Anna Vernieri: una vita vissuta e donata alla famiglia

 

Aldo Bianchini

Sig.ra Anna Vernieri

SALERNO – E’ andata via in silenzio, Anna Vernieri in Pappalardo; è andata via come aveva sempre vissuto i suoi 80 anni e passa, con l’amore della famiglia, la disperazione dell’addio definitivo e con la grande umiltà che aveva caratterizzato tutta la sua vita.

Era un simbolo “Anna” di un intero quartiere, quello di Torrione dove fin da ragazza era cresciuta e si era mossa con sobrietà e signorilità; aveva sposato con amore (di quelli che c’erano soltanto una volta) il suo adorato Michele Pappalardo che ha guidato e sostenuto fino all’ultimo minuto, fino all’ultimo respiro.

Era circondata dall’affetto del marito e dei suoi tre splendidi figli “Enrico, Gaetano e Giuliana”, per questo in quel triste giorno dello scorso 1° dicembre ha esalato forse anche con meno tristezza il suo ultimo respiro.

Attoniti marito, figli e nipoti di fronte all’estremo saluto, e nella notte buia del dolore aspettano fiduciosi il suo ritorno con l’alba.

Difatti impossibile il solo pensare che “Anna” non ci sia più o che non possa ritornare anche se solo per un miracolo, ed oggi nella ricorrenza del suo trigesimo, perché c’è un intero quartiere che la cerca con lo sguardo per salutarla e semmai scambiare qualche battuta sulle cose del giorno d’oggi. Per decenni è stata la regina del mondo dell’informazione salernitana, non quella scritta ma quella venduta (che conta di più) attraverso la storica edicola situata fin dagli anni ’50 nel pieno centro di Torrione, di fronte alla Farmacia Grimaldi ed all’incrocio tra Via Torrione, Via Orofino, Via Posidonia e Via De Leo.

Dalle quattro del mattino, di ogni mattino, era sempre lì all’interno dell’edicola rotonda e già (spalleggiata da Michele il consorte) pronta a dispensare consigli a tutti e non solo sui giornali, sulle riviste o sui di libri da acquistare; per me non sentire più il rumore delle piccole saracinesche dell’edicola che si aprivano è stato davvero un momento doloroso, quasi come se quell’assenza ti privasse di qualche pezzo della tua vita. Negli ultimi anni li ho incontrati spesso, si fermavano entrambi in macchina davanti al Bar Luna per guardare insieme verso quel marciapiede che è rimasto vuoto e che niente potrà riempire per il ricordo di “Anna la giornalaia”.

Poi li ho incontrati o visti sempre più raramente fino a quando nella prima mattinata del 2 dicembre il comune amico Giuseppe Ientile non mi ha avvertito che Anna era scomparsa da qualche ora; la vedo, come in sogno, tra le nuvole del Paradiso intenta a distribuire consigli e informazione stampata, non ha problemi, conosce tutti anche lì; anche se molto spesso si distrae per lanciare uno sguardo giù dalle nuvole sulla terra e proteggere i suoi cari e i suoi adorati nipoti; ma, perché no, anche per guardare verso il punto in cui a Torrione c’era la sua edicola.

Riposa in pace Anna, ci manchi e ci mancherai tantissimo.

 

 

 

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