedia. Sul quotidiano “Corriere della Sera” venne riportato il commento che fece Francesco Maioli, viceprefetto ispettore di Potenza ed ex Amministratore straordinario della Usl/57 di Polla: “Fu una follia realizzare il reparto di neurochirurgia sulle montagne di Vallo, in un posto dove è difficile arrivare perfino in auto. Ma ad imporre la scelta fu un ex parlamentare dei paraggi”. Oggi, come alcuni anni fa, il problema viene alla ribalta e stancamente rimesso nell’alveo di un dibattito politico…”

Una tragedia immensa. Un ricordo insopportabile che per i familiari e per il Cilento e Vallo di Diano si ripete ogni anno.

 

 

 

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