Don COMINCIO: il sacerdote che, sicuramente, non sussurrava a Dio !!

 

Aldo Bianchini

Mons. don Comincio Lanzara

SALERNO – Il grande sacerdote Don Comincio Lanzara con la sua vita, le sue virtù, i suoi errori, le sue straordinarie strategie politico-sociali-religiose, il suo lungo ed emblematico silenzio prima della morte, sono la dimostrazione più plastica di come questa città, la nostra città, dimentica facilmente anche i personaggi che l’hanno segnata profondamente nel bene come nel male.

Sono passati appena sei mesi dalla morte di Don Comincio (avvenuta all’alba dell’8 luglio 2021 nella sua casa salernitana di Piazza Abate Conforti) e tutti, soprattutto il clero, sembrano già lontanissimi an he dal più pallido ricordo.

Il noto ed autorevole giornalista Antonio Manzo nei giorni successivi all’8 luglio scrisse: “Ha sussurrato a Dio e parlato, con voce piana, agli uomini del suo tempo”; a mio avviso Don Comincio, per come l’ho conosciuto e frequentato, non ha mai parlato a Dio ma con Dio sicuramente ha avuto un’interlocuzione, non dico alla pari, di grande equilibrio intimo e spirituale; anche perché “il sacerdote” di Salerno (così qualcuno lo ha definito !!) amava confrontarsi anche con il Padre Eterno per misurare l’ampiezza e la potenza del suo potere. Altra cosa sicura è che con gli uomini del suo tempo (molti dei quali ancora viventi) ha certamente parlato piano, ma più per non farsi sentire che per una sorta di rispetto verso i suoi interlocutori.

Ma Don Comincio aveva un pregio che, forse, nessuno più ha nella curia salernitana (Arcivescovo compreso); Don Comincio analizzava in pochi secondi chi aveva di fronte, quasi come se lo scannerizzasse, e capiva fino a che punto poteva esercitare il suo potere senza lasciare nell’altro segni di indignazione o di recriminazioni verso i suoi consigli che erano, in pratica, ordini severissimi e non contestabili.

Dopo sei mesi, oggi sembra che tutti quelli che all’indomani della sua morta tirarono un sospiro di sollievo si siano rilassati per lo scampato pericolo; insomma Don Comincio era un po’ come “il De Luca della politica”, solo che il religioso faceva tutto quello che faceva (moltissimo nel bene) nel contesto dell’ambito religioso che spesso, e per molti versi, è ancora più complicato e perverso di quello politico. Ora sono tutti sereni, Don Comincio non c’è più ed ha portato con se tutti i segreti della Curia che, stante a quelli a me raccontati (e consegnati addirittura con due dossier), sono davvero devastanti.

Insomma, come ho già scritto, Don Comincio Lanzara ha semplicemente amministrato con grandissima abilità e perspicacia l’immenso potere temporale della Chiesa salernitana ed il suo ramificato ed amplissimo patrimonio immobiliare, riuscendo ad elevarsi a punto di riferimento imprescindibile sia per gli Arcivescovi che per tutti i sacerdoti dell’enorme diocesi.

Non a caso e non per caso è stato il fedelissimo segretario particolare di ben quattro arcivescovi (Moscato, Pollio, Grimaldi e Pierro) prima che un incauto Mons. Luigi Moretti, spin to da quei poteri curiali che avevano vinto la battaglia contro Mons. Pierro e preso il sopravvento nella chiesa salernitana, non incominciasse a metterlo ai margini dell’ufficialità relegandolo in ruoli sempre meno importanti e penalizzanti per “il sacerdote di Salerno” che aveva dominato la scena per oltre quarant’anni.

Per me, e in me, rimane indelebile lo splendido rapporto che almeno negli ultimi 15 anni, prima della sua morte, ho avuto il piacere di intrattenere con uno degli uomini più potenti di Salerno e che sicuramente è stato il sacerdote più potente almeno degli ultimi sessant’anni.

Adesso riposa in pace e, forse, davvero potrà sussurrare a Dio perché anche lassù nei cieli il Signore ha bisogno di sussurri e di suggerimenti umani.

 

 

 

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