ISRAELE: Yair Lapid assicura nessuna restrizione.

 

da Antonio Cortese

Il nuovo premier israeliano Yair Lapid

Prontamente riportato ieri 23 agosto da uno speciale Rai Tre, il premier israeliano appena insediato un paio di settimane fa, ha sbalordito la terra santa aprendo ai palestinesi rivolgendo apertura, attitudine all’aiuto e promesse di nessuna restrizione nei confronti degli occupati. La vera guerra, quella palestinese che é nata da un’assetto pacifico del dopoguerra mondiale, di cui sembra se ne stiano accorgendo un po’ tutti solo per una cosciente sponda emergenziale al conflitto russo, potrebbe finalmente calmarsi dopo una settantina d’anni.  Non essendo abituata però la parte “più araba” ad un tale tentativo di dialogo, la reazione palestinese é stata comunque negativa perché in malafede ritenuta corrompente. Difatti il premier Lapid avrebbe fatto una proposta politicamente indecente invitando i guerriglieri a deporre le armi e cancellare i divieti per ricostruire assieme il territorio di Gaza con sussidi e apporti economici per realizzare “l’isola artificiale al largo della costa di Gaza, che consentirà la costruzione di un porto. Verrà costruito un collegamento di trasporto tra la Striscia di Gaza e la Cisgiordania. Saranno portati avanti investimenti internazionali all’interno di Gaza e progetti economici congiunti con Israele, Egitto e Autorità Palestinese. Saranno costruite zone industriali e occupazionali ; … sarà riparato il sistema elettrico, sarà allacciato il gas, costruito un impianto di dissalazione dell’acqua, verranno apportati significativi miglioramenti al sistema sanitario e ricostruite le infrastrutture abitative e di trasporto”.

Il neo primo ministro si è rivolto in un appello in diretta televisiva direttamente ai palestinesi, quasi fossero suoi potenziali elettori, poiché tale proposta era stata rifiutata a priori dai vertici politico-religiosi islamici. Tali progetti sarebbero di comune intesa con vari partner internazionali e da governi di vicinato turco, egiziano e altri della penisola mediorientale.

In questi giorni lo Shin Bet ( una specie di Cia israeleina) ha comunicato però ai palestinesi di non interferire sulla politica israeliana; la Cia stessa assieme al nuovo trend statunitense da poco più di anno, ha cominciato a difendere la causa palestinese un po’ per moda politicamente corretta, un po’ per mantenere viva la propaganda a stelle e strisce, i cui buonismi  all’alba del terzo millennio sono stati smascherati e rischiavano la scadenza. In pratica gli U.s.a.  per tenere vive le frizioni stanno cominciando come per il mestiere dei i maestri burattinai Ferrajoli di Vietri sul Mare o come accade al teatro dei pupi a Palermo, a tirare i fili di entrambe le parti: dividi et impera al grido di Pulcinella “Ajizate e combatto!”.

 

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