L’attualità del pensiero del sacerdote meridionalista di Caltagirone(Catania), Don Luigi Sturzo, a 151 anni dalla nascita, ebbe “la vocazione di portare Dio nella politica”.

 

Da Pietro Cusati (giurista-giornalista)

 

Don Luigi Sturzo è nato a Caltagirone (Catania) il  26 novembre del 1871, fu ordinato sacerdote il 19 maggio del 1894, conseguì il diploma in filosofia e la laurea in teologia,  si dedicò  all’attuazione dei principi della dottrina sociale della Chiesa. Studioso di scienze sociali, fu uomo politico e s’interessò  alle proposte politiche di Murri e alle proposte sociali di Toniolo. Fu  favorevole  all’organizzazione politica indipendente dei cattolici italiani e al loro progressivo inserimento nella vita civile e politica dello Stato. Meridionalista, sostenne la necessità del decentramento amministrativo e delle autonomie regionali. Nel 1919 fondò il Partito popolare italiano, di cui fu  segretario. Nel 1924 fu costretto ad un lungo esilio, prima a Londra, poi negli Stati Uniti, ove con i suoi scritti e le sue pubblicazioni proseguì nella lotta, grazie alla traduzione dei suoi saggi la parola “totalitarismo” divenne tra le più diffuse nel lessico politico del Novecento. Ritornò da New York in Italia nel 1946.  Il presidente della Repubblica Luigi Einaudi nel 1952 lo nominò senatore a vita. Morì a Roma l’8 agosto 1959. Sue caratteristiche furono una continua unione con Dio, un profondo senso della giustizia, una eroica obbedienza alla Chiesa, un grande amore per i poveri. Papa Giovanni XXIII lo definì “esempio di preclare virtù sacerdotali”. Papa Giovanni Paolo II, nel suo discorso ai vescovi siciliani in occasione della loro visita  nel 1981 ne ha esaltato “la vita, l’insegnamento e l’esempio  nella piena fedeltà al suo carisma sacerdotale”. Gli ideali di giustizia e libertà,l’ appello che il sacerdote di Caltagirone ha sempre rivolto alle famiglie, alle associazioni operaie, artigianali e contadine, e ai partiti popolari di massa uniti nell’obiettivo di avviare la modernizzazione del Paese. Si schierò dalla parte degli umili e degli indifesi, a tutela dei diritti dei poveri e della giustizia sociale, un attivismo del sacerdote a favore degli ultimi, e che riconosceva la politica come una forma di carità, perché servizio a favore del prossimo nella ricerca ed attuazione del bene comune.

 

 

 
 
 
 
 

.

.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *