Ammessi cinque dei sei quesiti sulla giustizia,bocciato il referendum sulla responsabilità civile diretta dei magistrati. I penalisti italiani portano avanti la separazione delle carriere tra Pubblici Ministeri e Giudici.

da Pietro Cusati

 

 

 

 

 

 

 

 

Roma,21 Febbraio 2022. Non è così facile poter  raggiungere il quorum della metà degli elettori aventi diritto, più uno ,con l’estromissione dei tre quesiti  su eutanasia, cannabis e responsabilità civile dei magistrati. Via libera al referendum sulle funzioni da riconoscere ai consigli giudiziari nella loro composizione completa anche coi laici. Attualmente gli avvocati sono  esclusi dalla discussione e votazione delle decisioni del CSM che riguardano la competenza dei magistrati. Il referendum abrogativo consentirebbe, in caso di vincita del sì, di ammettere alla discussione e al voto anche i membri laici. Ammesso  anche il quesito sulle “correnti” nella magistratura. Un magistrato che intende candidarsi  al CSM basta procurarsi dalle 25 alle 50 firme. Secondo il quesito bisogna consentire  a tutti i magistrati in servizio di candidarsi al CSM  e  mettendo al centro le qualità personali e professionali del candidato. Ammesso anche il referendum sulla separazione delle funzioni dei magistrati. Il quesito per l’abrogazione della Legge Severino, si propone di eliminare l’automatica incandidabilità, ineleggibilità e decadenza di parlamentari, membri del governo, consiglieri regionali, sindaci e amministratori locali, in caso di condanna penale.  A cadere anche l’art. 11 che impone la sospensione degli amministratori locali condannati anche in via non definitiva. La sospensione per  una condanna non definitiva è  eccessiva in caso di successiva assoluzione dell’imputato. Ammesso anche il quesito referendario che introduce limiti alla custodia cautelare in carcere, e mira all’abrogazione dell’art. 274 del codice di procedura penale,alla parte in cui consente di portare in carcere una persona sotto processo, se vi è il rischio che possa commettere un reato della stessa specie di quello per cui si procede. L’obiettivo dei promotori del referendum è evitare che la carcerazione preventiva possa colpire persone che poi risultino innocenti. Inammissibile invece il referendum sulla responsabilità diretta dei magistrati. Secondo il Presidente della Corte Costituzionale Giuliano Amato,  essendo sempre stata la regola per i magistrati quella della responsabilità indiretta,si cita lo Stato che poi esercita la propria rivalsa su magistrati, l’introduzione della responsabilità diretta renderebbe il referendum più che abrogativo, “innovativo”.Introdurre una regola che prima non c’era  e non di abrogare una norma per farne espandere una preesistente. Le decisioni della Corte Costituzionale nei giudizi di ammissibilità hanno escluso dal voto i referendum di gran lunga più popolari per i temi trattati eutanasia, droghe leggere, responsabilità dei magistrati, con ovvie conseguenze in ordine alla difficoltà per il  raggiungimento del quorum del 51% dei votanti. L’Unione delle camere penali Italiane  , UCPI,in una nota comunica che  ‘’parteciperà con impegno al dibattito che auspicabilmente si svilupperà intorno ai quesiti referendari sulla giustizia, pur nella convinzione che ben altre sono le battaglie indispensabili per una autentica riforma liberale della giustizia penale. In primo luogo la separazione delle carriere tra Pubblici Ministeri e Giudici, come disegnata nella legge di iniziativa popolare di riforma costituzionale depositata in parlamento dai penalisti italiani; quindi una riforma dell’ordinamento giudiziario che ponga fine alla inconcepibile commistione tra potere giudiziario e potere esecutivo mediante il distacco di magistrati presso i ministeri; quindi ancora una riforma dei criteri di valutazione della professionalità dei giudici, che ponga fine alla progressione automatica delle carriere, restituendole al merito ed alla responsabilità del magistrato per la propria quotidiana attività. Infine, nessuna battaglia in tema di giustizia potrà dirsi autenticamente liberale, se non avrà al centro della propria attenzione la situazione disastrosa delle carceri ed una politica volta a spezzare la rozza e sterile equivalenza tra sanzione penale e reclusione, tra punizione e carcere, non si buttano mai le chiavi delle celle chiunque vi sia recluso’’.

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