La Suprema Corte di Cassazione,a sezioni unite, ha confermato il provvedimento dell’AGCOM,no a fatturazione a quattro settimane ed ha rigettati i ricorsi delle compagnie telefoniche.

 

da Pietro Cusati

E’ l’ennesima  sconfitta delle compagnie telefoniche che  cercano cavilli  pretestuosi  per arrampicarsi sugli specchi pur di poter fare i loro comodi in barba a quanto ha deciso l’ AGCOM. No definitivo alla fatturazione telefoniche a quattro settimane, le sezioni unite della Suprema Corte di Cassazione  hanno  dichiarato inammissibili i ricorsi delle compagnie telefoniche , per eccesso di potere, contro la sentenza del Consiglio di Stato, che aveva già respinto l’appello delle compagnie tlc contro la decisione del Tar del Lazio che tra il 2018 e il 2019 aveva rigettato l’impugnazione della delibera con cui l’Agcom aveva imposto agli operatori di “ritornare alla fatturazione su base mensile o suoi multipli per i servizi di telefonia fissa e ad una periodicità almeno quadri settimanale per quelli di telefonia mobile”. Il Codacons  sul tema delle fatturazioni a 28 giorni  è intervenuto in tutti i gradi di giudizio , dal Tar al Consiglio di Stato, per far valere i diritti degli utenti,  anche le sezioni unite della suprema Corte di  Cassazione  hanno respinto  la  vicenda delle bollette telefoniche a 28 giorni  ed hanno riconosciuto  la validità delle decisioni assunte dall’Agcom che bocciò  le bollette a 28 giorni obbligando gli operatori telefonici a tornare alla fatturazione su base mensile. Infatti “il giudice amministrativo si è attenuto al compito interpretativo che gli è proprio” non ravvisandosi “alcun radicale stravolgimento delle norme di riferimento tali da ridondare in denegata giustizia”; “va infine posto in rilievo che nell’impugnata sentenza il giudice ammnistrativo d’appello ha ravvisato la piena legittimità dell’intervento nella specie dall’Agcom operato nell’esplicazione dei propri poteri in materia”.La Cassazione  ha accolto le istanze degli utenti ed ha confermato   la correttezza delle decisioni dell’Agcom e del Tar, che hanno bocciato il comportamento delle compagnie telefoniche le quali, allo scopo di aumentare i propri profitti, hanno dapprima cambiato il periodo di fatturazione a danno degli utenti e successivamente, quando l’Agcom ha imposto il ritorno alla bolletta mensile, hanno aumentato tutte insieme e allo stesso modo le tariffe telefoniche, determinando ingiustificati aggravi di spesa a danno dei consumatori. Si tratta di una importante vittoria  di tutti gli utenti italiani della telefonia. Le sanzioni avevano colpito anche Tim, Wind 3 e Vodafone. Confermata  la legittimità dell’intervento di Agcom contro l’aumento tariffario dell’8,6%, considerato “pregiudizievole per l’utenza”, perché ottenuto con la riduzione a 4 settimane del periodo di fatturazione delle offerte. Il 23 giugno 2017 l’Agcom aveva imposto a diverse compagnie  di ritornare al rinnovo mensile dei servizi, oItre a condannarle al pagamento di una sanzione .”L’esercizio da parte dell’Agcom dei propri poteri regolatori” opera, secondo la Corte di Cassazione  “su un piano diverso e ‘parallelo’ rispetto alla tutela civilistica apprestata dal codice civile e dal codice del consumo, cui si aggiunge, senza escluderle”.

 

 

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