Don Franco Fedullo: l’amico che vive in Dio

 

Salvatore Memoli (giornalista-scrittore)

 

In molti eravamo convinti dì vederlo chiamato all’episcopato, non ci siamo mai fermati a pensare che nella Chiesa ci sono anche i testimoni, i martiri e i santi! Don Franco Fedullo ci lascia orfani di una grande amicizia, di un legame così forte ed indissolubile che unisce per sempre, come i vincoli di parentela. Tutto in lui traeva forza, significato, valore dalla centralità dì Cristo, nella vita delle persone, nella vita dì Fede e nella vita della Chiesa. Bisognava conoscerlo bene per capire quanto la sua vocazione era innervata nella scelta di Cristo Redentore e nella convinzione profonda, motivata, razionale che a Dio si arriva ragionando, con mente sgombra da limiti. San Tommaso d’Aquino era il suo costante riferimento teologico, lo aveva meditato ed assimilato, così profondamente da scegliere la vita sacerdotale, con una serenità e una convinzione che lo resero un riferimento per tanti. Gli studi dì teologia a Napoli li affrontò con molto impegno, in fondo gli consentivano dì approfondire quello che aveva sempre scelto durante i suoi anni giovanili. Prima di entrare in seminario si era brillantemente laureato in giurisprudenza, aveva tanti interessi come tutti i giovani della sua età, inclusa la politica. Il suo incontro con Dio lo ebbe negli anni universitari. Ebbe grandi sacerdoti con cui confrontarsi, tra tutti don Claudio Raimondo che fu suo direttore spirituale e lo aiutò nel discernimento, l’indimenticabile Padre Salvatore Pagano, un religioso domenicano che catalizzava l’attenzione di molti giovani che lo seguivano con grande affetto ed il teologo don Bruno Forte, oggi Arcivescovo di Chieti, dal quale apprese la forza del dialogo di fede con gli altri. Stando con Franco, si aveva l’idea che la Fede era una riflessione teologica severa ed una pratica quotidiana, scandita da momenti dì preghiera e di attenzione all’altro. Franco da giovane è stato sempre rispettoso, dei tempi, delle idee altrui, attento a chi aveva scelto una vita cristiana. Non fece mai le cose per imitazione, volle capire, soffrire, scegliere ciò che sarebbe stato giusto per lui, arrivandoci con calma, con convinzione, con forte motivazione. Siamo stati, soprattutto negli anni universitari amici inseparabili, abbiamo studiato insieme e preparato gli esami. Al mattino mi recavo a casa sua, venivo accolto dalla sua famiglia, la mamma e la nonna. Prima di chiuderci in camera per lo studio, avevamo tempo per una conversazione. Poi non c’era tempo per nessuna distrazione! Faceva eccezione la preghiera dell’Angelus, a mezzogiorno. Mi piace lasciare questa testimonianza legata alla preghiera e a noi. In uno di questi appuntamenti mariani, gli proposi di chiedere alla Madonna dì sceglierci come sacerdoti. Fui fermato dalla sua pacata, educata e delicata richiesta: Ti spiace applicare questa intenzione soltanto per te? Fu lapidario, certo, convinto di non impegnare se stesso in qualcosa che non faceva parte delle sue decisioni. Mi sembrò strano ma rispettai la sua richiesta. Tante volte abbiamo ricordato tra noi quell’episodio ed abbiamo sorriso pensando a quanto siano sconvolgenti i piani dì Dio! Siamo stati sempre più di amici, dei fratelli di Fede! Lo era con me e con tantissime altre persone. La vocazione e la vita sacerdotale hanno evidenziato in lui la sua disponibilità, la sua donazione totale agli altri. Fu scelto dal Vescovo per collaborare con un grande parroco dì Salerno Don Enzo Quaglia nella Parrocchia dì Santa Maria della Porta e San Domenico nel Centro storico di Salerno.

Avv. Salvatore Memoli

Più tardi ne divenne Parroco e diede vita ad una comunità attiva dì Fede e dì opere caritatevoli, trascinandosi generazioni dì giovani che hanno scelto dì vivere sollecitati dal suo esempio e dal suo insegnamento. Don Franco non delegava, don Franco andava dì persona nelle strade tra i barboni, nelle famiglie indigenti, nei consultori e negli ospedali, soprattutto per dare aiuto, condivisione, sostegno a chi sceglieva di abortire per povertà di mezzi e per poca conoscenza del grande valore della vita. Ha dato tutto di sè, nel silenzio e nel nascondimento. La Chiesa salernitana gli affidó la Caritas diocesana, una scelta di alto valore pastorale e teologico. Don Franco veniva dopo un altro gigante don Comincio Lanzara. Stette al passo e riorganizzó la carità in modo tangibile e motivato. Più tardi venne la sua profonda scelta spirituale della preghiera, capire che cosa Dio voleva dalle persone. Insieme a lui si unirono tantissimi giovani, molti dei quali oggi sono consacrati, nacque Il gregge. La Chiesa ha preso tempo, con la sua prudenza, per capire. Noi eravamo convinti, come per tutte le scelte di Franco, che dentro c’era tanta Fede, obbedienza, carità ed un buttarsi a capofitto in una vicenda ecclesiale che avrebbe arricchito, comunicato e testimoniato il grande Amore che ha sempre mosso ogni sua minima scelta. Egli sapeva rendere trasparenti le sue scelte e senza imporre le condivideva liberamente.
Oggi le nostre bocche si chiudono per il dolore- troppo grande- per una morte inaspettata ed imprevista. Presto, molto presto in tanti testimonieranno che don Franco è stato un santo tra noi, uno di quelli che lo era e non lo sapeva. Un sacerdote, fratello, amico, padre e testimone che quando Dio mette in gioco le persone, le porta fin dove nessuno riesce ad immaginare. Don Franco sarà per tanti dal Cielo il parafulmine che indicherà la strada di Dio

 

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