PENNA: ecce homo … “Eugenio Rainone” !!

 

Aldo Bianchini

Eugenio ed Elio Rainone con Matteo Renzi (allora presidente del consiglio) e il ministro Graziano Delrio - a Tarano il 4 agosto 2016 - Per la cronaca i lavori di grandi opere in Italia sono una piccola percentuale di quelli eseguiti in tutto il mondo dalla RCM s.p.a.

SALERNO – Finalmente, dopo mesi di apparente silenzio (le notizie sono comunque fuoriuscite da una Procura blindata solo sulla carta), la magistratura incomincia a dire la “sua verità” e cioè cheil colpevole di tutto è uno soltanto” e si chiama “Eugenio Rainone”.

Insomma, tanto gira e rigira il mestolo nell’enorme calderone che secondo i giudici del Riesame è venuto fuori il vero ed unico colpevole del “Sistema Penna” (il PM Roberto Penna della procura di Salerno che è stato arrestato e posto ai domiciliari il 9 febbraio 2022 insieme ad altri personaggi) che è, nientepopodimeno, l’imprenditore Eugenio Rainone (uno dei titolari della RCM Costruzioni).

In pratica il Tribunale del Riesame di Napoli, con un’allucinante motivazione costruita tutta sul filo di rasoio della filosofia applicata alla giustizia, ha smontato l’accusa di “reati di corruzione per l’esercizio delle funzioni, atto contrario ai doveri d’ufficio e in atti giudiziari, oltre che induzione indebita a dare o promettere utilità” a carico di Roberto Penna che appariva il fulcro centrale del “Sistema Penna” (così almeno era stato presentato il caso dai magistrati inquirenti (Fratello – Ardituro – Melillo – Lucantonio e De Lellis  per la Procura di Napoli;  Borrelli – Cosentino – Valenti – Guarriello – Cannavale e Romaniello di Salerno), per trasformare la stessa accusa, ma stavolta a carico di Eugenio Rainone, in “induzione indebita”, come dire che l’attore principale del sistema non è più lo stesso Penna ma l’imprenditore Rainone che con un’abilissima macchinazione sarebbe riuscito a sostituire il “danno ingiusto per un vantaggio indebito” con il più sicuro metodo finalizzato ad ottenere “un vantaggio per evitare un danno”.

Il ragionamento può anche apparire confuso e contorto, ma se si riflette un momento appare in tutta la sua mostruosa lucidità; bisogna viaggiare sulle ali della filosofia, cosa questa che per la giustizia dovrebbe essere aberrante, per riuscire ad immaginare come “un imprenditore di vaglia avendo forse percepito un tentativo di concussione da parte del sistema avrebbe intelligentemente e furbescamente anticipato i tempi per ottenere, come sopra indicato, un vantaggio per evitare un danno”.

Insomma per essere più chiari, e senza tanti fronzoli filosofici, l’imprenditore Eugenio Rainone si sarebbe mosso in anticipo (dobbiamo ancora capire su quali basi si sia mosso: è stato avvertito da qualcuno ?) e che sul filo di un’abilissima strategia difensiva sarebbe arrivato al punto di chiedere, lui, di poter favorire la Gallevi, compagna del magistrato, per mettersi al sicuro da eventuali rappresaglie giudiziarie.

Davvero incredibile, almeno per me aumenta il distacco tra la giustizia virtuale e quella reale che molto spesso viene amministrata in maniera sconcertante e palesemente di parte.

Eugenio Rainone può anche essere “il diavolo” ma arrivare a pensare che si sia mosso prima del tempo per bloccare la concussione e tramutarla in induzione indebita, davvero ce ne vuole di fantasia filosofico-giudiziaria. Tutto è possibile, per carità, ma io non ci credo e continuo a non aver fiducia in questa magistratura che un giorno mi dice che esiste un sistema e il giorno successivo corregge il tiro per ipotizzare che il sistema lo ha creato la vittima per diventare un “eroe moderno” che ad un certo punto sbotta, non ce la fa più a sopportare le continue pressioni e denuncia tutto (come ha fatto esattamente Eugenio Rainone nel giugno 2021).

Io la penso in maniera completamente diversa dagli inquirenti e, visto che siamo in un Paese libero, mi permetto di esplicitare il mio pensiero.

Eugenio Rainone (e per esso tutta l’organizzazione imprenditoriale che gli ruota intorno), stando alle accuse iniziali della Procura, era il manager che per un lasso di tempo più o meno lungo si era trovato sotto il fuoco di fila del sistema Penna (un PM, un ex PM che voleva impiccarlo, un giornale, la compagna del PM, un ex generale della GdF e di due medi imprenditori) e che stanco aveva fatto in modo da far scoperchiare il pentolone delle presunte nefandezze. Oggi, invece, si vuol far credere che il vero fulcro del sistema sia Rainone.

E’ palese, a questo punto, l’imbarazzo degli inquirenti che avendo rigirato troppo velocemente il mestolo nel pentolone hanno capito che poteva tracimare il “vero sistema” che infanga Salerno, avrebbero deciso di limitare i danni avanzando l’ipotesi scellerata che l’orrendo giro sia stato architettato dall’imprenditore autodenunciatosi come vessato. Sarà anche inventiva filosofico-giornalistica la mia, ma non fa male a nessuno; quella dei PM e del Riesame, invece, distrugge vite – lavoro e imprese.

Domanda finale: “Ma Rainone ha raccontato tutto ai magistrati nel 2021 ?”; se no, ne vedremo delle belle, perché il pentolone potrebbe trasformarsi nel “vaso di Pandora”.

 

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