il Quotidiano di Salerno

direttore: Aldo Bianchini

Romanzo Quirinale (3): il “Letta family” e il PSI di Maraio

 

Aldo Bianchini

Gianni Letta con il nipote Enrico; il primo fedelissimo di Berlusconi, il secondo lontanissimo da Berlusconi: due uomini soltanto apparentemente contro.

SALERNO – Prima di iniziare è conveniente chiarire subito che tra la “Letta family” e il “PSI di Maraio” non c’è assolutamente alcun nesso, neppure di natura politica; c’è soltanto l’esigenza giornalistica di racchiudere in poche righe due posizioni che potrebbero divenire determinanti per l’imminente elezione del Capo dello Stato.

Quella della “Letta family” mi sembra, al momento in cui scrivo, la soluzione più rapida e credibile della fase di stallo in cui il Paese è precipitato quando ha scoperto che per il Quirinale occorre una “una figura di alto profilo istituzionale con ampio consenso e di unità e coesione nazionale”.

Roba da non credere e da far ridere anche i polli; i politici declamano questa considerazione come se per 80 anni e passa il popolo italiano fosse vissuto tra le nuvole; ecco perchè da varie parti del Mondo ci guardano con occhi allucinati. Ma così è, e bisogna farsene una ragione.

E veniamo ai fatti di oggi; manca l’ufficialità ma se il Cavaliere (che rimane l’ago della bilancia checchè ne possano pensare i suoi numerosi detrattori) fa l’ormai inevitabile passo e indietro e lancia super Mario Draghi (con a capo della segreteria generale il suo unico uomo di fiducia “Gianni Letta”) i giochi potrebbero essere considerati fatti e si potrebbe anche sperare in una elezione addirittura alla prima votazione. In questo modo tutti, o quasi, sarebbero accontentati: alla Lega ritornerebbe anche il Viminale di Salvini, il Pd avrebbe il suo presidente e il “Letta family” ritornerebbe (dopo i fasti di zio e nipote) ad avere un peso determinante nella vita e nella gestione dei futuri governi del Paese, il Mov 5/S rimarrebbe nel mazzo di carte con un peso specifico più o meno uguale a quello di oggi, a LeU rimarrebbe la sanità e qualcosina d’altro e forse la Meloni potrebbe strizzare l’occhio verso il nuovo esecutivo. E tutti, felici e contenti, verso le inevitabili elezioni politiche del 2023.

Il segretario nazionale del PSI, Enzo Maraio, dinanzi alla porta dello studio "alla vetrata" del Quirinale subito dopo le consultazioni per la composizione del primo governo Draghi.

E il Partito Slocialista ? Beh !!, questa è tutta un’altra storia; ed ha fatto benissimo il segretario nazionale del partito avv. Enzo Maraio (salernitano doc) a ricordarlo a tutti; difatti nel contesto di una dichiarazione autoctona (leggasi Il Mattino del 21 gennaio) il segretario è sicuramente andato oltre l’elezione del presidente e da buon socialista ha allargato il suo orizzonte anche ai futuri rapporti che potrebbero rinsaldarsi o deteriorarsi nell’ambito dell’arcipelago del centro sinistra, in cui il PSI di Maraio intende giocare un ruolo estremamente decisivo di mediazione e di concertazione per aprire la “nuova Italia” ad un modo di ragionare diverso da quello contraddistinto, ora, soltanto in due grossi blocchi nel contesto di quel bipolarismo che tutti hanno decantato e che, forse, nessuno realmente ha mai voluto.

Ed il giovane segretario nazionale del PSI lancia un preciso appello che vale anche da ammonimento per tutti: “Il partito socialista italiano è su questo terreno che resta impegnato, sempre e comunque, pronto ad assumersi rischi e pericoli di un atteggiamento che riteniamo imprescindibile: cogliere tutte le occasioni in campo per lavorare sul terreno dei problemi da risolvere, per ridare slancio e forza al nostro Sud e all’intero Paese. Il momento delle scelte per il Quirinale apre una nuova fase politica. E anche qui da noi, in Campania e a Salerno, può generare un rafforzamento delle ragioni dell’alleanza di centrosinistra”.

 

 

1 Commento

  1. Carissimo Direttore Aldo Bianchini, la scelta del Presidente della Repubblica è stata da sempre importante per il suo ruolo costituzionale ,una personalità vicina alla gente comune,al popolo, ora più di prima,perché è una partita decisiva per il futuro dell’Italia, sia per la fase post pandemica che per l’arrivo dall’Europa dei fondi del PNRR,sia per la riforma della giustizia civile e penale, ed in particolare riformare l’ordinamento giudiziario e l’urgentissima riforma del Consiglio Superiore della Magistratura,di cui il Capo dello stato ne è il Presidente. Quindi c’è bisogno necessariamente di una figura centrale,autorevole e di rispetto internazionale,dovrà accompagnare la corrente legislatura al termine e poi vedrà nascere due nuovi Governi nel 2023 e 2028. Purtroppo,questa volta, si intravedono troppi franchi tiratori ?

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