Fiume Sarno e Caporalato: l’inefficienza dello Stato

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Mi avvio rapidamente verso i 77 anni; lo dico non perché la cosa possa interessare a qualcuno, ma per stigmatizzare la quantità degli anni in cui ho sentito parlare di due enormi problemi che assillano la Campania: l’inquinamento del fiume Sarno e la lotta al caporalato nella Piana del Sele.

In tutti questi anni ho sempre pensato, e lo penso tuttora, che nessuno si sia messo veramente in azione per combattere i due fenomeni, perché molto verosimilmente dietro i due fenomeni c’è da sempre la malavita organizzata ed una quantità di affari pari ad un fiume in piena. Nell’agro nocerino-sarnese c’era e c’è la camorra di Pasquale Galasso e di Carmine Alfieri; nella piana del Sele c’era e c’è la camorra dei Maiale, dei Marandino e di diverse altre famiglie.

Il fenomeno malavitoso nell’agro è più piramidale, quello nella piana è più allargato ad alcune decine di famiglie; entrambi i fenomeni governano incredibili ragnatele malavitose che entrano facilmente nelle istituzioni di ogni ordine e grado.

Conosco poco il fenomeno dell’inquinamento del Sarno per non essere mai stato un suo controllore, conosco invece benissimo il fenomeno del caporalato (e quindi del lavoro nero in generale) per aver partecipato, nella qualità di ispettore di vigilanza degli infortuni sul lavoro, a diverse decine di operazioni organizzate sotto il termine esterofilo di “task-force”. All’inizio partecipai con entusiasmo e fiducia nelle istituzioni che pure rappresentavo; molto presto mi disillusi perché non funzionava niente e, in fondo in fondo, tutti volevano che non funzionasse. Numerosi gli episodi e/o aneddoti che potrei raccontare, ma evito di farlo soltanto per rispetto di chi lo faceva perché ci credeva.

Scene di caporalato nella Piana del Sele

Mi ha colpito la prima pagina provinciale de Il Mattino (edizione 23 marzo 2022); in calce ben evidenziate, una a destra e l’altra a sinistra, due locandine che trattano i due scottanti argomenti:

  • Sarno inquinato, Regione nel mirino (a sinistra);
  • Summit sulla sicurezza, si allarga la task-force, patto con le aziende (a destra).

Naturalmente il giornale non si è accorto di trattare due argomenti storici e non ha creato alcun nesso tre le due scabrose vicende che se ricondotte in un unico esame mostrano aspetti assolutamente identici: lo Stato non funziona.

Coinvolgere gli imprenditori, soprattutto agricoli, nella lotta al caporalato”, come dire mettere insieme il diavolo e l’acqua santa. Non posso fare altro che sorridere all’idea del Prefetto, del Sindaco di Eboli e di tutti quelli che in queste ore parlano senza sapere cosa dire.

Come parimenti mi fa sorridere la grande scoperta del NOE sul fiume Sarno: “Depuratore di Scafati sotto la lente; bollette incassate ma opere di adeguamento degli impianti mai eseguite”; il NOE vive su un altro pianeta o è solo un’occasione per attaccare qualcuno in Regione ?

L’unico con la testa sul collo che ho incrociato nel mio lavoro, quello di ispettore, è stato l’ex prefetto di Salerno dr. Efisio Orrù; aveva le idee molto chiare e, spesso, conveniva con me che il manovratore del freno era in alto, ma molto in alto.

 

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