il Quotidiano di Salerno

direttore: Aldo Bianchini

GIUSTIZIA: kramer contro kramer … vince la democrazia ?

 

Aldo Bianchini

Il palazzo di giustizia di Roma

SALERNO – Da tempo, da molto tempo, era nell’aria e negli ultimi tempi (per non dire nelle ultime ore) è arrivata la conferma: “L’esercizio normale e corretto del potere di autonomia e indipendenza è diventato un cancro inestirpabile che ha provocato lo sconquasso generale nell’ordine giudiziario di questo Paese”.

In questi ultimi giorni, poi, si sta registrano un’escalation del “kramer contro kramer” che non precedenti nella storia giudiziaria italiana; siamo arrivati addirittura al punto che il Consiglio di Stato (CdS) scardina i due eletti dal Consiglio Superiore della Magistratura (CSdM) per la Suprema Corte di Cassazione (SCdC), Pietro Curzio e Margherita Cassano, che nonostante la pesante bocciatura giunta non proprio a sorpresa dal CdS promettono di dare battaglia e di presentarsi ugualmente venerdì 21 gennaio per l’inaugurazione dell’anno giudiziario nell’ambito della cui manifestazione dovrebbe essere proprio Curzio a leggere la relazione sullo stato della giustizia in Italia, alla presenza del Capo dello Stato prof. Sergio Mattarella che assisterà, forse per l’ultima volta, alla recita penosa dei grandi ermellini.

Ma quale giustizia racconterà Curzio (se dovesse essere lui l’attore principale) nel vetusto e imponente Palazzo di Giustizia di Roma ?

Sicuramente racconterà di una giustizia palesemente e fortemente inquinata da Procure contro Tribunali, da Riesami contro la Cassazione, da Appelli contro le Procure Generali, da CSM contro il Consiglio di Stato, da Cassazione contro gli Appelli, da Tar contro tutti e contro se stesso; insomma un tourbillon senza precedenti che necessita assolutamente e velocemente di una riforma che non deve conoscere ostacoli o intralci di sorta. Tutti zitti e via alla riforma epocale che dovrà riportare i magistrati al ruolo voluto dalla Carta Costituzionale nell’esercizio corretto dell’autonomia e indipendenza che ogni magistrato deve avere senza cadere negli eccessi della bramosia del potere per il potere.

Il palazzo dei Marescialli

Qualche anno fa, molti lo hanno già dimenticato, ci fu il primo sciopero dei magistrati contro l’allora presidente del consiglio dei ministri Silvio Berlusconi che annunciava la tanto attesa riforma della giustizia; tutti in coro ed appassionatamente i magistrati di tutti i distretti giudiziari all’apertura dell’anno giudiziario sfilarono in segno di sfida con la copia della Carta Costituzionale sotto il braccio; la riforma, manco a dirlo, non fu varata perché si sosteneva da più parti intaccava l’autonomia e l’indipendenza della magistratura in un clima pesante con puzza di ritorno alla dittatura di un solo uomo al comando.

Mi auguro, e spero se lo augurino in tanti, venerdì mattina 21 gennaio la stragrande maggioranza dei magistrati che non amano il potere per il potere tornino a sfilare con la Carta Costituzionale sotto il braccio per ricordare ai magistrati di potere che anche loro devono rispettare la Costituzione e con essa i ruoli che assegna ad ogni “servitore dello Stato”.

Per il momento i tre palazzi più ingombranti della giustizia italiana sono schierati l’uno contro l’altro.

 

 

 

1 Commento

  1. Il Consiglio di Stato ,sezione V,con sentenza del 14 gennaio 2022,n.268,ha annullata la nomina del Presidente della Corte di Cassazione: ‘’ E’ illegittima la nomina del Presidente della Corte di cassazione per carenza di motivazione, particolarmente necessaria a fronte, rispetto all’altro candidato, di una minore anzianità all’interno della Cassazione , venticinque anni contro cinque , e di un numero minore di sentenze depositate, ferma restando l’ulteriore attività valutativa del Csm, tenendo conto degli specifici motivi che hanno determinato l’annullamento, restando pertanto piena ed esclusiva la discrezionalità delle valutazioni di merito sulla prevalenza di un candidato rispetto agli altri .Il principio generale , già affermato dalla giurisprudenza del Consiglio di Stato, che l’annullamento degli atti non esautora il Consiglio Superiore della Magistratura dall’esercizio delle funzioni attribuite dalla Costituzione e dalla legge, in particolare di conferire gli incarichi direttivi degli uffici giudiziari, comportando invece l’obbligo di riprovvedere, tenendo conto degli specifici motivi che hanno determinato l’annullamento, restando pertanto piena ed esclusiva la discrezionalità delle valutazioni di merito sulla prevalenza di un candidato rispetto agli altri’’.

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