Sport Calcio italiano: l’omicidio di Palermo.

 

da Antonio Cortese

E’ inutile, e sembrerà pedante ricordare i detti antichi che raccomandano di non cullarsi sugli allori; o quelli dell’entroterra campano che accusano le nuove generazioni di cibarsi nella mangiatoia vascia o di essere delle moll’’e vrachiera . Dopo le euforie per la vittoria del campionato europeo, la nazionale di calcio é stata bocciata per la seconda volta ma a quanto pare i veri  colpevoli del fattaccio non li si vuole arrestare. La gente da anni recrimina gli abusi spropositati di tre tipi di colpevoli: i procuratori sportivi, la Lega del calcio italiano e chi li segue entrambi. Hanno fatto la fine del Re Mida dell’antica mitologia della Magna Grecia. E così le scarpette dei nostri calciatori appesantite all’inverosimile di aureo metallo, nonostante il talento, li ha relegati a nuovo limbo. I calciatori macedoni come per le antiche battaglie di duemila anni fa, dopo avere assistito per anni a questi schiaffi alla miseria hanno disputato un match col sangue agli occhi vincendo a termine gara non solamente una partita di qualificazione ai mondiali, ma una battaglia di principio e crianza evocata da tempo. Gli atleti macedoni assieme guadagnano in un anno somme pari nemmeno  a mezza mensilità di Donnarumma, ad esempio, ma la colpa non è del portiere tricolore ma degli speculatori  ai quali la Lega non pone limiti in un montaggio di teste generale che irruginiscono le forze e trasformano in arroganza lecita l’inflazione di ogni valore sportivo, confondendo intere generazioni che credono di consolarsi nell’illusione del fantacalcio. E’ un sistema rivelatosi sciocco: la stampa come spesso accade é complice e dovrebbe cominciare a vietare quote e notizie di queste perdite di tempo su giornali come la Gazzetta o il Corriere dello sport e altri quotidiani di settore che vanno ad ampliare il vuoto di valori sportivi degli italiani. Negli anni novanta quando cominciò la moda del fantacalcio e vedevo nei corridoi i compagni di scuola coi giornali e che non pensavano ad altro (io nemmeno ero tanto bravo a scuola ma almeno ero distratto dalle ragazzine…) non reagii e rimasi indifferente all’andazzo che ha creato poi questi mostri in criminali i cui esponenti di successo patinato sono appunto i procuratori e carnefici dei calciatori italiani. Senza questi fantaintrallazzieri oggi Balotelli e Cassano, Zola, Giannini,  Zazà e Pellè sarebbero stati più forti di Pelé.

 

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