CHIESA: Don Alfonso … quando le nomine hanno un senso

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Nel solco della lunga inchiesta giornalistica “La Chiesa che vorrei” tocca, questa volta, esplorare i meandri oscuri degli abusi sessuali perpetrati da sacerdoti con la tonaca; non fosse altro perché il 18 novembre scorso è stata celebrata la “giornata dedicata alle vittime di violenze” da parte di sacerdoti nella Chiesa Cattolica.

Il giornalista de Il Mattino Giuseppe Pecorelli ha ricordato l’esigenza della Chiesa di far luce e denunciare pubblicamente i casi di abusi, soprattutto di natura sessuale, ed ha anche ricordato che l’Arcidiocesi di Salerno, in ottemperanza delle istruzioni fornite da Papa Francesco a tutte le diocesi, dal 1° settembre 2022 si è dotata del “referente diocesano” per la tutela dei minori nominando per tale carica Don Alfonso D’Alessio, già portavoce ufficiale dell’arcivescovo Andrea Bellandi.

Lo scorso 26 agosto, sempre prendendo spunto da un articolo di Pecorelli, avevo positivamente già scritto sulla decisione di Bellandi di creare quel ruolo ad hoc per la tutela dei minori e, soprattutto, avevo riconosciuto come ottima la scelta dell’arcivescovo di affidare a Don Alfonso (che conosco da tempo) quell’incarico molto particolare.

E non mi sbagliavo, infatti Don Alfonso (da parroco, portavoce, giurista e giornalista) non si è sottratto al peso dell’incarico ed ha già evidenziato per tutti un dato molto importante: dal suo insediamento ad oggi nessuna segnalazione e/o denuncia è pervenuta in Curia per eventuali violenze e abusi sui minori.

Ovviamente in questi pochi mesi Don Alfonso ha già opportunamente sensibilizzato non solo tutti i sacerdoti dell’arcidiocesi Salerno-Acerno-Campagna, ma anche tutto il resto del territorio provinciale sulla scorta del fatto che le altre tre diocesi si muovono sulla falsariga delle linee politiche generali dettate, per diritto, da Bellandi. Almeno fino a quando le diocesi territoriali non si dotino dello stesso ufficio per la tutela dei minori.

Per meglio rappresentare il ruolo ed il modo efficace con cui Don Alfonso porta avanti con dignità e professionalità mutuo la risposta che Egli stesso ha dato ad una domanda del giornalista Pecorelli:

  • Ascolto e disponibilità aiutano a vincere la vergogna che, come ogni prete, provo pure io di fronte allo scempio degli abusi su minori. Sento tutta la responsabilità di un servizio così delicato e mi intristisco quando leggo di confratelli che hanno commesso abusi perché generano diffidenza nel rapporto tra fedeli e sacerdoti, ma soprattutto perché fanno del male ad una persona vulnerabile. Tuttavia da quando svolgo questo servizio non ho riscontrato nessuna segnalazione.

Per questo, a distanza di qualche mese dal mio ultimo intervento, ritorno a dire che le nomine (anche quelle all’interno della Chiesa) hanno un senso soltanto quando le stesse cadono sulle persone giuste, al momento giusto ed al posto giusto.

E’ questa la Chiesa che vorrei.

 

 

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