Domenica 12 giugno 2022, dalle ore 7 alle ore 23, si vota per i cinque referendum popolari abrogativi sulla giustizia. Non è previsto un secondo giorno di voto. Per essere validi i referendum devono ottenere il quorum , partecipare alla votazione la maggioranza degli aventi diritto al voto.

 

da Pietro Cusati

Per essere valido il referendum   deve ottenere  il quorum di validità e cioè devono partecipare alla votazione la maggioranza degli aventi diritto al voto. Perché la norma oggetto del referendum stesso sia abrogata deve essere raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi. Hanno diritto a partecipare al referendum tutti cittadini chiamati ad eleggere la Camera dei deputati. L’art.75 della Costituzione stabilisce che la proposta soggetta a referendum è approvata se hanno votato la maggioranza (50%+1) degli aventi diritto al voto e se è raggiunta la maggioranza (50%+1) dei voti validamente espressi. Referendum n.1 – Abrogazione del Testo unico delle disposizioni in materia di incandidabilità e di divieto di ricoprire cariche elettive e di Governo conseguenti a sentenze definitive di condanna per delitti non colposi. Referendum n.2 – Limitazione delle misure cautelari: abrogazione dell’ultimo inciso dell’art. 274, comma 1, lettera c), codice di procedura penale, in materia di misure cautelari e, segnatamente, di esigenze cautelari, nel processo penale.Referendum n.3 – Separazione delle funzioni dei magistrati. Abrogazione delle norme in materia di ordinamento giudiziario che consentono il passaggio dalle funzioni giudicanti a quelle requirenti e viceversa nella carriera dei magistrati.Referendum n.4 – Partecipazione dei membri laici a tutte le deliberazioni del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei consigli giudiziari. Abrogazione di norme in materia di composizione del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei consigli giudiziari e delle competenze dei membri laici che ne fanno parte.Referendum n.5 – Abrogazione di norme in materia di elezioni dei componenti togati del Consiglio superiore della magistratura.In pratica il quesito numero 1 (scheda di colore rosso) propone l’abrogazione  della legge Severino , Testo unico delle disposizioni in materia di incandidabilità e di divieto di ricoprire cariche elettive e di Governo conseguenti a sentenze definitive di condanna per delitti non colposi.  Si chiede di cancellare la Legge Severino che esclude dalle elezioni e dagli incarichi in politica le persone condannate. Attualmente è prevista l’incandidabilità, l’ineleggibilità e la decadenza automatica per parlamentari, rappresentanti di Governo, consiglieri regionali, sindaci e amministratori locali in caso di condanna. In caso di vittoria del Sì viene abrogato il decreto e si cancella così l’automati smo. In questo modo si restituisce ai giudici la facoltà di decidere, di volta in volta, se, in caso una persona venga condannata, occorra applicare o meno anche l’interdizione dai pubblici uffici. In pratica il quesito numero 2 (scheda di colore arancione): limitazione delle misure cautelari: abrogazione dell’ultimo inciso dell’art. 274, comma 1, lettera c), codice di procedura penale, in materia di misure cautelari e, segnatamente, di esigenze cautelari, nel processo penale. Spiegazione: In pratica, si chiede di eliminare la norma sulla «reiterazione del reato» dall’insieme delle motivazioni per cui i giudici possono decidere la custodia in carcere o i domiciliari per una persona durante le indagini, quindi prima del processo. Se si vota «Sì», eliminando il pericolo della reiterazione del reato tra le misure cautelari, l’arresto preventivo rimarrà comunque possibile nei seguenti casi: pericolo di fuga, inquinamento delle prove e rischio di commettere reati di particolare gravità, con armi o altri mezzi violenti. Il referendum punta quindi a mantenere il carcere cautelativo solo per chi commette i reati più gravi. In pratica il quesito numero 3 (scheda di colore giallo): separazione delle funzioni dei magistrati. Abrogazione delle norme in materia di ordinamento giudiziario che consentono il passaggio dalle funzioni giudicanti a quelle requirenti e viceversa nella carriera dei magistrati.  In sostanza , se vince il «Sì» si introduce nel sistema giudiziario italiano la separazione delle carriere: i magistrati dovranno scegliere dall’inizio della carriera se assumere il ruolo di giudice nel processo (funzione giudicante) o quello di pubblico ministero(funzione requirente, colui che coordina le indagini e sostiene la parte accusatoria) per poi mantenere quel ruolo durante tutta la vita professionale. Oggi si può passare più volte dal ruolo di giudice a quello di pm e viceversa. In pratica il quesito numero 4 (scheda di colore grigio): partecipazione dei membri laici a tutte le deliberazioni del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei consigli giudiziari. Abrogazione di norme in materia di composizione del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei consigli giudiziari e delle competenze dei membri laici che ne fanno parte. Si chiede la valutazione sui magistrati da parte anche di altre figure di esperti nella materia giuridica, oltre che delle toghe. Gli avvocati, ma anche i professori universitari, parte di Consigli giudiziari, potrebbero quindi votare, se vincesse il «Sì», sull’operato dei magistrati e sulla loro professionalità. Attualmente la valutazione della professionalità e della competenza dei magistrati è operata dal Csm che decide sulla base di valutazioni fatte anche dai Consigli giudiziari, organismi territoriali nei quali  decidono solo i componenti appartenenti alla magistratura. Con il referendum si vuole estendere anche ai rappresentanti dell’Università e dell’Avvocatura nei Consigli giudiziari la possibilità di valutare i magistrati come consiglieri «laici». In pratica il quesito numero 5 (scheda di colore verde): abrogazione di norme in materia di elezioni dei componenti togati del Csm. Si chiede l’abrogazione della legge 24 marzo 1958, n. 195 («Norme sulla costituzione e sul funzionamento del Consiglio superiore della magistratura») nella parte che prevede l’obbligo di raccogliere da 25 a 50 firme per potersi candidare come membri dell’Organo di autogoverno della magistratura. Si tratta del quesito sulla riforma del Csm che ha come obiettivo lo stop al sistema delle cosiddette correnti . Con il sì, si tornerebbe alla legge originale del 1958, che prevedeva che tutti i magistrati in servizio potessero proporsi come membri del Csm presentando semplicemente la propria candidatura senz l’obbligo di raccogliere le firme.

 

 

3 thoughts on “Domenica 12 giugno 2022, dalle ore 7 alle ore 23, si vota per i cinque referendum popolari abrogativi sulla giustizia. Non è previsto un secondo giorno di voto. Per essere validi i referendum devono ottenere il quorum , partecipare alla votazione la maggioranza degli aventi diritto al voto.

  1. La Rai ignora i referendum sulla giustizia ? E’ incredibile che se ne parli così poco? Mancano pochi giorni al 12 giugno 2022 , quando gli italiani saranno chiamati ad esprimere la loro opinione sui cinque referendum relativi alla giustizia. Dei quesiti referendari si parla pochissimo in televisione. Silenzio delle televisioni e polemiche per il monologo di Luciana Littizzetto andato in onda nell’ultima puntata di ‘Che Tempo Che Fa’ su Rai3, dove l’attrice addirittura propone il boicottaggio,infatti, ha dichiarato di andare al mare il 12 giugno invece di votare per il referendum sulla Giustizia.

  2. Raccomandato e non obbligato l’uso della mascherina per l’accesso degli elettori ai seggi. Il ministero dell’Interno ha diramato una nuova circolare con cui informa i Prefetti dell’avvenuta sottoscrizione da parte dei ministri della Salute e dell’Interno ‘’dell’addendum’’ al Protocollo sanitario e di sicurezza dell’11 maggio 2022 per lo svolgimento delle consultazioni elettorali e referendarie dell’anno 2022.’’L’addendum’’ prevede l’uso fortemente raccomandato della mascherina chirurgica per l’accesso degli elettori ai seggi, per il solo esercizio del diritto di voto.

  3. Nei 76 anni di storia repubblicana, dal 1946 ad oggi, si sono svolti 73 referendum nazionali,con i cinque di domenica 12 giugno 2022 , si raggiungerà quota 78, di cui 67 abrogativi, quattro costituzionali, uno consultivo e uno istituzionale del .
    2 giugno 1946 che registrò una percentuale di affluenza del 89,1%.Dei quattro referendum costituzionali solo due ottennero il sì , quello sulla modifica del titolo V della Costituzione (2001) e quello sulla riduzione del numero dei parlamentari (2021).L’unico referendum consultivo si svolse nel 1989, ebbe un esito positivo e riguardò il conferimento di un mandato costituente al Parlamento europeo. Diversi sono stati i referendum abrogativi, per essere validi, l’affluenza dev’essere del 50% più uno degli aventi diritto. Il primo referendum abrogativo fu quello sul divorzio, nel 1974, nel quale votò l’87,7% dei 37,6 milioni di elettori .

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