Il Consiglio dei Ministri il 16 dicembre 2022 ha approvato, in prima lettura ,il nuovo codice degli appalti ,che dovrà entrare in vigore entro il 31 marzo 2023, per rispettare il termine previsto dal PNRR, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

 

da Pietro Cusati (giurista-giornalista)

Il Governo ha approvato  il nuovo Codice degli appalti, sulla scorta dello schema definitivo trasmesso dal Consiglio di Stato  il 7 dicembre 2022. Il testo in 229 articoli , contiene le modifiche apportate anche tenendo conto del lavoro congiunto dei tecnici, del Consiglio di Stato, della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e delle altre amministrazioni interessate e rimesso al Governo per le proprie determinazioni. Snellimento delle procedure, meno fasi progettuali, potenziamento del silenzio assenso, flessibilità nel partenariato pubblico-privato, adeguamento dei prezzi automatico che vada di pari passo con le variazioni di mercato. Il nuovo codice degli  appalti non ha  bisogno di provvedimenti di attuazione, dovrebbe essere auto-applicativo, grazie agli allegati operativi. La questione propedeutica  è la tempistica perché il nuovo Codice degli Appalti dovrà entrare in vigore entro il 31 marzo 2023,  scadenza fissata dal PNRR. Pertanto  resta in vigore il D.lgs. del 18 aprile 2016, n. 50 . Il nuovo Codice degli Appalti deve essere operativo a partire dal prossimo 31 marzo 2023 per rispettare il termine previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.Il nuovo schema è stato  esaminato dalla Conferenza unificata Stato-Regioni che ha espresso il  parere .E’ stato approvato  in prima lettura, del Consiglio dei Ministri e ora il testo è stato inviato  al  Parlamento, che dovrà esaminare la bozza. Dopo aver ottenuto l’ok da parte della  Camera dei deputai  e del Senato, il nuovo Codice Appalti dovrà essere approvato, in seconda lettura, dal Consiglio dei Ministri per poi ricevere la firma del Presidente della Repubblica e dovrà  essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale e, infine, entrare in vigore dopo 15 giorni di vacatio legis. Una delle caratteristiche  del nuovo codice è che è stato redatto per essere auto attuativo, una volta entrato in vigore, non saranno necessari successivi decreti attuativi per renderlo operativo  poiché  saranno sostituiti da allegati che avranno valore regolamentare. Ciò consentirà di ridurre  i tempi per l’operatività del nuovo testo normativo e di rispettare le scadenze fissate dal PNRR. La prima parte del codice è dedicata ai principi che soggiacciono alla nuova disciplina. Primo fra tutti il “principio di risultato” che mira a esprimere la filosofia del codice: fare gli appalti senza sprechi di tempo e senza lungaggini burocratiche.Il secondo principio ispiratore  è la “fiducia” tra funzionari e operatori economici. La redazione di un testo chiaro e completo di principi e regole consente di stabilire in maniera oggettiva le relazioni tra gli attori in campo. Inoltre, una maggiore definizione e tutela del ruolo e delle responsabilità del Rup (Responsabile unico del procedimento) dovrebbe esorcizzare il rischio del cosiddetto “sciopero della firma” o “amministrazione difensiva”. Un terzo principio  è “l’accesso al mercato” sulla base della trasparenza e dell’imparzialità, poiché questa sarebbe la strada per la crescita economica. Le novità del nuovo Codice appalti non riguardano solo la struttura del testo, ma anche e soprattutto i contenuti sostanziali.

 

 

 

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