“Giacomo Mancini. Un avvocato del sud”, 8 aprile 2002 ,il libro a 20 anni dalla morte dell’autorevole meridionalista ,scritto dal giornalista Paride Leporace,Luigi Pellegrini Editore.

 

da Pietro Cusati

 

“Un socialista che ha cambiato lo stato di molte cose” ,negli anni ’60 del secolo scorso. ‘’Giacomo Mancini. Un avvocato del sud’’, edito da Luigi Pellegrini, il libro scritto dal giornalista  Paride Leporace, vice direttore de “il Quotidiano del Sud”, che ha dedicato all’autorevole e prestigiosa figura della politica italiana,ex leader socialista del quale l’8 aprile 2022, ricorre il ventennale della scomparsa. “Non ho inteso scrivere una nuova biografia ,spiega l’autore Paride Leporace, ho voluto soltanto, incoraggiato da molti amici e, soprattutto, dall’editore Luigi Pellegrini, restituire alla conoscenza collettiva una serie di passaggi cruciali della vicenda politica manciniana, certamente tra le più significative e originali della storia repubblicana”.Una appassionante ricerca  che il libro assume, in effetti, un valore significativo per l’opportunità che offre, soprattutto ai più giovani, di conoscere una figura di rilievo della politica italiana, apprezzata per la lungimiranza delle idee e la concretezza delle azioni.Il genuino interprete di un pragmatismo, cui si guarda oggi con nostalgia, capace di saper cogliere ogni opportunità utile al cambiamento di uno status quo economico, sociale e culturale che riteneva ingiusto e mortificante. E mai smettendo di proiettare lo sguardo verso dimensioni e orizzonti estranei al provincialismo cui la politica ha spesso indugiato, così come in rapporto alla sonnolenta coscienza civile, che ha negativamente inciso, e tuttora pesa, sul destino del Mezzogiorno.Rientrato a Cosenza, dopo la Liberazione, diventa segretario della Federazione provinciale del PSI. Nel gennaio del 1953, viene eletto segretario regionale del PSI. Nel 1956, dopo la feroce invasione sovietica dell’Ungheria, Pietro Nenni, segretario nazionale del PSI, lo chiama a dirigere l’organizzazione nazionale del partito. Nel 1969 diviene vice-segretario. Il 23 aprile 1970 viene eletto dal comitato centrale, dall’unanimità, segretario nazionale del PSI.Attestò il PSI sulla linea dell’autonomia dal PCI e dalla DC. Strenuo garantista e favorevole allo sviluppo dei diritti civili, Mancini intervenne alla Camera, da segretario, per difendere la legge sul divorzio, firmata dal deputato socialista, Loris Fortuna, chiarendo alla DC che i socialisti, seppure alleati di governo, non avrebbero mai rinunciato al loro impegno per un Paese più civile è più moderno. E il PSI vinse, con i radicali di Marco Pannella, amico di Mancini, la battaglia, laica e democratica, nel 1975.
Con Mancini segretario, iniziarono l’ospitalità e il sostegno ai socialisti in esilio : i compagni spagnoli, tra cui Felipe Gonzalez, i portoghesi, in primis Mario Soares. In precedenza, fin dal termine degli anni Sessanta, il leader socialista sviluppò relazioni, molto strette, con i socialisti greci, come i fratelli Alekos e Stathis Panagulis-perseguitati dal regime dei colonnelli greci-divenuti cari amici di Mancini.Eletto deputato, per la prima volta, nel 1948. Siede in Parlamento dalla I alla X legislatura.
Ministro della Sanità nel primo governo Moro (4-12-1963/22-7-1964).
Ministro ai Lavori Pubblici nel secondo (22-7-1964/23-2-1966) e terzo governo Moro (23-2-1966/5-6-1968) e nel primo (12-12-1968 / 5-8-1968) e secondo (5-8-1969/ 27-3-1970) governo Rumor.
Ministro del Mezzogiorno nel quinto governo Rumor (14-3-1974/23-11-1974).Come Ministro della Sanità, impone il vaccino Sabin, che debella la poliomielite in Italia. Come Ministro dei Lavori Pubblici, combatte la speculazione edilizia, intervenendo per denunciare, alla Camera, i “fatti mostruosi” di Agrigento, per salvare l’Appia Antica di Roma ed in numerose altre occasioni tanto da ottenere il riconoscimento, unanime, del Parlamento Italiano che, unico esempio, nella storia d’Italia di tutti i tempi, gli conferisce la Medaglia d’Oro per la sua attività.Completa l’Autostrada Milano- Napoli, fa costruire la Salerno-Reggio Calabria, la Roma-Civitavecchia, la Roma-Aquila-Pescara e tante altre sedi stradali, in ogni parte d’Italia, avviando la costituzione di un enorme patrimonio di infrastrutture, tra le quali porti (Gioia Tauro), aeroporti (Lamezia Terme), oltre a difendere Venezia dall’abbassamento del fondo marino, la Torre di Pisa dalla sua pericolosa inclinazione, Firenze dall’alluvione, che l’aveva devastata, nel novembre del 1966.Crea la Commissione Nazionale di Studi contro il degrado idrogeologico, presieduta dal prof. De Marchi, i cui risultati sono, ancora oggi, gli unici, che abbiano offerto un quadro completo dei gravi problemi di degrado, che persistono. Opera per la ristrutturazione e la ricostruzione della zona del Vajont, distrutta dall’alluvione, e per la ricostruzione del Belice. Definisce l’unica legislazione urbanistica del nostro Paese, la Legge Ponte del 1967, seguita da quella sugli standard edilizi del 1968, oltre alla Legge per l’edilizia economica e popolare. Lancia il progetto per la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina, per il quale indice una gara internazionale; progetto che, quando lasciò la guida del dicastero, viene abbandonato, per essere ripreso solo dopo molti decenni. L’Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria gli conferì la laurea honoris causa in Pianificazione urbanistica e territoriale-per il suo impegno, costante e concreto, in Parlamento, nel governo, come Sindaco di Cosenza- a favore di uno sviluppo ordinato del territorio e per la difesa del suolo.
Nel settore della cultura, il suo impegno fu determinante per la costruzione, ad Arcavacata (CS), dell’Università della Calabria e per la pubblicazione, nel 1973, del primo quotidiano, realizzato nella regione, “Il Giornale di Calabria”, diretto da Piero Ardenti. Nel 1949, insieme agli avvocati Raffaele Cundari e Mauro Leporace, aveva istituito il “Premio Sila” con l’obiettivo di collegare gli intellettuali e gli scrittori calabresi con il mondo della cultura nazionale ed europea.Al Ministero del Mezzogiorno riesce, a tempo di record, a realizzare l’opera di risanamento del Porto di Napoli, a creare la Finanziaria Meridionale per sostenere le piccole e medie imprese del Sud, oltre che a rinnovare e potenziare la politica degli incentivi allo sviluppo della Cassa del Mezzogiorno. Il suo meridionalismo, concreto e incisivo, è ricordato, e ancora rimpianto, a circa 20 anni dalla scomparsa.Impegnato al servizio della sua regione, la Calabria, e della sua città, Cosenza.Il 5 dicembre 1993 è eletto Sindaco di Cosenza.E’ il primo Sindaco, scelto direttamente dai cittadini.
Nel maggio 1997 viene confermato per il secondo mandato, con un voto plebiscitario, al primo turno. Cambia il volto della città, avviando una intensa, fruttuosa e rimpianta, anche dagli avversari, attività, nella quale evidenzia il suo pensiero, le sue capacità realizzatrici, le sue curiosità innovative.

 

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