RELAZIONE 2021 DEL GARANTE DELLE PERSONE DETENUTE PRIVATE DELLA LIBERTA’ PERSONALE IN CAMPANIA, al sovraffollamento e alla carenza di personale, si è aggiunta l’emergenza Covid.

 

da Pietro Cusati

Napoli, 6 maggio 2022 . La Regione Campania conta 16 carceri sul territorio, per un totale di circa 6.747 detenuti ristretti nel 2021,numero leggermente superiore rispetto all’anno precedente. In pratica i numeri mostrano l’elevato livello di sovraffollamento degli Istituti penitenziari Campani. La Campania, infatti, nel 2021 è stata la seconda Regione in Italia, per numero di persone ristrette. E’ stata approvata dal Consiglio regionale  della Campania  la relazione 2021, presentata dal Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Campania,Prof. Samuele Ciambriello,con la  collaborazione dell’osservatorio regionale sulla detenzione. Nell’introduzione il Prof. Samuele Ciambriello,autore del libro :’’Comunico,dunque sono ’’,guida editore, mette in evidenza la situazione   in cui versano gli istituti penitenziari  della Campania ,infatti alle  ataviche problematiche, come il sovraffollamento e la carenza di personale, si è aggiunta negli ultimi due anni l’emergenza dettata dalla Pandemia Covid-19, compromettendo la funzione rieducativa e risocializzante che si pone alla base del trattamento penitenziario. Una battaglia culturale, la pena è un diritto della società che però presuppone un diritto delle persone detenute a essere trattate senza discriminazione. La vita in carcere non può essere sospesa da nessuna emergenza, ma continua: con le sue speranze e con i suoi drammi. Nel biennio 2020 – 2021 , a causa del Covid-19,si è registrata la morte di sei agenti di custodia,sei  detenuti e di un medico penitenziario operante nel carcere di Secondigliano. In Campania la situazione carceraria  al 31 dicembre 2021, rilevata attraverso i dati forniti dai 15 istituti penitenziari per adulti e dall’istituto penitenziario militare di Santa Maria Capua Vetere, ha fatto registrare 6.747 detenuti presenti (971 presenze in più di quelle previste). Rispetto alle 6.420 censite un anno prima,un aumento dei detenuti a livello regionale in linea con il dato nazionale. In Campania, durante l’anno 2021, sono stati registrati 6.569 ragazzi presi in carico dalla Giustizia minorile (il 47,6% di tutta Italia). Sono stati registrati, inoltre, sei ingressi in Centri di prima accoglienza (CPA), 69 in comunità (5 ministeriali e 65 private), 46 presso i Centri Diurni Polifunzionali, di cui 17 a Nisida e 29 a Santa Maria Capua Vetere. Nell’Istituto di Nisida si contano 86 ristretti di cui 6 donne, ad Airola invece, 26 ristretti. Ad aggravare la situazione è stata l’emergenza sanitaria Covid- 19 che ha trasformato gli stessi istituti penitenziari in luoghi sempre più precari. In questo quadro di difficoltà strutturali, mantenere vivi gli elementi culturali che hanno ispirato il legislatore è compito non semplice. Tuttavia, nonostante l’emergenza, si è fatto fronte alla pandemia con numerosi interventi, in collaborazione con le istituzioni sanitarie regionali. Fondamentale è stata la campagna vaccinale, iniziata nelle carceri campane nel 2021, che ha visto un aumento di quasi il 90% dei vaccinati tra personale e detenuti in Campania. Nel periodo di tempo compreso tra gennaio 2021 e dicembre 2021 sono stati effettuati complessivamente n.1.007 colloqui, in tutte le carceri presenti sul territorio regionale. Tale numero va a conferma di quanto il momento del colloquio, e dunque di incontro, sia estremamente fondamentale poiché, in assenza dello stesso, la vita sarebbe destinata a rimanere isolata, nel silenzio e nella solitudine.  Da sempre  nella storia dell’uomo, è presente il ricorso all’utilizzo della comunicazione come principale mezzo di espressione del proprio mondo e del proprio stato emotivo. Tale assunto vale maggiormente per le persone ristrette negli istituti di pena, dove le risorse e gli strumenti che si hanno a disposizione sono nettamente limitati. Si tratta di  categorie “vulnerabili” come lo sono, per l’appunto, i detenuti. La detenzione, infatti, è già di per sé una condizione  drammaticamente problematica, che spoglia la persona della propria identità, individualità, dei contatti con il nucleo familiare, sociale, lavorativo .

 

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