VASSALLO: quando la cronaca giudiziaria si confonde con la propaganda politica

 

Aldo Bianchini

Prof. Dario Vassallo, fratello del sindaco pescatore, candidato al Parlamento per il Mov.5 Stelle

SALERNO – Fuoco di paglia, paglia data alle fiamme, oppure una mistificante cronaca giudiziaria per una occulta propaganda elettorale ? Tutte domande alle quali, anche se sembra facile, è difficile dare delle risposte inappuntabili.

Una cosa è certa, a dodici anni di distanza dalla barbara uccisione del cosiddetto “sindaco pescatore Angelo Vassallo”, così come accaduto ad ogni anniversario all’improvviso si rinfocolano le strategie investigative (ogni nuovo Procuratore dal 2010 sembra portare con se la chiave dei misteri che circondano l’omicidio), il riesame delle deposizioni, la rinnovazione delle testimonianze e, purtroppo, le elucubrazioni dei vecchi testi adeguate alle nuove esigenze investigative e pubblicitario-politiche.

Viviamo, purtroppo, in un Paese in cui è vietato mandare in onda su Rai/1 la “nuova serie” sul generale Dalla Chiesa ma è consentito a Rai/2 e Canale/5 rimettere in circolazione vecchi documentari come se in questi ultimi si parlasse di un tizio qualsiasi e non del “nostro generale”; così come è consentito surrettiziamente propagandare il nome di Vassallo ogni giorno su tutti i media locali; come se non incidesse minimamente sulla candidatura politica del fratello Dario con i 5stelle, quando invece la candidatura di Rita (figlia del generale) avrebbe provocato sconquassi planetari.

Dott.ssa Rita Dalla Chiesa, figlia del generale, candidata al Parlamento per Forza Italia

Il problema c’è, anche se non si vede. Contro Rita Dalla Chiesa è insorta la sinistra perché il nuovo docufilm sul padre poteva recare vantaggi elettorali in quanto nuovo e contenitore chissà di quali rivelazioni, e per questo ha mandato all’aria anche l manifestazione prevista nella scuola del carabiniere alla presenza del capo dello Stato; contro Dario Vassallo la destra è stata incapace di insorgere e la sinistra ha dilagato con i big spuntati da chissà dove e pronti a correre al capezzale del sindaco che non c’è più.

Ma tant’è, bisogna pur farsene una ragione.

Sul piano squisitamente processuale, invece, assistiamo al rimescolamento senza fine di cose già note, trite e ritrite, con l’immissione sulla scena di post-dichiarazioni assolutamente inquietanti senza il minimo straccio di prova; solo supposizioni che, in forma sfacciatamente ondivaga, non fanno altro che aggiungere misteri a misteri.

Misteri che lasciano spazio ad una sola certezza: dopo Giuseppe Borrelli e Marco Colamonici, il prossimo Procuratore con altro sostituto avrà nuove frecce al suo arco per dichiarare apoditticamente “Indagherò su Vassallo fino a quando catturerò l’assassino o gli assassini”; esattamente come fece Franco Roberti, il procuratore che scippò il fascicolo di indagine a Greco e Grippo (della Procura di Vallo della Lucania) per farlo transitare nelle mani della DDA di Salerno.

E i creduloni continueranno a coltivare sogni di gloria, mentre il “mito Vassallo”, cullato dalla sinistra, continua ogni giorno a perdere un pochino del suo splendore.

 

 

One thought on “VASSALLO: quando la cronaca giudiziaria si confonde con la propaganda politica

  1. Non sono d’accordo con l analisi riportata nella articolo, in quanto non si può paragonare la candidatura di Rita della Chiesa con Fi, rispetto alla candidatura del fratello del sindaco pescatore. Anche la sorella di Cucchi si è candidata col PD e mi pare di poco spessore culturale e politico, si candidò la sorella di Borsellino e tanti altri parenti di vittime di mafia o di giustizia. Ma per ritornare a Rita della Chiesa, quella di cui si obietta che si sia candidata in un partito, di cui sappiamo, che sia stato fondato da dell’ Utri che certo la mafia non l abbia combattuta, quanto piuttosto assecondata insieme al suo compagno di scuola (vedi Corte di Cassazione). Fu quella mafia che prima uccise il generale e poi Falcone e Borsellino. Pertanto mi è sembrata quanto mai inopportuna una candidatura con Fi e la cosa non è dispiaciuta solo a me, purtroppo pur di fare contratti con le TV, spesso ci si dimentica di quello che sia stato il passato e poi si protesta per una mancata visibilità su rai uno, che ovvio l avrebbe avvantaggiata. Il Generale riposi in pace, ma nemmeno dalla figlia si sarebbe fatto tirare per la giacchetta, figurati da Berlusconi.

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