Rifiuti tunisini: “serresi” fessi e contenti ?

 

Aldo Bianchini

I container erranti e pieni di rifiuti (tossici ?): prima raccolti a Polla, poi spediti in Tunisia grazie ad un'operazione ai limiti del giallo internazionale, rientrati nel porto di Salerno con l'ordine di "nasconderli" nel sito militare di Serre; e, infine, forse saranno inviati definitivamente in un località "top secret" ancor tutta da definire.

SALERNO – E’ vero che può apparire come se me la cantassi da solo ma la realtà è realtà e come avevo saggiamente previsto i rifiuti tunisini vanno a Serre accompagnati, non dalle scorte populiste delle Forze dell’Ordine ma dalla vittoria dell’uomo forte che ha un nome ed un cognome ed anche una carica importante: Fulvio Bonavitacola, avvocato, vicepresidente della Regione Campania.

Ho seguito molto la cronaca fatta, quasi quotidianamente, dal giornalista Pasquale Sorrentino su “Il Mattino” (che finalmente ha fatto cosa buona e giusta nell’affidare ad un solo giornalista l’intera inchiesta) e da lui ho appreso che tra l’arrivo dei container e la loro partenza verso il sito di Serre sono passati più o meno sessanta giorni (due mesi) e che nel giro dei prossimi sei mesi saranno trasferiti in una località “top secret”.

Insomma tutto si sarebbe svolto in un fazzoletto di giorni nel corso dei quali sono state anche esperite tutte le procedure giudiziarie necessarie; incredibile, ma vero; procedure che solitamente richiedono anni in questo caso sono state esperite in due mesi.

Velocizzazione improvvisa della magistratura nei suoi diversi organismi decisionali, importanza della decisione da assumere, assunzione di responsabilità politica da parte dell’uomo forte e dell’istituzione che rappresenta, oppure l’intento di coprire subito l’eventuale scandalo di quello che passerà alla storia come “l’intrigo internazionale” così ben descritto da Sorrentino ?

Sinceramente non so rispondere in maniera netta e determinata; mi viene, però, un forte dubbio.

Il rapido svolgimento dei fatti può anche far pensare ad un preciso disegno politico-giudiziario ben predeterminato: rimuovere i container dagli stretti spazi del porto di Salerno e trasferirli nel sito militare di Serre ottenendo prima tutti i “pass” necessari, sito nel quale a mio modo di vedere sono destinati a rimanere per anni, altro che destinazione top secret.

Dico questo perchè il quadro appare abbastanza chiaro: il vice presidente della Regione (e con esso la Regione tutta) ha fatto un figurone, l’Ente Provincia ha risolto il problema del porto, il comune di Salerno se l’è cavata alla chetichella, i sindaci hanno recitato la loro parte in difesa del territorio e dei suoi abitanti, le Procure di Salerno e Potenza ci hanno messo del loro e gli abitanti della zona di Serre (ben istruiti ?) sono stati protagonisti della contestazione; ed ora non possono prendersela neppure con gli amministratori locali che, sulla carta, hanno fatto di tutto contro il trasferimento.

I serresi hanno recitato, anche bene, la loro parte arrivando finanche a piantare sulla nuda terra uno striscione come inno alla propria terra. Sarà sufficiente per evitare eventuali rischi di inquinamento ?

Dunque i serresi tutti fatti fessi e contenti ?

A meno di sommovimenti tellurici dell’ultimo minuto sembra proprio di si.

Di certo è che per la prima volta in assoluto tutta la filiera di comando “Procure, Regione, Provincia, Comuni” pur avendo violentemente litigato ha deciso in maniera inappellabile; ma la politica, come dicevo, spesso riesce a tirare fuori il possibile dall’impossibile. La storia dei prossimi mesi, come sempre, ci dirà tante verità.

C’è solo da sperare che i container non contengano rifiuti tossici, che rapidamente vengano inviati alla destinazione finale e che vengano smascherati i colpevoli di questo ormai acclarato intrigo internazionale.

Il caso di Serre dimostra, se ce ne fosse stato ancora bisogno, che non ci si può fidare più di nessuno, neppure delle tante libere associazioni che organizzano “libere” manifestazioni pro ambiente.

 

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