GIUSTIZIA: Nordio in confusione … dopo la battaglia contro l’Idra di Lerno dei PM


Aldo Bianchini

On. Dr. Carlo Nordio - ministro della giustizia

SALERNO – Fortunatamente avevo già scritto, in data 12 dicembre scorso, della difficile o impossibile battaglia di Carlo Nordio (attuale ministro della giustizia, e prima PM di vaglia) contro l’Idra di Lerno dei Pubblici Ministeri che in questo Paese rappresentano il potere che è stato capace di superare, e di gran lunga, quello che un pò tutti noi per decenni abbiamo definito il “potere malefico”  della politica.

Era facilmente prevedibile e sta accadendo, e il mostro a nove teste della mitologia antica sopravvive e si irrobustisce ad ogni tentativo, pur apprezzabile, del ministro Nordio di tagliare la testa, anzi le teste, dell’unico vero guasto della giustizia italiana: il pubblico ministero.

Nove teste sono troppe, Nordio da solo (perchè è stato lasciato solo , come forse lui stesso voleva) non ce la fa, non ha la stessa forza e velocità di Ercole che alla fine riuscì a tagliare tutte e nove le teste dell’Idra.

Nordio non ha né la forza e né la velocità di Ercole; parla troppo, un po’ come tutti i suoi predecessori, non ha capito che deve portare avanti la battaglia senza pronunciare neppure un parola per far trovare il mostro (l’ufficio del PM) all’improvviso davanti al fatto compiuto: tutte le teste tagliate. Insomma quel mostro deve andare a letto la sera credendo ancora nel suo immenso potere e deve svegliarsi la mattina a cose già fatte: separazione delle carriere, intercettazioni, abusi della carcerazione preventiva, diffusione ai media di notizie soltanto diffamatorie, obbligatorietà dell’azione penale, indicazione delle linee di indagine d parte del governo, ecc.; tanto da fargli capire, sempre al mostro, di non avere più teste disponibili.

In questo Paese, purtroppo, si continua a parlare impropriamente di “riforma della giustizia”  invece di parlare di “riforma della magistratura” o meglio ancora di “riforma dell’ufficio del Pubblico Ministero”.

Ma noi, si sa, non siamo abituati a parlare in gergo prettamente politico; abusiamo del politichese e ben ci sta se alla fine tutte le riforme vengono bocciate prima ancor di essere partorite; ma ci piace parlare all’infinito per poi piangerci addosso da soli.

Ora Carlo Nordio incomincia a battere qualche giro a vuoto aprendo dissensi nella maggioranza e favorendo l’aggregazione dell’opposizione che sulla falsa difesa dell’autonomia della magistratura si ritrova convintamente contro il governo, sapendo già di poter contare sul consenso unanime del folto stuolo di PM; tanto che è dovuta intervenire la presidente del consiglio in prima persona per difendere l’operato del ministro.

Conclusi l’articolo dello scorso dicembre riportando un messaggio che mi aveva inviato un ex magistrato salernitano: “Riequilibrare i rapporti tra i poteri dello Stato, questo il nocciolo duro del problema; ma non è e non sarà impresa semplice. Parte tutto da lì”; sottoscrivo di nuovo e con maggiore convinzione alla luce di quanto avvenuto in questi ultimi due mesi.

 

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