L’ANALISI DI ENZO MATTINA SULLE TERRIFICANTI INFORMAZIONI DALL’UCRANIA: ‘’. MORTE E DOLORE AL RISVEGLIO’’.

da Pietro Cusati

 

 

 

 

 

 

 

 

Buonabitacolo (SA) 6 marzo 2022 .Enzo Mattina,81 anni,è stato Sindaco di Buonabitacolo (SA),il suo paese natio, ex  sindacalista ,già  parlamentare europeo e deputato nazionale,traccia un’analisi  sullo sfascio quotidiano di esseri umani, “non si conquista la pace con la guerra” e, come sostengono tante anime belle, questo è il momento della “neutralità attiva”, vale a dire “né con Putin né con l’Ucraina”, un infelice slogan che ne fa venire alla memoria un altro degli anni 70 dello scorso secolo che faceva “né con lo Stato né con le BR”. L’U.E. finalmente sta facendo la sua parte. È il momento, però, di andare oltre; di passare all’adozione della Costituzione europea per instaurare un vero sistema unico di tutela sociale, di gestione dell’economia e di organizzazione della difesa comune.MORTE E DOLORE AL RISVEGLIO’’ :Sono 11 giorni che il risveglio è segnato dalle terrificanti informazioni dall’Ucraina, dilaniata, rasa al suolo, affamata, assetata dalla violenza senza limiti dell’armata russa, rossa, sovietica (come la vogliamo definire?), messa in campo dal figlio più puro dello stalinismo.Guardiamo in diretta lo sfascio quotidiano di esseri umani e di cose e mi turba l’idea dell’assuefazione; può accadere, quando la rappresentazione della tragedia, televisiva o attraverso i tanti media digitali, avviene momento per momento e gli spettatori, dinanzi a un piatto di buon cibo e a un bicchiere di vino, nella loro casa riscaldata e serena, restano catalizzati dalla sequenza tra spot pubblicitari, trasmissioni di intrattenimento e, chiassose sceneggiate di cosiddetto approfondimento. La riprovazione per la condotta di Wladimir Putin sembra universale, ma non si vedono i segni della consapevolezza che la strategia politica del medesimo abbia una gittata ben più lunga di quella del solo asservimento dell’Ucraina, che di per sé è già una prospettiva conturbante e inaccettabile. Questa carenza rischia anche di fornire punti di appoggio alle ambiguità di ampi settori del mondo politico italiano; penso alla improbabile riconversione di Forza Italia, il cui leader maximo solo qualche anno fa parlava di Putin con di un capo di Sato democratico, liberale e affidabile. Non dovremmo dimenticare che tra il 2018 e il 2019 Salvini, Meloni, Di Maio facevano a gara a chi la sparava più grossa in materia di sovranismo, di antieuropeismo, di apprezzamenti entusiastici e, aggiungo, tutt’altro che disinteressati, per il presunto aperturismo di Putin. Come non ci è consentito dimenticare l’accoglienza riservata al manipolatore Steve Bannon, regista della campagna elettorale di Trump, divenuto oggetto dell’entusiasmo di Marine Le Pen, dei leader dei Paesi del gruppo di Visegrad e degli ideatori del governo giallo/verde (di cui Bannon si considerava ufficialmente l’artefice). Costui si era anche trasferito a Bruxelles con il suo quartiere generale ed era entrato in possesso della Certosa di Trisulti, dove intendeva localizzare il “Dignitatis Humanae Institute”, per formare un nuova classe dirigente italiana ed europea votata a riportare indietro le lancette della storia, con l’Europa sempre più ridotta ad area di libero scambio e orientata verso il traguardo “culturale” della democrazia illiberale.Il fallimento di questo disegno negli Stati Uniti e nei maggiori Paesi europei credo che sia una delle tante ragioni dell’aggressione di “una Russia da oltre 17 milioni di chilometri quadrati, il più vasto del mondo, a un Paese, l’Ucraina, che è 28 volte più piccolo” (Cazzullo sul Corriere del 5 marzo). Il fallimento di quel disegno, come pensano le anime belle del neutralismo attivo è una delle cause della “strategia di difesa preventiva” messa in atto da Putin.Come si fa a considerare la posizione dei due contendenti paritaria e sostenere che gli aggrediti non dovrebbero difendersi, perché, come dice Landini, “non si conquista la pace con la guerra” e, come sostengono tante anime belle, questo è il momento della “neutralità attiva”, vale a dire “né con Putin né con l’Ucraina”, un infelice slogan che ne fa venire alla memoria un altro degli anni 70 dello scorso secolo che faceva “né con lo Stato né con le BR”. Sulla stessa linea è anche quel baciapile (niente a che vedere con la fede) di Salvini, che prega perché gli ucraini si arrendano e cessi la guerra, che a suo dire non si combatte mai con le armi, ma ha dimenticato la legge da lui voluta sulla difesa personale, che legittima l’uso delle armi anche solo dinanzi al dubbio che qualcuno possa far danno a me e alle mie cose.A questo punto, rifiutiamo gli equivoci e ciascuno di noi scelga da che parte stare e come starci: io sono per la resistenza del popolo ucraino, per il suo governo eletto democraticamente, sono per fornire aiuti alla popolazione e armi alla resistenza, si alla “RESISTENZA” contro i 60 km. di carri armati russi, contro la distruzione di intere città, contro l’assassinio di migliaia di civili ad opera di un REGIME di oligarchi corrotti, che tengono sotto scacco un intero popolo, cui da secoli si nega finanche la sperimentazione della democrazia; tant’è che non riconoscono neanche la libertà di stampa. L’U.E. finalmente sta facendo la sua parte. È il momento, però, di andare oltre; di passare all’adozione della Costituzione europea per instaurare un vero sistema unico di tutela sociale, di gestione dell’economia e di organizzazione della difesa comune.

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