La retorica buonista della violenza sulle…gonne.

 

 

da Antonio Cortese (docente – giornalista)

 

Ore ed ore in parlamento sprecate nella causa femminista del no alla violenza sulle donne, question time, appelli, interrogazioni. Il rinnovato allarme e le denunce sul tema tradizionalmente sbandierato da pacifisti e femministe continuamente con cortei e scioperi in stile da sindacato scioperante, intrattiene e distrae l’emiciclo dai temi urgenti e più importanti. Si perché innanzitutto non si può fare di tutta l’erba un fascio, generalizzando con questa retorica sessantottina un tema che invece é molto più complicato essendo differente caso per caso, coniuge per coniuge, famiglia per famiglia, coppie di fatto per coppie disfatte.

 

Alzando la voce qualche parlamentare in settimana cercava di chiarire che la colpa della violenza sulle donne non é delle donne; alludendo alla constatazione spesso vincente della forza provocatoria di quest’ultime quale causa o concausa scatenante. Vada ricordato però che alle scuole elementari anche a codesti deputati avranno consegnato al primo giorno di scuola tre cose solitamente: un quaderno a righi, uno a quadretti ed un vangelo tascabile.

 

Senza ragionare sulla validità attuale dell’insegnamento laico in Italia, vada ancora ribadito uno dei cardini della nostra educazione religiosa che consiste nel peccato originale. Altresì nella Bibbia la bistrattata favoletta di Adamo ed Eva avrebbe dovuto chiarire sin da piccoli quale dei due sessi ha quasi sempre colpa e torto. E le donne intelligenti lo sanno. Le furbastre invece ne approfittano, si sa. E’ triste realizzare che seppure questa sia una realtà dogmatica, trascendentale fino all’immanenza attuale della vita quotidiana postmoderna, si debba addirittura generalizzare in un parlamento nazionale  l’avvenuto o il mancato stato di civiltà raggiunto da una popolazione in particolare. D’altro canto non volendo cadere in una parziale filosofia di monito misogeno, le società moderne hanno accettato suffragette, diritto di voto, classi scolastiche miste, pari dignità sportiva fino ai recenti arbitraggi nelle competizioni di ogni disciplina o il diritto di sacerdozio in altre religioni. Saranno pure conquiste più che licenze alle tradizionalmente deboli in questione, ma prendersi il dito ( non solo, scusando la battuta) con tutto il braccio risulta evidente. Ad esempio durante il sacramento del matrimonio nel sacro giuramento la donna accetta di non mancare a qualsivoglia tribolazione le si presenti in avvenire acconsentendo ad una sorta di subalternità gerarchica nella famiglia in formazione. Quindi la filosofia emancipalista si metta  in pace con le idee e con la stessa autonomia di pensiero, azione e responsabilità, cominci a smetterla con questo vittimismo infantile. Caro Marco Pannella, buonanima bella, se stai ascoltando, abbiamo capito, ma autorizzare divorzi e aborti é servito ma ora col passare degli anni una nazione intera é in crisi, in grave diminuzione quantitativa e qualitativa. Laici, progressisti, permissivisti, si ,ma adesso basta. Queste due conquiste sociali del diritto sono divenute cancerogene; andrebbero stoppate con urgenza immediata in questo caos globale: siamo in ritardo ormai ma ancora in tempo.

 

 

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