Il Cilento deve utilizzare le risorse e le opportunità

 

 

da Nicola Femminella

(storico-scrittore)

 

Seduto ad un bar sul lungomare di Sapri, con il sole intento a rallegrare la bella giornata di ottobre, esibendo un tramonto mirabile a coloro che lo immortalano sulle foto, ho avuto un interessante incontro con la dott.ssa Moroni Adriana. Lei è docente presso il Dipartimento di Scienze Fisiche, della Terra e dell’Ambiente- Unità di Ricerca di Preistoria e Antropologia di Siena, da anni impegnata nei ritrovamenti e studi dei resti lasciati dall’Uomo preistorico nelle grotte di Castelcivita e Marina di Camerota, iniziati dal prof. Paolo Gambassini con risultati che hanno destato l’interesse dei maggiori studiosi europei. Mi ha regalato notizie inedite sulle Grotte di Castelcivita che costituiscono un ampio e articolato dipartimento di studio tra i più importanti d’Europa, colmando alcune mie lacune a riguardo della cittadina da me più volte visitata. In tale località, porta del parco del Cilento Vallo di Diano Alburni, il fenomeno carsico ha creato nel ventre delle rocce un percorso di circa 4000 metri con uno straordinario apparato scenico di stallattiti e stallagmiti e piccoli laghi: un magnifico contenitore che dispensa ai visitatori sorprese ed emozioni di straordinario impatto emotivo e per questo noto in Italia. Gli scavi, come ho detto, furono condotti dal 1975 al 1988 dall’illustre archeologo e geologo prof. Paolo Gambassini, dell’Università di Siena, di cui era allieva la dottoressa, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia di Salerno, e tuttora l’Università di Siena vi conduce i suoi studi che nel tempo non smettono di fornire dati e notizie di somma importanza. Gli archeologi e i paleoantropologi, e tra essi la Moroni che con cadenza annuale torna nella zona, affermano che le grotte di Castelcivita e quelle della Cala a Marina di Camerota, tra cui in primis la Grotta della Cala, sempre più evidenziano elementi di  conoscenza  di  notevole  valore  e  rilievo  a  riguardo  degli  ultimi Neandertaliani presenti nelle due località, prima di essere sostituiti dagli Homo sapiens  intorno a 42-40 mila anni fa. La lunga narrazione della Moroni, che ho ascoltato in silenzio, oltre a destare la mia meraviglia, mi ha ancora una volta convinto che il Cilento è luogo privilegiato dalla storia oltre che dalla bellezza dei suoi paesaggi e ambienti naturalistici. Qui la presenza dell’uomo si perde nella notte dei tempi e in esso sono avvenuti mutazioni ambientali e trascorsi umani in misura superiore a tanti altri siti resi più famosi dai mezzi di comunicazione e dai tam-tam pubblicitari. L’incontro ha prodotto in me una riflessione che si propone ormai con frequenza ravvicinata, prendendo in esame altri elementi di conoscenza relativi a questa area della Campania meridionale, acquisiti durante i miei viaggi nelle sue contrade. Abbiamo risorse e beni inestimabili sparsi nei nostri comprensori e non li valorizziamo, forse perché non li amiamo abbastanza. Richiamando Castelcivita, si può dire che è una località in grado di promuovere un notevole sviluppo a favore di coloro che vi risiedono e accrescere di gran lungo la giusta fama di cui gode. Il borgo si erge su un monte sovrastato da una torre alta 25 metri, sede del Museo della Civiltà Contadina e di una piccola mostra di reperti preistorici, che testimonia il poderoso corpo delle mura fortificate, innalzate da Pandolfo di Fasanella, padrone del feudo, e volute da Carlo I d’Angiò. Contiene piazzette e viuzze con case “a cascata” che degradano verso il basso a disegnare una immagine piacente. Gli edifici religiosi sono di gran pregio e in essi non mancano opere di illustri artisti come Giacomo Colombo e Giovanni De Gregorio detto Pietrafesa. La natura e il paesaggio si esaltano con il fiume Calore che percorre la pianura ai piedi del paese, lungo il quale ci sono aree attrezzate per passeggiate e pic-nic. In estate vi si praticano gli sport d’acqua; sono gradite le nuotate nelle sue limpide acque, con l’aria incontaminata e tonificante garantita tutto l’anno.

Insomma una località a misura d’uomo, allietata da paesaggi di rara bellezza e un nugolo di attrazioni che potrebbero elevare la sua cifra turistica. Non mancano i prodotti tipici della terra e nel recente passato erano sviluppate l’agricoltura e la pastorizia, che davano reddito e occupazione. Ancora oggi vi si produce olio, vino, grano, cereali, formaggi, salumi e prosciutti di gran qualità. Tra i prodotti coltivati è rinomata la patata di montagna, il cui sapore permane grazie alla tradizionale tecnica di conservazione in fosse scavate nel terreno e avvolte con felci. I caratteri morfologici rilevati escludono similitudini con quelle coltivate altrove. Lo ha confermato la ricerca di caratterizzazione molecolare condotta da ricercatori del SASA (Science and Advice for Scottish Agriculture) che ha rilevato elementi di diversità genetica rispetto alle varietà campane e nazionali. Le grotte, poi, sono di una bellezza unica e non hanno bisogno di troppe parole per decantarne lo splendore e il fascino che suscitano nei visitatori. Il tutto ci induce a ritenere che Castelcivita è una località che​ potrebbe sviluppare un turismo e una agricoltura in grado di apportare impulsi positivi alle condizioni sociali e alla crescita economica dei suoi abitanti, specie se potenziata da qualche iniziativa imprenditoriale nel campo manifatturiero.

Ciò non accade e, pur essendo il paese ricco di risorse, presenta anch’esso fenomeni di spopolamento che lanciano un allarme assordante. Un solo dato rappresenta tale fenomeno sociale: è eloquente e basta per comprendere questo morbo delle aree interne. Fermandoci agli anni più recenti, a partire dal 2000, abbiamo questo dato demografico:

2001 abitanti 2.139;   2010  1902;  2020  1507.

Il 5 agosto del 2019 una nuova circostanza, l’ennesima, ha riscaldato il cuore degli abitanti di Castelcivita e dei comuni viciniori. Si evince dal comunicato emanato dalla Comunità Montana il giorno 12 seguente e del quale riporto alcuni enunciati.

Comunicato stampa della Presidenza della Comunità Montana Calore Salernitano

“Firmato il protocollo di intesa tra la Regione Campania e la Comunità Montana Calore Salernitano per lo sviluppo integrato del territorio. Il giorno 05 Agosto 2019, alle ore 12:00, nella Sala “De Sanctis” di Palazzo Santa Lucia a Napoli, tra il Governatore della Regione Campania, On.le Vincenzo De Luca, e il Presidente della Comunità Montana Calore Salernitano, Dr. Angelo Rizzo, è stato firmato il protocollo di intesa “Strategia di sviluppo integrato ed equilibrato dei territori della Comunità Montana Calore Salernitano”. Le finalità del protocollo sono quelle di realizzare diverse opere pubbliche ed attivare processi gestionali delle risorse locali con cui creare lavoro e opportunità d’impresa imperniate sul turismo ecosostenibile.

La Comunità montana ha firmato il protocollo di intesa in qualità di soggetto capofila di un partenariato costituito tra i quattordici Sindaci del comprensorio e la Comunità Montana stessa. Al protocollo di intesa è allegato il “Documento di Sviluppo Strategico del Sistema Territoriale del Calore Salernitano”. Esso è il risultato di una piena coesione di intenti tra i sindaci del territorio, da cui è nata una programmazione capace di valorizzare le risorse locali attraverso la loro gestione sistemica. Il Documento di Sviluppo Strategico   è   in   sintonia   con   l’approccio   integrato   allo   sviluppo   territoriale   che   persegue   la   Regione Campania con gli strumenti di finanziamento a valere sui fondi SIE (FEARS, FESR e FSE). Le opere e le iniziative programmate, con un potenziale di investimento di 73 milioni di euro, interessano un territorio di oltre 60 mila ettari, ripartito tra 14 comuni, con oltre 32 mila abitanti…il Presidente Rizzo, ha aggiunto: “Continueremo a lavorare in piena coesione per garantire il raggiungimento degli obiettivi prefissati, perché le nostre aree interne meritano di conservare la loro identità e noi Amministratori dobbiamo fare di tutto affinché in esse si fermi lo spopolamento; dobbiamo fare di tutto per far restare i nostri giovani che vogliono fare impresa…

Vincenzo De Luca rivolgendosi ai sindaci presenti in sala. “Abbiamo fatto uno sforzo…, per dare avvio ad un progetto che, siamo convinti, potrà creare le precondizioni per uno sviluppo serio del vostro territorio. I dati sullo spopolamento del Mezzogiorno e delle aree interne resi noti qualche giorno fa da SVIMEZ ci mostrano ancora   una   volta   quanto   siano   necessarie   iniziative   come   queste   che   puntano   su   mobilità   e modernizzazione. Banda Larga e Agenda Digitale sono oggi fattori ancor più decisivi della viabilità per far decollare nuove attività economiche imprenditoriali, artigianali e produrre sviluppo”.

Roccadaspide, lì 12/08/2019

 

Sono trascorsi tre anni. È opportuno che la stampa locale, i cittadini e soprattutto i giovani conoscano con un buon grado di partecipazione il percorso di tale importante evento, perché gli esiti finali dei progetti redatti giungano a buon fine, rispettando i tempi previsti e gli obiettivi fissati. Il grave fenomeno dello spopolamento non concede ampi spazi di ritardi e distrazioni di alcun tipo, né che siano vanificati i provvedimenti posti in essere, per limitarne la gravità.

 

 

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