ALIBERTI: riflessioni sottovoce … prima dell’udienza

 

Aldo Bianchini

Dr. Angelo Pasqualino Aliberti, già sindaco di Scafati

SALERNO – Ho lasciato dal febbraio 2021, un anno fa, di scrivere sul cosiddetto “processo Sarastra” in cui è pesantemente coinvolto l’ex sindaco di Scafati dr. Angelo Pasqualino Aliberti; non ho scritto più niente perché come avevo annunciato nell’articolo in questione quel processo, che doveva essere un processo di giustizia ed era partito come “il processo dei processi”, si stava giorno dopo giorno trasformando in “processo delle beghe di quartiere” con molte chiacchiere da bar.

In tutta verità quel processo è soltanto un “processo politico” maldestramente organizzato e intriso di veleni e vendette da far rabbrividire anche chi è abituato ai complotti politici ed alle congiure giudiziarie.

Ora, a distanza di oltre un anno (tempo immenso per un inquisito), il processo è arrivato alle battute finali e, forse, al momento della verità; difatti martedì 5 aprile arriverà in aula uno degli imputati più perseguitati dalla magistratura italiana che cercò addirittura, quando era ancora un uomo libero, di impedirgli l’uso del cellulare e dei social per difendersi da accuse inverosimili; senza dimenticare le umiliazioni subite in carcere quando con rabbiosa tempestività i giudici gli impedirono di scrivere ai suoi cari ipotizzando, quasi fosse un carbonaro, una cospirazione politico-malavitosa ben nascosta in poche righe di una lettera che voleva soltanto passare ai figli l’immenso amore di un padre sfortunato.

Non esagero se dico che con Pasquale Aliberti, vittima di più complotti politici ben miscelati tra loro, un po’ tutti ci sono andati giù in maniera molto dura; eppure in epoca non sospetta, diversi mesi prima del blitz del pm Vincenzo Montemurro, aveva già anticipato nel libro “Passione e Tradimenti” dato alle stampe nel novembre 2014, tutto quello che sarebbe accaduto da lì a pochi mesi.

Nel libro racconta la sua passione per la politica che gli scorre nelle vene e fornisce tutti gli imput necessari ad individuare con precisione i presunti amici che lo avrebbero tradito, esattamente come è poi avvenuto. E lo hanno tradito, aggiungo io, con una ferocia difficile da descrivere proprio chi da lui aveva avuto di più e chi su di lui contava, sbagliando, per mettere in atto manovre politico-imprenditoriali-malavitose sul filo del rasoio del codice penale. Insomma, Passione e Tradimenti, è un libro da leggere subito, semmai prima del 4 aprile prossimo, per capirne di più.

La storia, comunque, è andata in maniera diversa e fra qualche giorno Pasquale si troverà di fronte al collegio giudicante che sembra marciare verso la verità e non verso la punizione a tutti i costi di un soggetto innocente; guai a pensarla diversamente, perché se tutto quello di cui è accusato dovesse nella realtà rispondere al vero bisognerebbe gettare le chiavi in quanto non ci troveremmo soltanto in presenza di un camorrista incallito ma di un soggetto capace di sottomettere ai suoi voleri finanche il famigerato “capo dei capi”.

La post fazione del libro di Angelo Pasqualino Aliberti è costituita dalla preghiera di un politico onesto che incarna alla perfezione, a mio avviso, la posizione dell’ex sindaco di Scafati: “… Ero un ottimista, con i piedi per terra, con tanti sogni in tasca e il proposito di non scendere a compromessi. Mai. Oggi sono lo stesso uomo, ma ho paura perché quello del politico è un lavoro che puzza d’inganno, un servizio in sospetto di furto. Eppure so che non è così. Non è così per tutti …”.

 

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