Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella a Strasburgo all’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa e in concomitanza della presidenza italiana del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa.

 

da Pietro Cusati

Il  Presidente della Repubblica Sergio Mattarella  a Strasburgo, prima visita all’estero dalla rielezione alla presidenza della Repubblica, per una visita al Consiglio d’Europa. La missione  si è svolta in un momento particolare per la principale organizzazione di difesa dei diritti umani in Europa, che, dal 16 marzo 2022, non ha più la Federazione russa tra i suoi membri. Il capo dello Stato Mattarella è intervenuto davanti all’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa , pronunciando un discorso incentrato sui temi della democrazia e del pluralismo in Europa, con accenni alla situazione in Ucraina. Da novembre 2021, l’Italia ha la presidenza del comitato dei ministri del Consiglio d’Europa. A Strasburgo  il 3 maggio 2022, alla sessione plenaria del Parlamento europeo, è atteso il Prof.Mario Draghi,Presidente del Consiglio italiano per affrontare il tema  delle sfide comuni dell’Ue e rilanciare la proposta italiana a favore dell’introduzione di un tetto Ue al prezzo del gas.Palazzo Chigi sta organizzando per il premier Draghi la missione a Kiev dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky.’’ Rendo omaggio al Consiglio d’Europa, alle sue Istituzioni, a voi che siete espressione dei Parlamenti di 46 Paesi membri, in rappresentanza di 700 milioni di cittadine e cittadini europei.Permettetemi un ringraziamento ha detto Mattarella al Presidente Tiny Kox per questa opportunità che mi offre e mi consente, per le sue parole così gentili; e grazie a tutti voi per l’accoglienza.Porgo un saluto caloroso alla Segretaria Generale Marija Pejčinović Burić, la cui guida in questa Organizzazione considero preziosa, come ho avuto modo di dirle nel nostro incontro dello scorso novembre, al Palazzo del Quirinale, e di ribadirle nell’incontro che abbiamo avuto questa mattina.Il Consiglio d’Europa ha sempre avuto la vocazione a essere la “casa comune europea” e ha saputo svilupparla nei decenni che hanno fatto seguito alla sua istituzione, come testimonia anche la sua attuale ampia rappresentatività.Una casa che, se è stata specchio fedele delle divisioni e delle difficoltà manifestatesi fra le diverse comunità nazionali, ha saputo essere anche, e soprattutto, espressione del coraggio di unità dell’Europa, spesso prefigurando quanto si è potuto successivamente costruire, sotto altri profili e in altri ambiti, come la Unione Europea.Oltre venti minuti è durato  il discorso che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha tenuto a Strasburgo  al Consiglio d’Europa, intervento culminato con un lungo applauso. Parole dirette alla Russia, definita responsabile e colpevole dei crimini commessi in terra ucraina e al richiamo del ruolo sempre più coeso tra i Paesi europei lungo la strada che sembra essere ancora più tracciata verso l’obiettivo condiviso della pace. “Prove di dialogo e non di forza tra potenze”. La responsabilità della sanzione adottata (l’esclusione del Consiglio d’Europa) ricade interamente sul Governo della Federazione Russa, non sul popolo russo, la cui cultura fa parte del patrimonio europeo e che si cerca colpevolmente di tenere all’oscuro di quanto realmente avviene in Ucraina.“La tentazione di moltiplicare i conflitti è sullo sfondo dell’avventura bellicista intrapresa da Mosca. La devastazione apportata alle regole della comunità internazionale potrebbe propagare i suoi effetti se non si riuscisse a fermare subito questa deriva. Dobbiamo saper opporre a tutto questo la decisa volontà della pace. Diversamente ne saremo travolti”, Non si può arretrare dalla trincea della difesa dei diritti umani e dei popoli. La ferma e attiva solidarietà nei confronti del popolo ucraino e l’appello al Governo della Federazione Russa perché sappia fermarsi, ritirare le proprie truppe, contribuire alla ricostruzione di una terra che ha devastato, è conseguenza di queste semplici considerazioni. Alla comunità internazionale tocca un compito: ottenere il cessate il fuoco e ripartire con la costruzione di un quadro internazionale rispettoso e condiviso che conduca alla pace”.”Mentre il conflitto ha ulteriormente indebolito il sistema internazionale di regole condivise – e il mondo, come conseguenza, è divenuto assai più insicuro –  la via di uscita appare, senza tema di smentita, soltanto quella della cooperazione e del ricorso alle istituzioni multilaterali. Sembrano giungere a questa conclusione anche quei Paesi che, pur avendo rifiutato sin qui di riconoscere la giurisdizione della Corte Penale Internazionale, ne invocano, invece, oggi, l’intervento, affinché vengano istruiti processi a carico dei responsabili di crimini, innegabili e orribili, contro l’umanità, quali quelli di cui si è resa colpevole la Federazione Russa in Ucraina, riconoscendo in tal modo il necessario ruolo di quella Corte”.”Un grande intellettuale, Paul Valery – passato attraverso le due guerre mondiali – richiamava i concittadini europei a prendere coscienza di vivere in un mondo “finito”. Non c’è più terra libera” – scriveva –  nessun lembo del globo è più da scoprire. Se nessuno è più estraneo a nessuno, si interrogava il presidente Pertini, non è giunto il tempo che gli uomini apprendano a essere in pace con se stessi?” Più liberi, più sicuri, più coesi. E penso alla Carta Sociale Europea contro le disuguaglianze e le povertà, lanciata in Italia, a Torino, nel 1961.Questi sono risultati impareggiabili della costruzione tenace di una casa comune quale il Consiglio d’Europa. Progresso per centinaia di milioni di cittadine e di cittadini europei, fieri di ritrovarsi sempre più in un unico demos.

 

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