Elezioni 2022: PSI, i motivi di un’assenza … perché ?

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Fa specie, soprattutto dalle nostre parti, l’assenza di “liste socialiste” con tanto di simbolo per la prova generale della sua ricostituzione attraverso le consultazioni politiche nazionali che dovevano essere, e non lo saranno, il “capolinea”, ovvero il punto di svolta, per la grande rinascita del Partito Socialista Italiano (P.S.I.).

Eppure, a ben vedere, poco più di un mese fa c‘è stato finanche il “congresso nazionale PSI” che ha rieletto, all’unanimità, il giovane avvocato salernitano Enzo Maraio alla carica di “segretario nazionale”; un congresso che era stato preceduto addirittura da una “assemblea congressuale provinciale” per la nomina dei delegati al congresso nazionale.

Tutto questo, segno inequivocabile di un partito in crescita con il rigurgito di tante idee, per capire che i segnali e le risposte in termini di partecipazione, soprattutto a Salerno e provincia, ci sono e sono anche molto evidenti; da qui la delusione dell’assenza almeno qui da noi delle liste, sperimentali quanto volete ma sicuramente prodromiche verso la concreta speranza di una ripartenza.

Mi ha scritto l’amico e storico socialista del Vallo di Diano, Carmelo Bufano, propositore e primo firmatario della richiesta di un referendum popolare per l’istituzione della “Città Vallo” (antico sogno socialista di Enrico Quaranta, Gerardo Ritorto e Paolo Portoghesi): “”Buongiorno e grazie per le tue scritture che mi invii e racconti anche del Partito Socialista Italiano attraverso uomini che lo hanno indossato e rappresentato in questa provincia e a livello regionale e nazionale. La mia riflessione se non sbaglio e mi correggerai circa diciotto mesi fa alle regionali era presente come simbolo il Partito Socialista Italiano e circa un mese fa è stato il congresso nazionale dello stesso partito socialista. Oggi mi sembra che a questa tornata elettorale manca la presenza del partito socialista””.

Cosa rispondere a Carmelo ? Che un passo indietro del PSI di Maraio c’è stato ed è stato anche abbastanza evidente; frutto di timori di antico retaggio nonostante le ultime qualificate azioni del gruppo socialista in seno al consiglio comunale di Salerno, timori di non rompere questa sorta di velenoso vassallaggio nei confronti dello schieramento deluchiano per paura, forse, di non poter almeno nell’immediato futuro entrare nelle stanze dei bottoni. Timori di debacle che hanno indotto perfino il segretario nazionale a cercare rifugio nel Lazio per cullare concrete possibilità di essere eletto.

Mancanza di esperienza o soltanto incapacità di creare una completa autonomia dal PD in funzione di un rilancio definitivo ? La risposta dovrebbe darla il segretario Maraio che con questa scelta allontana, comunque, il PSI di oggi da quello della grande svolta di Salerno con il laboratorio laico e di sinistra che diede la stura per quel fantastico 33% del 1990.

Naturalmente se ci sono delle colpe, come ci sono, queste non vanno attribuite soltanto  a Maraio ma anche, se non soprattutto, a tutti quelli che a chiacchiere dicono di essere socialisti ma che all’atto pratico sanno solo blaterare e si tengono a distanza su basi preconcette contro la persona che, comunque, ha avuto l capacità di riammagliare le file smarrite.

Tutto passa, la storia si rinnova e continua; come i socialisti di oggi, anche quelli del passato la smettessero di cincischiare giocare, come la gatta e il topo, verso il deluchismo con racconti a puntate privi di verità e pensassero al destino del PSI di oggi che Salerno attende da trent’anni.

E se in ogni comunità batte un cuore socialista, a Salerno di più !!!

 

 

 

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