MURO LUCANO: a proposito del 1956 ….

 

Aldo Bianchini

Prof. Giuseppe Autunno

SALERNO/MURO LUCANO – Continua la rivisitazione, in chiave più di amarcord che di storia consolidata, degli anni che seguirono il secondo dopo guerra; in questa puntata cerchiamo insieme di rivedere (come in un flashback) l’anno 1956 passato alla storia semplicemente come “l’anno della grande nevicata”. In quell’anno ci fu, in realtà, tanto altro.

Quel tanto altro che il mio amico ed ex compagno di scuola, nelle elementari e medie, prof. Giuseppe Autunno (scrittore-storico e già dirigente scolastico) ha così ricordato:

  • A proposito del 1956 fu un anno importante per noi due, grazie al superamento dell’esame di ammissione alla classe prima della scuola media dell’Istituto “Beato Giustino De Jacobis”, oltre che per la grande nevicata di febbraio. Ma fu anche l’inizio di una crisi socio-economica irreversibile per il nostro paese, perché quotidianamente era coinvolto in una lotta politica locale molto conflittuale e spesse volte violenta tra persone, famiglie e ceti sociali. Di conseguenza, Muro Lucano fu profondamente danneggiato nelle sue attese di sviluppo rispetto all’evolversi dello storico “miracolo economico” dei primi anni sessanta.  Un esempio. Mio padre aveva sei operai che settimanalmente producevano a mano decine e decine di paia di scarpe, tanto che per lui era giunto il momento di trasformare il proprio status artigianale in quello industriale mediante l’acquisto di macchinari adeguati. E per far ciò, bisognava impegnare consistenti risorse finanziarie di cui mio padre non ne era in possesso se non tramite l’intervento di istituti finanziari che purtroppo in quel tempo erano assenti nel nostro territorio, proprio per la mancanza di una promozione politica efficace e adeguata a tale fine. Se ben ricordi, a Muro Lucano, da San Marco a salire verso la Pisciotta erano innumerevoli le botteghe esistenti di falegnami, sarti, fabbri, calzolai e altri che in quegli anni grazie ad un’attenta e mirata politica economico-finanziaria potevano trasformarsi in senso industriale. Invece, direbbe Carlo Levi, “niente”. Ed ecco l’inizio della desertificazione della Basilicata compreso il nostro paese.  Cosa che non è avvenuta al Nord dove la politica era tutta protesa allo sviluppo economico mediante la promozione e l’istituzione di Casse di Risparmio in ogni luogo. Noi, se ben ricordi, avevamo il “Banco di Napoli” che apriva lo sportello “soltanto” per racimolare ed accumulare capitali con i libretti di risparmio. Tutto qui. E la politica? Assente. In particolare, a Muro Lucano si continuava a scontrarsi animatamente per motivi ideologici e ambientali senza un minimo segnale di concretezza operativa. Infatti, dopo le elezioni comunali del 1952, con la vittoria assoluta (20 seggi su 30) del MSI-PNM, avente come sindaco il farmacista il dr. Giuseppe Zampino, dal 1956 e fino al 1962 non si riuscì ad eleggere un sindaco ed una giunta comunale dando luogo ad una prolungata ed inefficace amministrazione commissariale. E sei anni di mancata azione politica significante determinano ritardi amministrativi, economici, civili e culturali irrecuperabili. Se vuoi, ti posso inviare l’elenco di tutti i consiglieri eletti nei rispettivi partiti nelle comunali di Muro negli anni ’56, ’58 e ’62. Ciao.
Foto storica di Piazza don Minzoni (anni '50)

Inutile rimarcare che, aspettando l’elenco dei consiglieri, condivido ogni parola dello scritto di Giuseppe (detto Pinuccio) ed aggiungo che le sue parole mi offrono la possibilità di trattare singolarmente ed approfonditamente alcuni importanti argomenti:

1 – La vita sociale e politica molto combattuta in quegli anni;

2 – Cosa avrebbe potuto fare l’allora on. Salvatore Pagliuca (D.C.) e che probabilmente non fece per non lasciare indietro la sua comunità rispetto alle altre;

3 – L’esame di ammissione alle medie con l’aggiunta dello scabroso caso del “prof. Merlino” che preparava noi ragazzini/e per quell’importante accesso;

4 – La sede del Banco di Napoli nei pressi di Piazza Don Minzoni e dello scandalo scaturito dell’azione di un funzionario infedele;

5 – La grande indimenticabile e storica nevicata del febbraio ’56;

6 – Ed anche la fiaccola olimpica del 1960.

Continua.

 

 

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