L`Avanti! della domenica”, il giornale politico più antico d’Italia, ogni sabato in edicola in versione cartacea ,insieme al quotidiano “Il Riformista”. Enzo Maraio, segretario del Psi , direttore politico responsabile del glorioso settimanale.

 

da Pietro Cusati

Torna l’Avanti! della domenica, Enzo Maraio (nella foto il giovane avvocato, segretario nazionale del PSI ): una voce libera, sarà al centro del dibattito culturale e politico del centrosinistra. In edicola il giornale politico più antico  d’Italia, un giornale  che ha raccontato la storia d’Italia, ripartire dalla centralità della politica. E’ un’operazione editoriale coraggiosa e singolare perché il Psi è l’unico partito che torna in edicola con un giornale  in forma cartacea.  “Un giornale libero che vuole dare voce all’Italia degli ultimi e contribuirà al dibattito culturale e politico fra le forze di centrosinistra”  ha ribadito Enzo  Maraio che ha assunto  il ruolo di Direttore politico del settimanale.  ‘’Dobbiamo tornare ad essere una sinistra che guarda al futuro, che abbia una visione e che non sia più miope. Dobbiamo tornare a fare la sinistra, questo è il punto. Bisogna tenere insieme tutte le forze che hanno nel proprio dna il riformismo che vogliono ripartire dalla centralità della politica”. E’ tornato  in edicola, il sabato, in versione cartacea, insieme al quotidiano “Il Riformista”, l’Avanti della domenica, ‘’Torna una voce libera che darà ascolto agli ultimi, al disagio sociale, alle periferie. Sarà una bella sfida.”  Il quotidiano del partito socialista, l’Avanti!  è stato al centro della storia e spesso, più che raccontarla, l’ha fatta. I suoi direttori hanno infatti lasciato una impronta decisiva nelle istituzioni, Gramsci, Nenni, Pertini , Craxi, Intini. I suoi collaboratori l’hanno lasciata nella letteratura, nel cinema, nel teatro e nell’arte. La vita dell’Avanti! fatta  anche di momenti esaltanti, come la vittoria nei referendum sulla Repubblica e sul divorzio, festeggiati da Nenni e Fortuna, i loro protagonisti, nella redazione che è stata il motore dei referendum stessi. Ugo Intini, giornalista ,esponente storico del Partito Socialista, è stato direttore dell’Avanti e de  il Lavoro di Genova. Quest’anno sono stati  celebrati a Genova i 130 anni della nascita del Partito socialista nella città dove fu fondato, nella storica sala Sivori. Il segretario Enzo Maraio  ha preannunciato  le sfide del nuovo millennio e il modo per essere all’altezza della gloriosa storia del partito. L’Avanti della Domenica fu uno dei periodici culturali più interessanti del  primo decennio del Novecento che coincise con l’età giolittiana e della sinistra costituzionale, un periodo storico di grandi conquiste economiche e sociali e che conobbe il primo autentico incremento del benessere collettivo. Sono gli anni in cui si iscrive la vicenda editoriale di questo settimanale, che nacque nel gennaio 1903 come supplemento del quotidiano socialista Avanti! Nell’estate del 1903 venne nominato un giovane e coraggioso direttore, Vittorio Piva, redattore dell’Avanti!, di soli ventotto anni. Sotto la sua direzione la rivista divenne una delle riviste illustrate di punta nell’Italia di allora. Il giovane direttore Vittorio Piva  diede vita a un’esperienza culturale straordinaria, grazie alla sua capacità di interloquire con gli ambienti intellettuali e artistici più vitali e innovativi della sua epoca, con particolare riferimento ai temi inerenti all’arte, e al rapporto tra questa e le istanze del socialismo, recensioni di mostre, presentazioni critiche di scultori, pittori e incisori, testi di teoria estetica, polemiche su fatti di vita culturale. Sulle pagine dell’Avanti della Domenica trovavano spazio contributi di grandi esponenti della cultura del tempo , non solo di area socialista, testi di letterati e giornalisti di valore e perfino Gabriele D’Annunzio. L’Avanti della Domenica fu un settimanale originale e battagliero, specchio dell’Italia di quegli anni, una rivista non monolitica nella linea e nelle convinzioni espresse, ma generalmente tesa ad affermare il diritto a una creatività libera, senza subordinazioni a fini politici o di propaganda. Perché «l’unico carattere sociale che l’Arte può avere,  scriveva Vittorio Piva nel maggio 1905 , è la bellezza, in tutti i suoi vari aspetti.

 

 

 

 

 

 

 

 

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