Pietro Guzzo: “Se Dante fosse nato a Castiglione”

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Non c’è bisogno di tanti sofismi, di innaturali e ostentate allocuzioni verbali o di un linguaggio dialettico forbito, per spiegare e far capire che l’essenza stessa dell’ultimo lavoro letterario dello scrittore Pietro GuzzoSe Dante fosse nato a Castiglione” (grafica curata da Studio Web Torre e stampa di Arti Grafiche Salerno) è compresa in un titolo davvero ad effetto ed omnicomprensivo.

Io personalmente il titolo ho provato a leggerlo così “e se Dante fosse nato a Castiglione” in cui quella semplice “e” congiunzione mette insieme l’importanza culturale di Castiglione del Genovesi con il sogno, divenuto quasi un’esigenza nel libro di Guzzo, di ritornare indietro nel tempo per poter fissare a Castiglione anche la nascita del “sommo poeta” Dante Alighieri per rinfoltire la schiera di grandi personaggi nativi castiglionesi come Antonio Genovesi (1713 – 1769) e Matteo Bottigliero (1680 -1757); il primo filosofo economista che ha ridato il nome al paese di nascita, e il secondo tra i più illustri scultori del tempo.

Ma anche perché, come dice il prof. Giuseppe Acocella (magnifico rettore dell’Università G. Fortunato di Benevento) nella sua brillante ed efficace prefazione, soltanto immaginare l’ipotetica nascita castiglionese di Dante porta a considerare che lo scrittore Guzzo è stato capace, attraverso un sogno, di miscelare in maniera perfetta l’educazione scolastica della Divina Commedia con l’esigenza di guardare a quelle “terzine dantesche” non più e non soltanto come figure e vizi legati ai secoli tra il XIII e il XIV ma anche, se non soprattutto, in una visione più larga della vita che ieri come oggi passa attraverso passioni – vizi e virtù in una sorta di rituale storico-contemporaneo.

Viaggia molto in alto la fantasia del prof. Pietro Guzzo, e partendo da Natalino Sapegno (critico letterario e accademico italiano, vissuto tra il 1901 e il 1990) arriva a concretizzare che il Sommo, prima da risciacquare i suoi cenci nell’Arno, avesse perfino scritto l’introduzione della sua opera così: “Nel mezzo del cammin  di nostra vita mi ritrovai con una serva, all’oscuro, chè la corrente se n’era ita. Tesi la man, toccai due cose dure. Che nel pensier rinnovan la goduria ! Eran belle, tornite e dure; ma per trattar del ben ch’io provai, non so ben ridir com’io v’entrai, tant’era preso ed eccitato assai che dolce al suo piacer m’abbandonai”.

Come avete capito ci sarà molto da discutere sabato 11 giugno 2022, dalle ore 18.00, nella sala del Comune di Castiglione del Genovesi; sono stati chiamati a farlo Matteo Generoso Bottigliero (sindaco di Castiglione), Gaetano Siano (presidente centro studi “A. Genovesi”), Mario Senatore (poeta e cittadino onorario). Francesco D’Episcopo (già docente universitario federiciano), Biagio Napoletano e Guido Milanese. Chiuderà i lavori il prof. Giuseppe Acocella.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *