LA NOSTRA COSTITUZIONE FONDATA SUL LAVORO, IL PRIMO MAGGIO , LA SICUREZZA SUL LAVORO E LA SALUTE DEI LAVORATORI.

 

da Pietro Cusati

 

La festa del lavoro rappresenta motivo di riflessione soprattutto per la sicurezza sul lavoro e la salute dei lavoratori. L’auspicio che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza  rende disponibili risorse significative per la sicurezza sui posti di lavoro. Il primo articolo della Costituzione è uno  strumento di realizzazione di diritti sociali. L’articolo uno della nostra Costituzione, entrata in vigore il 1° gennaio 1948,l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro ,in quanto voluta e proclamata dal popolo, a seguito di una votazione a suffragio universale a cui parteciparono tutti i cittadini aventi diritto al voto. La sovranità appartiene,appunto , al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. Fondata sul lavoro e non su altri diritti ? Il lavoro nobilita l’uomo e contribuisce al miglioramento della società. Il lavoro del singolo è un bene per la collettività. Il diritto al lavoro garantisce l’uguaglianza e la dignità delle persone. Quello della sovranità del popolo è una vera e propria rivoluzione : il popolo non è un suddito ma un sovrano di sé stesso. La sovranità deve essere esercitata «nelle forme e nei limiti prescritti dalla Costituzione». La Costituzione prevale sempre sulla volontà del popolo. Che significato volevano dare i padri costituenti : la nostra repubblica è “fondata sul lavoro”? Tale significato  nella nostra epoca storica è ancora attuale o è il caso  di una modifica che renda l’articolo uno più “moderno” ?Nella nostra  Costituzione l’articolo 1 è  la norma più importante dal punto di vista simbolico in quanto racchiude  tutto lo spirito, gli ideali, le speranze e le aspettative di un popolo.Infatti la discussione impegnò tutti i partiti ed i costituzionalisti più autorevoli per mesi e venne fatto un lungo lavoro di sintesi e di mediazione, che certamente  rappresenta la più grande eredità dei padri costituenti, un punto d’incontro in cui tutti gli italiani potessero rispecchiarsi. Il riconoscimento del diritto al lavoro come uno dei principi fondanti della nostra Nazione : “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”. La repubblica  “fondata sul lavoro”, va intesa come “affermazione del dovere di ogni uomo di corrispondere il massimo contributo alla prosperità comune”. Il lavoro  come partecipazione collettiva alla crescita ed al benessere della collettività e come  principale fattore di autorealizzazione dell’individuo, come strumento per dare attuazione a tutti gli altri diritti soggettivi. La mancanza di lavoro comporta  disagio sociale, ma anche un vero è proprio danno per l’individuo, che si trova nell’impossibilità di realizzare la propria personalità all’interno della società. Per il  giurista  Piero Calamandrei,  uno dei padri della nostra Costituzione,  il significato profondo della scelta dei Costituenti di inserire il lavoro come principio fondamentale e fondante della Repubblica Italiana:  ‘’Fino a che non c’è  possibilità per ogni uomo di lavorare e di studiare e di trarre con sicurezza dal proprio lavoro i mezzi per vivere da uomo, non solo la nostra Repubblica non si potrà chiamare fondata sul lavoro, ma non si potrà chiamare neanche democratica perché una democrazia in cui non ci sia questa uguaglianza di fatto, in cui ci sia soltanto un’uguaglianza di diritto, è una democrazia puramente formale, non è una democrazia in cui tutti i cittadini siano messi in grado di concorrere alla vita della società, di portare il loro miglior contributo, in cui tutte le forze spirituali di tutti i cittadini siano messe a contribuire a questo cammino, a questo progresso continuo di tutta la società.” Il lavoro, la garanzia del lavoro, le condizioni di lavoro, la retribuzione del lavoro sono il criterio con cui misurare l’uguaglianza di fatto degli uomini, quindi la democrazia o l’assenza di democrazia nella Repubblica. Ne consegue che deve essere  assicurato  a tutti la possibilità di lavorare, perché tutti i lavoratori devono essere nelle condizioni materiali e spirituali di contribuire all’organizzazione della vita politica, economica e sociale del Paese. Ed è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli che limitano l’uguaglianza e la libertà dei cittadini perché tutti siano partecipi del processo di costruzione dello stato.

 

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