A 59 anni è morta la giornalista e scrittrice Silvia Tortora , moglie di Philippe Leroy,figlia del grande conduttore televisivo di Portobello.

da Pietro Cusati

 

 

 

 

 

 

 

Roma ,10 gennaio 2022. Una vita fatta di battaglie per la giustizia-giusta, il garantismo, un padre morto per la malagiustizia. Con Silvia Tortora se ne va una bravissima giornalista, un’ottima scrittrice, una testimone  di una fase storica difficile come fu quella della condanna di  Enzo Tortora e la sua morte. Per il Governatore Zaia  la giornalista  Silvia Tortora rappresenta non solo quella di un’ottima professionista, ma «di una donna di cultura a tutto tondo. Mancherà a tutti coloro che apprezzano la serietà, la professionalità, e l’umanità che ha caratterizzato una vita stroncata troppo presto».  Era una donna davvero unica, estremamente intelligente, spiritosa, simpatica. Era una grande creativa e una grande autrice televisivo,la ricorda così  la conduttrice di “ReStart” Annalisa Bruchi, «Adesso la voglio ricordare con le nostre risate, abbiamo passato un periodo meraviglioso. Abbiamo realizzato insieme un bellissimo servizio sulla storia di ‘Portobello’ e del padre Enzo Tortora a ‘La storia siamo noi’, che si chiudeva con un’intervista di Giovanni Minoli proprio a Silvia. Un momento toccante che custodisco gelosamente».Un’ottima professionista secondo Giovanni Minoli , ideatrice  di programmi  come “Mixer” e “La storia siamo noi”,Big.Silvia ha descritto la morte del padre come un “sacrificio”, in quanto «Enzo è stato prelevato dalla sua vita senza che venisse aperta una Commissione d’inchiesta, senza che nessuno pagasse per quell’errore. A cosa è servito il suo sacrificio? La potenza del dolore e dell’ingiustizia ha provocato un solo effetto: la sua morte». Dopo aver collaborato con il settimanale Epoca, Silvia Tortora ha pubblicato anche diversi libri tra cui “Cara Silvia” (Marsilio 2002) che raccoglie tutte e lettere che il padre Enzo le scrisse dal carcere. Ha sposato l’attore francese Philippe Leroy, con cui ha avuto due figli Philippe e Michelle. Nata a Roma il 14 novembre del 1962, Silvia era nata dal secondo matrimonio di Tortora, con Miranda Fantacci. Nel 1999 aveva vinto il nastro d’argento al Festival di Taormina come “migliore soggetto cinematografico” con il film di Maurizio Zaccaro, “Un uomo perbene”.Dal 2009 ha condotto in tv “Big” con Annalisa Bruchi, realizzando una serie di puntata monografiche su grandi personaggi della cultura. Insieme alla sorella minore Gaia, è sempre stata in prima linea nella difesa delle ragioni del padre, nel corso del processo, che lo vide condannato  e poi assolto, ma anche dopo la morte. Suo il soggetto cinematografico del film Un uomo perbene, di Maurizio Zaccaro, dedicato alla figura del giornalista e conduttore, che le è valso nel 1999 il nastro d’argento al Festival di Taormina. Una vicenda quella del padre che ha vissuto con “dolore e grande amarezza”. “Dal mio punto non è cambiato nulla: sono 30 anni di amarezza e di disgusto – disse Silvia Tortora in occasione del 30° anniversario della morte del padre -. Mi aspettavo una riforma del sistema giudiziario, invece non è accaduto. I processi continuano all’infinito. Anzi in 30 anni c’è stata una esplosione numerica”. “Il mio cordoglio per la prematura scomparsa di Silvia Tortora”, ha scritto il presidente del Parlamento Ue David Sassoli. “Una vita spesa per il garantismo, per la memoria del padre Enzo, vittima di malagiustizia, per un Paese più maturo e più civile”. Maurizio Turco e Irene Testa, segretario e tesoriere del Partito Radicale, hanno voluto ricordare Silvia Tortora. “Il Partito Radicale, nel porgere le condoglianze alla famiglia, ai parenti ed amici, continua a mantenere viva la lotta per una giustizia giusta. Avevi ragione Silvia. Enzo era un uomo per bene e il Partito Radicale su questo non ha mai avuto dubbi, fin dai primi momenti dell’arresto. Avevi ragione, Silvia, anche quando sostenevi che dopo 30 anni la giustizia e il sacrificio di Enzo erano stati vani. Noi, ancora oggi, in nome di Enzo, proviamo a cambiare questa giustizia con il referendum. Per Enzo, per te, per milioni di cittadini vittime di un sistema feroce”.

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