«Days» di Tsai Ming-liang, un’ode al cinema fatto di suoni

da Vincenzo Mele

Tsai Ming-liang ha scritto un nuovo capitolo del cinema taiwanese con il film «Days», uscito nel 2020. Presentato al Berlinale e al NY Film Festival in quell’anno, la pellicola era giunta in Italia proprio mentre il Taiwan veniva annesso alla Cina.
L’autore del film «Vive l’amour», vincitore del Leone d’Oro a Venezia nel ’94, ha voluto manifestare il concetto di incomunicabilità con «Days», un film senza dialoghi nello stile del primo Robert Bresson e con lunghe inquadrature che evidenziano la solitudine dei due protagonisti che vivono vite diverse: Kang che ha una vita agiata con una casa con cortile e laghetto e Non, che vive in un monolocale vuoto. I due si incontreranno una volta per poi tornare alla loro vita routinaria.
Il film di Tsai Ming-liang procede lento, lasciando spazio ai suoni della metropoli che silenziano persino il carillon che Kang ha regalato a Non, nella quale è impressa la melodia de «Le luci della ribalta» di Charlie Chaplin. Il concitato e travolgente tumulto della grande città è forse la più inaspettata colonna sonora, capace allo stesso tempo di contestualizzare ed estraniare, di essere realistico e bizzarramente ipnotico allo stesso tempo.
«Days» è pura poesia visiva e quotidiana dal contorno minimalista nella quale è presente la necessità di raccontare i due personaggi principali nella loro quotidianità e valorizzando, contemporaneamente, la prestazione degli attori coinvolti nella pellicola.

 

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *