Chiuso un “ciriaco…di vita”.

 

da Antonio Cortese

Con la scomparsa di Ciriaco si ammaina quasi definitivamente la vela del carrozzone democristiano. Si chiude un’era chiusa già simbolicamente dall’addio di Andreotti. Il sindaco di Nusco se ne va con qualche polemica in meno, essendosi quasi sempre fatto i fatti suoi per davvero , arricchendo specialmente l’entroterra irpino che oggi vanta borghi e strade e infrastrutture che forse sono migliori di quelli umbri o maremmani nonostante il terremoto ‘80. La stessa città di Avellino è ancora una baraccopoli a confronto con le sue zone dove ha compiuto miracoli. Anche Salerno e provincia lo hanno sempre ben stimato, ma resta qualche livore sulla ubicazione dell’ateneo ancora evidenziato da qualche titolo della stampa locale. Ebbene a questi denti avvelenati chiederei dove mai si sarebbe potuta realizzare una cittadella di tali dimensioni. Dalla Marina di Arechi alla zona industriale non si sarebbero potuti collocare porto, stadio e uffici finanziari; un traffico poi di auto tale già prima degli anni novanta dove mai avrebbe convogliato? A meno che non si confondino al solito astii di matrice sportiva la canzone è più che stonata. Perché inoltre studenti appassionati anche a questo o quel tifo campanilistico hanno avuto modo di confrontarsi civilmente, oltre al fatto che l’intera economia così si è sviluppata facendo incontrare laureati e imprese da tutto il sud Italia in tal guisa. La stessa politica è cresciuta in questa sede, basti contare le migliaia di convegni a Fisciano negli ultimi trent’anni. Quindi, per favore, a chi non è mai stato filodemocristiano, gli si recapiti l’invito sia al silenzio non solo luttuoso, ma al rispetto di chi ha dovuto compre svariati occhiali da vista per imparare qualcosa in più della media di gente che speriamo non venga oltre manipolata alla cattiveria gratuita che muoia prima del prossimo politico.

 

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