LETTERA APERTA ALL’ASSESSORA AL BILANCIO, DOTT.SSA ADINOLFI

 

 

da Alfonso Malangone

(Ali per la Città)

 

La dott.ssa Paola Adinolfi (docente universitaria ed assessora al bilancio del Comune di Salerno) alla cui attenzione è diretta la lettera aperta firmata dal dr. Alfonso Malangone (Ali per la Città)

Gentilissima dott.ssa,

nella Sua recente intervista a ‘il Mattino’, Lei ha sostenuto che l’adesione al decreto Aiuti è stata una scelta vantaggiosa e che fare ‘allarmismo’, su questo, è un danno arrecato alla Città. Consentirà di osservare che, in una Comunità libera, le posizioni avverse si dovrebbero contestare – dati alla mano – con argomentazioni convincenti, senza demonizzarle. E, consentirà di aggiungere che appare sorprendente la Sua visione dei fatti. Affermare che la decisione è stata assunta solo per i contributi statali attesi, ma non previsti e non concessi, o per assicurare il riequilibrio evitando di ridurre i servizi, è in evidente contrasto con la proposta, da Lei stessa elaborata e inviata al Governo, di agire su ogni voce delle Entrate e delle Uscite correnti. E, anche di più.

E, infatti, a due giorni dall’intervista, la Giunta ha approvato il Suo Bilancio di Previsione che conferma pienamente, salvo errore, il contenuto della Sua relazione. Così, l’Ente venderà tutto, TUTTO, salvo il Palazzo Comunale e l’Arechi e, con l’Irpef e la tassa di imbarco, aumenterà i canoni, i fitti, i tributi, tranne la Tari, già ai massimi, i trasporti, la mensa, gli impianti sportivi, i mercati, il teatro e ogni altro servizio a domanda. Poi, sarà ridotto il personale, riesaminata tutta la struttura comunale e tanto altro ancora. Se non c’è pre-dissesto, o dissesto, come Lei tuttora pubblicamente sostiene, perché ‘infierire’ mettendo le mani nelle tasche dei cittadini? Dovrebbe, all’opposto, proporre soluzioni più indolori, che ci possono essere, e ritirare immediatamente l’adesione al decreto.

Non manca, tra le maggiori entrate, l’addizionale Irpef che in precedenza aveva dichiarato di voler escludere ritenendo più valida la decisione di ‘spalmare’ il rientro tra tante altre voci rispetto, ad esempio, alla scelta della Città di Lecce di aumentare l’imposta di quattro punti, senza altre gabelle (fonte: ilMattino). Secondo la Sua proposta, da noi, l’incremento sarà limitato e graduale. Con queste modalità, però, appare difficile rispettare il principio democratico, equo e giusto, della partecipazione secondo ‘capacità contributiva’ previsto in Costituzione. Cioè: ‘chi più ha, più darà’. Da noi, non a Lecce, crescerà in proporzione la partecipazione ‘piatta’ che colpirà le famiglie più deboli con riferimento a spese che si dovrebbero garantire nel rispetto proprio della Costituzione e, se vogliamo, anche della morale. Quindi, ‘chi meno ha, più darà’. Stupisce che gli Assessori, rappresentanti degli interessi del popolo, non abbiano provato imbarazzo, per questa decisione.

Quanto alle origini del ‘disastro’, Lei ha dichiarato che gli squilibri sono “riconducibili prevalentemente a cause esogene”. Però, nelle premesse della Sua proposta, ha rilevato inefficienze e ritardi nella riscossione coattiva dei crediti, con cospicui azzeramenti, e sottolineato, ‘obiettivamente’, che l’Agente incaricato nel 2016, operante anche in altre Città, ha denunciato a Salerno risultati inferiori. Questo, non sembra un fatto esogeno. Sarebbe un diritto dei cittadini onesti sapere perché a quelli ‘furbi’ sia consentito di festeggiare per i loro inadempimenti. Dopo aver concesso a qualcuno di ‘arricchirsi’ e di ‘privatizzare’ gli utili, adesso si passa a ‘socializzare’ le spese. In verità, anche questo dovrebbe creare imbarazzo nei responsabili. E, forse, anche vergogna.

Ha detto, poi, che la riduzione dei trasferimenti statali, nel periodo 2011/21, ha sottratto risorse non compensate dall’aumento delle entrate per tributi. Usando i Suoi numeri, ed evitando di ripeterli, c’è un differenziale negativo nelle Entrate di 19,8milioni. Per salvaguardare il livello dei servizi, l’Ente ha diminuito le spese del periodo per 20,3milioni. Bene. Ma, se queste sono le cifre in gioco, peraltro equilibrate, ci spieghi, per favore, come il “disallineamento temporale tra flussi in entrata e in uscita” (cit.) possa giustificare un disavanzo di centinaia di milioni. In realtà, se “il Comune ha dovuto fare ricorso alle anticipazioni di liquidità…per il pagamento di debiti certi, liquidi ed esigibili, con…appesantimento della spesa annuale per la quota di rimborso del capitale e interessi passivi…” (cit.), i motivi possono essere solo due: i crediti, Residui Attivi, ‘marci’ o ‘gonfiati’, salvo errore, e l’incremento del Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità a causa della loro pessima qualità. E, Lei, lo riconosce quando dichiara che: “i problemi si sono aggravati…con il d.l. n. 118 del 2011 (cioè: di undici anni fa!) con il riaccertamento straordinario dei residui e l’istituzione del Fondo Crediti…di anno in anno crescente”. La riprova è nell’entità del Fondo, al 12/2021, per le Entrate del I Titolo, quelle tributarie, pari all’87,47% del totale e con copertura, al 50%, anche di quelle dello stesso anno. Cioè: i crediti sarebbero ‘numeri vuoti’, pure quelli dell’ultimo accertamento. Anche questo, in verità, non sembra un fatto esogeno.

C’è un’ulteriore verità. Negli anni dal 2016 al 2021, i debiti di ‘finanziamento puro’, escluse le obbligazioni, sono cresciuti dai 353,5milioni del 2016 ai 402,8 del 2021. Un salto di 50 milioni. Prima del 2016, non si sa, perché non ci sono i Bilanci sul sito della Città della Trasparenza. Se l’Ente ha pagato le forniture con i debiti, converrà che il motivo può essere solo quello di aver prima impegnato, e poi speso, i crediti ‘lordi’, magari anche gonfiati, salvo errore, svuotando la riserva finanziaria costituita dagli accantonamenti. Fatto grave e neppure esogeno. Solo così si può spiegare perché, a fine 2021, i crediti netti sono pari a 102,6milioni e i debiti complessivi a 539,9. Questo, Lei non l’ha detto. Ma, lo sa. E, allora, se fosse davvero convinta, in simili condizioni, di risanare con qualche spesa in meno, per favore, ritiri l’adesione, mettendo a tacere anche gli ‘allarmismi’, e ci dica come farà a rimborsare il disavanzo e a pagare le rate dei mutui+interessi con quote annuali che, già oggi, sono previste prossime ai 50milioni. Un peso insostenibile per una Città in ginocchio e in veloce decrescita demografica ed economica. Forse, gestendo diversamente tutti quei soldi, oggi si poteva stare meglio.

Gentilissima dott.ssa Adinolfi,

Lei è professionista esperta, consapevole e stimata. Non ha responsabilità per ciò che è stato, ma le sta assumendo per ciò che sarà. Per favore, dica la ‘Sua’ verità e lasci ad altri il ‘privilegio’ di giustificare ai cittadini i milioni e milioni di euro ‘marci’ e le tante scelte che hanno sottratto risorse e beni alla Comunità. Grande dovrà essere la Misericordia del Signore nei loro confronti.

Cordialmente.

Alfonso Malangone – Ali per la Città – 13/07/2022

 

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