AVVOCATI: Silverio Sica ha ragione … le riforme non passano

 

Aldo Bianchini

Gli avvocati Silverio Siva e Americo Montera

SALERNO – Se in politica le donne votassero per le donne non ci sarebbe partita ed a vincere sarebbero sempre e soltanto loro.

Se questo concetto di fondo lo travasiamo, si fa per dire, nelle recenti elezioni per il rinnovo dei vertici dell’Ordine degli Avvocati di Salerno non ci sarebbe partita così come non c’è stata; basta cambiare la denominazione degli addenti affinchè il prodotto non cambi: “Se tutti gli avvocati non penalisti votano per un non penalista non c’è partita”.

E non c’è stata partita anche se l’avvertimento per il nuovo presidente è chiaro e forte ed ha un nome e un cognome: Paola Ianni che è, manco a dirlo, l’unica penalista del folto drappello di consiglieri paolino-monteriani; una Ianni che già nel 2019 fu lanciata al vertice, come più votata, quasi a mò di ammonimento per l’allora neo eletto presidente Silverio Sica, e che oggi astutamente viene riconfermata ai vertici, sospinta da quell’impenitente e maestoso maestro di strategie che da sempre è stato Americo Montera che prima aveva sostenuto per decenni il compianto Luigi De Nicolellis, poi era salito direttamente lui sul trono presidenziale e infine aveva “trovato e provato” l’alleato Silverio Sica (penalista di vaglia) con la segreta speranza che quest’ultimo non avesse molte velleità presidenziali oltre il normale.

Ma anche gli strateghi sbagliano, e Montera non aveva calcolato alla perfezione le ambizioni di Sica (che sicuramente non si genuflette davanti a nessuno) di cambiare fin dalle fondamenta l’impalcato dell’avvocatura salernitana partendo dall’assunto che i penalisti sono gli avvocati e che tutti gli altri sono soltanto apprendisti. Purtroppo anche Sica è inciampato sulle sue stesse convinzioni ed ha pagato a caro prezzo questo suo volersi ergere a primo vero riformista di uno stato di fatto che è ormai cristallizzato e seppellito da decenni sotto una coltre di polvere che poco ha a che vedere con il ruolo importantissimo di ricucitura e rifinitura del rapporto magistratura-avvocatura che da sempre viaggia su un filo di rasoio. Insomma, come dire, l’avvocatura salernitana se ne faccia una ragione; il grande cerimoniere è sempre lui Americo Montera.

Ecco perché in soli tre anni, o poco più, Silverio Sica è passato dal ruolo di rinnovatore a quello di presunto demolitore di antichi preconcetti e privilegi; ed ha pagato con una debacle senza precedenti.

E’ noto che non sono abituato a riportare le interviste rese dagli interessati; troppo facile e troppo poco giornalistico, perciò non indugio a dire la mia e cioè che, senza tanti tentennamenti, condivido pienamente quanto dichiarato da Sica in questi giorni del dopo voto; anche perché, pur tenendo conto dell’inevitabile delusione, non ha mancato di mettere in risalto pregi e difetti di una categoria di grande spessore professionale e culturale.

Due le mie incertezze; primo, non so se i giovani sono davvero con Silverio Sica; secondo, mi meraviglio che Sica non abbia valutato per tempo che quando si combatte il sistema è quasi sempre quest’ultimo a vincere.

E pensare che l’avvocato Silverio Sica, decano degli avvocati penalisti salernitani e già presidente della Camera Penale, i sistemi di potere li conosce tutti, se non altro per aver difeso (quasi sempre con successo) il fior fiore dei personaggi di spicco della politica, della giustizia, dell’imprenditoria e della società civile.

 

 

 

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