TORRACA: Amedeo Di Muoio scrive al direttore … il pannello non violato !!

 

Aldo Bianchini

Il pannello di Caruso come era prima dell'incidente

SALERNO – Da Torraca (SA), incantevole paesino con veduta sul magnifico golfo di Sapri della costiera saprese, in data 24 agosto scorso mi scrive il sig. Amedeo Di Muoio sulla vicenda del pannello artistico realizzato da Enzo Caruso e accidentalmente danneggiato nel corso di lavori di ristrutturazione dello stabile sul quale era stato affisso tempo fa.

La parola “violenza” riportata nei due articoli precedenti (uno a firma dell’avv. Giovanni Falci e l’altro sottoscritto da me) va intesa sempre e comunque come violenza sull’arte che è sempre dietro l’angolo quando si manomette anche accidentalmente un’opera d’arte che va sempre rispettata. E fa piacere apprendere che la famiglia proprietaria dello stabile ha già preso gli opportuni contatti con l’artista in questione.

I timori del sig. Amedeo nella non pubblicazione della sua lettera, che merita il dovuto rispetto così come lo merita Caruso, cadono subito; questa testata è libera e indipendente da qualsiasi condizionamento, e per indirizzo editoriale si muove sempre nella ricerca della verità; e per questo la lettera di Amedeo viene pubblicata integralmente:

 

Egregio Direttore

Dopo aver dovuto leggere per la seconda volta un articolo sui fatti dell’incidente accaduto a Torraca come famiglia interessata dobbiamo prendere atto che la sua testata, o chi dietro sta operando, non vuole prendere atto e non ha alcun interesse a voler riportare la verità dei fatti il che ci sorprende da parte di un organo di stampa e d’informazione che dovrebbe essere scrupoloso nella valutazione delle notizie da pubblicare e accertarne le fonti ma soprattutto ascoltare le parti e riportarne fedelmente le dichiarazioni.

Registriamo ancora una volta con amarezza la non volontà a dire il vero ad usare a proprio comodo notizie, fatti ed accadimenti, in ogni articolo pubblicato chi scrive non tiene mai conto di cio’ che ampiamente è stato piu’ e piu’ volte sottolineato per l’ennesima volta ci vediamo costretti a rinfrescare la memoria.

Questa famiglia, che non si compone di avvocati, e’ comunque una famiglia composta di gente acculturata, perbene e rispettosa del prossimo, tanto amante dell’arte da consentire l’apposizione dell’opera a suo tempo orgogliosa di poterla esporre sulla propria abitazione. Ora le chiediamo: perché secondo lei ad oggi avrebbe voluto con tanta violenza rimuoverla? Questo è il passaggio più offensivo dei due articoli che lei ha permesso di pubblicare LA VIOLENZA nella distruzione ed è qui che il primo firmatario e il secondo commettono la leggerezza non verificare l’accaduto prima di pubblicare una notizia.

Per l’ennesima volta ribadiamo il concetto

La realtà è che il fabbricato in questione è oggetto d’intervento mediante il SUPERBONUS 110% e su cui si stanno eseguendo interventi di natura statica ed energetica.

Nello specifico, per la parte energetica del fabbricato è prevista l’apposizione di una pannellatura in EPS sulle facciate del cespite; per una corretta esecuzione è prevista la rimozione degli intonaci per poi procedere alla pannellatura e successiva mano d’intonaco.

Nella pulizia preliminare della facciata si è andata a rimuovere in parte la pannellatura in mattonelle, incidendole lateralmente nel tentativo di una rimozione sicura.

Così non è stato in quanto si è verificato che per l’apposizione in facciata è stato probabilmente utilizzato un collante “troppo forte” e non idoneo per quello che si stava apponendo; ne è conseguito che porzione della pannellatura (non la totalità) si è sgretolata man mano che si è proceduto alla rimozione.

Non vi è alcun vincolo vigente nella zona d’interesse né alcuna integrazione e prescrizione è stata richiesta o emessa dall’ente comunale; la pratica edilizia è stata regolarmente depositata presso la casa comunale. I lavori sono totalmente in regola.

Mi dispiace Direttore doverle riferire (diversamente da quanto riportato) che con l’Artista Caruso questa famiglia ha preso contatti e l’Artista ridendo al telefono ha parlato di una situazione esagerata ritenendo ovvio che si sarebbero rotte nel tentativo di staccarle e che alcun problema ci sarebbe stato a rifarle allo stesso modo attraverso foto da noi precedentemente fatte non avevamo bisogno del Don Chisciotte di turno per sapere come essere educati e premurosi dell’opera.

L’opera tornerà dove era apposta perché tale è il luogo designato fin dall’inizio anche per volontà dell’artista (ovviamente neanche questa corretta informazione conoscevate) e provvederemo a registrare presso gli uffici comunali un’autorizzazione scritta affinchè permanentemente rimanga (verba volant, scripta manent) si perché sulle facciate private l’accettazione dell’apposizione di qualsiasi cosa non sia propria andrebbe autorizzata in forma scritta non al suon di un ok telefonico.

Mi duole in ultimo sottolineare che poca ironia si dovrebbe utilizzare quando si parla di informazioni e chiacchiericcio su gruppi whatsapp, lei che per mestiere riporta fatti di cronaca sa bene quanto male possa scaturire dal passaggio incontrollato di informazioni, foto e materiale PRIVATO soprattutto quando il “privato” si è superato con la presenza di oltre il 50 percento degli abitanti.

Caro Direttore immaginiamo che anche questa nostra missiva non verrà pubblicata farebbe poco notizia o non sarebbe un copia e incolla d’eccellenza ma sarebbe solo la verità ed evidentemente la verità non potrebbe portare medaglie al petto o vessilli nella corsa ai mulini a vento.

Le auguriamo buon lavoro

 

NOTA: Dopo aver dato giustamente voce anche all’interessato Amedeo Di Muoio, non resta che augurarci, anche nell’interesse della comunità di Torraca, e non solo dell’arte, che il pannello ritorni presto alla sua originale posizione.

 

 

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