Raffaele Calabrese: amico, gioviale e ironico … fino alla fine

 

Aldo Bianchini

Nella foto, da sinistra: Aldo Desiderio, Fioravante Scarano, Raffaele Calabrese e Augusto De Simone.

SALERNO – L’avevo incontrato qualche settimana fa, sempre nei pressi del “Chiosco Havana” di Torrione dove da qualche tempo Raffaele si vedeva con gli amici di sempre e dove anche io lo avevo ritrovato dopo tantissimi anni.

Non lo vedevo da alcune settimane ma nessuno dei suoi amici mi aveva avvertito della tragedia che si stava consumando in casa Calabrese; poi l’altra sera (12 dicembre) è stato Augusto, nei pressi del chiosco, a fermarmi per darmi l’incredibile annuncio: “Raffaele non c’era più, aveva esalato l’ultimo respiro alle prime luci dell’alba” tra l’immenso affetto della moglie dei suoi figli.

Sembra già passato oltre un secolo dalla bella immagine estiva che mostra Raffaele (terzo da sinistra nella foto) seduto, sorridente, gioviale e ironico, davanti al chiosco di Torrione con gli mici più stretti: Aldo Desiderio, Fioravante Scarano e Augusto De Simone.

 

 

Mi ha colpito in maniera particolare l’affettuoso e struggente post del suo carissimo amico Fioravante Vando Scarano:




  • Oggi un giorno triste caro Raffaele Calabrese  … la tua e la nostra  amicizia resterà eterna  … ti ritroverai con tutti i colleghi compresi quelli in foto, al distaccamento Paradiso dei Vigili del Fuoco x continuare a ridere e rallegrarci x tutte le battute che facevi … Dal cielo continuerai ad assistere la tua amata moglie, i figli ed i tuoi cari amici … R.I.P. Amen

Ci eravamo conosciuti nell’estate del lontano 1968 e una sincera e trasparente amicizia ci tenne uniti per qualche anno; fu presente anche al mio matrimonio. Io lavoravo già da tempo e lui iniziava la sua prima e vera occupazione nel corpo dei Vigili del Fuoco che, nel tempo, era diventata la missione della sua vita.

Sul finire degli anni ’60 Raffaele abitava di fronte al Teatro Verdi nel palazzone, ai piedi di Via Monti, dove c’erano anche gli uffici dell’azienda dei trasporti pubblici salernitani; spesso ci incontravamo proprio nella Villa Comunale, ci sedevamo sull’erba e cominciavamo a fantasticare sul nostro futuro; allora i giovani riuscivano ancora a sognare.

Mi piace raccontare un aneddoto legato a quello splendido e soltanto apparentemente spensierato periodo della gioventù di due ragazzi dinanzi alle porte della vita. Ritornando da un lungo peregrinare in macchina (io già possedevo la mitica Fiat/500 con porte rigorosamente sottovento), stanchi della lunga e afosa giornata estiva, ci sdraiammo sull’erba di una delle aiuole della Villa e cominciammo a fantasticare. Mi immersi talmente nei pensieri che mi isolai completamente, tanto da far preoccupare Raffaele che con apprensione cercò di rendersi conto se mi fosse accaduto qualcosa.

Negli ultimi anni questo episodio ce lo siamo raccontati spesso e ridendoci sopra amavamo ricordare quei giorni irripetibili; e Lui ha saputo farlo con grande ironia fino ad una ventina di giorni fa.

Dopo quegli splendidi anni giovanili la vita ci portò lontani, salvo a reincontrarci (come dicevo) un paio di anni fa grazie a quel chiosco che nei decenni è stato ed è sicuramente un punto di incontro e di aggregazione.

Il 29 settembre scorso, in serata, gli avevo indirizzato via WhatsApp l’ultimo augurio: “Carissimo Raffaele, sinceri e affettuosi auguri di buon onomastico. Un abbraccio”; mi aveva risposto “Grazie Aldo ti auguro una buona notte. A presto”.

Ieri una livida mattina d’inverno ha accolto le sue spoglie nella Chiesa di Santa Margherita e, subito dopo, scortato dai “suoi Vigili del Fuoco” si è avviato verso l’ultima dimora in un’atmosfera molto diversa da quei giorni estivi del ’68; nel mezzo soltanto (si fa per dire !!) 54 anni di vita vissuta con grande e serena dignità.

 

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