Il Governo ha approvato il disegno di legge sulle misure per il contrasto alla violenza sulle donne che inasprisce le pene e introduce il braccialetto elettronico anche senza il consenso dell’indagato.

 

dr. Pietro Cusati (giurista-giornalista)

Roma, 4 dicembre 2021. Si è svolta ieri la conferenza stampa di presentazione del provvedimento di prevenzione e contrasto al fenomeno della violenza nei confronti delle donne e della violenza domestica approvato  in Consiglio dei Ministri. Alla presenza del Presidente del Consiglio Draghi, sono intervenute le Ministre Elena Bonetti (Pari opportunità e famiglia), Luciana Lamorgese (Interno), Marta Cartabia (Giustizia), Mariastella Gelmini (Affari regionali ed Autoonomie), Maria Rosaria Carfagna (Sud e Coesione territoriale), Fabiana Dadone (Politiche giovanili) e Erika Stefani (Disabilità) e in video collegamento la Ministra Messa (Università e Ricerca). Il disegno di legge si compone di 11 articoli e persegue un duplice obiettivo, quello di rafforzare sia gli strumenti di prevenzione sia quelli di protezione delle donne. Il testo interviene con modifiche al Codice penale, al Codice di procedura penale, al Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione (decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159) e ad alcune leggi speciali.  Ogni Ministero, secondo competenza, è trasversalmente incaricato di promuovere azioni e strumenti per consolidare una cultura di rispetto e di tutela del ruolo femminile, all’interno delle mura domestiche così come al lavoro e nella società. Le principali novità del disegno di legge approvato dal Governo sono:  l’arresto non più solo in flagranza di reato, la procedibilità d’ufficio per i reati di violenza in ambito familiare, il braccialetto elettronico anche senza il consenso dell’indagato e il reddito di libertà a sostegno delle donne che  non  denunciano perché economicamente  dipendono dal  coniuge. Le nuove norme  consentiranno di tenere lontano dalle donne le persone  ‘’violenti ‘’ . Viene ampliata la possibilità di arresto, non  solo in flagranza di reato ma  anche in caso di violazione degli obblighi di allontanamento della casa familiare e di divieto di avvicinamento. La norma  prevede anche il  braccialetto elettronico per  controllare l’uomo ‘’violento’’  accusato di reati da codice rosso ma in stato di libertà. Con le nuove norme l’indagato nel caso non accettasse il braccialetto elettronico andrà incontro a misure cautelari  come gli arresti domiciliari o il carcere. Non ci sarà più bisogno della denuncia per intervenire in caso di maltrattamenti in ambito familiare. Se l’autore della violenza è recidivo o anche solo se è già stato ammonito per reati del genere si potrà procedere d’ufficio. Spesso le vittime non denunciano per mancanza di indipendenza economica. Le nuove misure prevedono un reddito di sostegno per le donne vittime di violenza: il reddito cosiddetto  di libertà, 400 euro per 12 mesi. Una misura triennale per la quale il governo ha previsto uno stanziamento di 30 milioni di euro. Il provvedimento contiene una pluralità di misure che inaspriscono le pene per i reati di violenza contro le donne, tutelano maggiormente la condizione di vulnerabilità della vittima e considerano in modo più rigoroso gli specifici rischi di reiterazione e multilesività. Una particolare attenzione è rivolta ai contesti familiari e di convivenza. Inoltre  vi è la possibilità di applicare il fermo di fronte a forti indizi di reati che possono costituire un pericolo per le donne. Altre misure sono rafforzate, come quelle relative all’ammonimento del questore, e sono inaspriti quei reati, come la violenza privata grave o aggravata, che siano compiuti in presenza di minori. Più rigorosi anche i percorsi di recupero, nei casi di sospensione condizionale della pena, e più stringente l’obbligo di utilizzo del braccialetto elettronico. Il disegno di legge introduce anche una provvisionale per gli orfani di femminicidio, che sarà erogata sin dalla fase di indagini preliminari, e non più al termine del processo.

 

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