Elezioni 2022: quando le donne odiano le donne … Giorgia e la sfortuna di essere donna !!

 

Aldo Bianchini

On. Giorgia Meloni (FdI)

SALERNO – Un paio di anni fa, correva il mese di ottobre del 2020, cercai di porre all’attenzione generale il grave problema che esiste nel pianeta femminile, cioè quello di odiare le altre donne o, comunque, di non votarle; fui subissato da improperi sui social (nicchia dei vigliacchi anonimi).

Presi spunto da un accadimento “elettorale” in danno di una donna per le amministrative del 2020 che non riuscì ad entrare nella sfera di interesse della “Consulta delle donne amministratrici del Vallo di Diano”, associazione unica su tutto il territorio regionale, che non seppe o non volle scendere in piazza a difesa di una futura amministratrice.

Questione del diavoletto presente in ognuno di noi ? Credo proprio di si, tanto è vero che in quei giorni Massimo Gramellini (Corsera) con il suo “caffè” quotidiano, riferendosi ad un caso di presunta violazione della “parità di genere” di un giornalista che aveva ingiuriato una donna guarda linea, stigmatizzò alla perfezione la questione: “diavoletto sempre pronto a spuntare, appena qualche donna pretende di spiegare il fuorigioco, o un maschio si illumina parlando di pannolini … verrebbe da parafrasare Giorgio Gaber: non mi preoccupa il diavoletto in sé, ma il  diavoletto che è in me”.

Negli stadi i tifosi (e le tifose) urlano peste e corna verso arbitri e guardalinee (ed anche calciatori) ma non accade niente; frutto di una mentalità più avanzata degli uomini ?, chissà, difficile rispondere in poche righe.

Ma c’è di più; la questione della differenza viene da lontano. Si racconta che in una discussione alla Camera dei Lord un deputato nella sua esposizione sulla questione della parità Uomo-Donna affermò che in fondo era solo una differenza che era toccata all’uomo di portare fisicamente. Si alzò di scatto Sir Winston Leonard Spencer Churchill per esclamare: “Viva la piccola differenza”.

Ho riportato a galla questi episodi in quanto in questa campagna elettorale, già da qualche settimana, le donne hanno aperto un dibattito sull’unica candidata premier della storia repubblicana di questo Paese: GIORGIA MELONI , romana di 45 anni  già ministra e vice presidente della Camera e cofondatrice e attuale presidente di Fratelli d’Italia ed anche presidente del Partito dei Conservatori e dei Riformisti Europei.

Alcune delle grandi donne diventate "premier" negli ultimi anni

E su questa battaglia fatta dalle donne contro una donna (la Meloni) è saggiamente arrivata, da par suo, Maria Latella (che oltre ad essere una grande donna e un’ottima giornalista, e sicuramente non è di destra) con un approfondimento ad effetto dal titolo “Donne che odiano le donne, quegli scontri nell’era Meloni” (Il Mattino – edizione del 26 agosto 22) con un preambolo davvero interessante: ““Ci avete fatto caso? Da qualche settimana le pagine dei quotidiani, settore cronaca politica, offrono opinioni di donne, interviste a donne più o meno note, spesso firmate da donne. Che è successo? Semplice: c’è una donna che potrebbe davvero arrivare a palazzo Chigi. E già questa per l’Italia è una prima volta. Come non bastasse, la donna in questione ha un passato nel Movimento Sociale Italiano e, per costruirsi la leadership, non ha chiesto permesso a nessuno. Il dato fattuale è che per attaccarla, o anche sostenerla, insomma per discutere di quella che appare la novità di questa campagna elettorale, si chiede l’opinione di altre donne. O sono altre donne che, senza aspettare di essere graziosamente consultate, la libertà se la prendono: le influencer del resto lo fanno da anni e per lavoro. Che Giorgia Meloni vi piaccia o no, un po’ di merito le andrebbe riconosciuto””.

Ed è proprio questa la differenza tra donna-uomo, non saper riconoscere i meriti delle altre donne che, per carità, è giusto e necessario anche e sempre contestare, ma concedendo comunque l’onore delle armi. Una differenza che va ben oltre l’aspetto fisico e tracima in uno “stato di incultura politica generalizzata” che impedisce nella maggior parte dei casi alle donne di votare per altre donne.

E meno male che è così, aggiungo come riflessione personale, altrimenti dovremmo tutti noi maschietti rassegnarci rapidamente ad essere governati soltanto da donne che nel Paese costituiscono la maggioranza dei suoi abitanti.

L’Inghilterra si appresta ad avere la terza primo-ministro donna con Liz Truss (dopo la Thatcher e la May) del Partito Conservatore come le precedenti; riuscirà l’Italia a scrollarsi di dosso i troppi pregiudizi che l’assillano, ed a far entrare a Palazzo Chigi la prima donna della storia ?

 

 

 

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