Elezioni regionali latino-lombarde 2023: la tv che tace e non sente

da Antonio Cortese (giornalista)

 

Anestettizzato un paese intero, da pubblicità belliche, canzonette e terremoti altrui, senza voler esagerare, se proprio si debba parlare di fondi economici da destinare e aiuti a determinate popolazioni, mentre abbruzzi e company stanno a dover superare un altro febbraio corto e amaro, le elezioni regionali sono state sottaciute. Non abbiamo assistito a veleni televisivi, tribune politiche in par condicio, né alcun grillo comunista strapparsi i capelli, alcun sindacalista  in premura “sessanttottista” o ancora vignettisti al “vauro”, se non in silente sordina.

 

Oggi si vota in due regioni italiani per vecchi o nuovi timonieri, ma nemmeno le radio da sempre in totale frequenza libertina, hanno più di tanto pubblicizzato candidati e candidature.

Si, ma chiamiamoli cosi’ i “sessantottisti” italiani, una volta sessantottini col diminuitivo simpatico futur andante, ma oggi incattiviti a tal punto di stafo..ersene, oramai panciuti al punto giusto e soddisfatti come l’attore Arnoldo Tieri in un noto film dell’epoca vitelloniana, il quale cambia modi e conoscenze politiche una volta arricchitosi.

 

Pertanto é da notare che quasi l’intera classe di opposizione italiana ha altresì preferito a pancia piena scimmiottare i burattini dell’Ariston  o comunicare un conquistato buonismo da indirizzare ai terremotati turco siriani o ai popoli in guerra. Ma come dice lo stesso testo di una oramai vecchia canzone di Eros Ramazzotti: “la carità, finta pietà, nessuno l’ha chiesta… cosa si fa questa sera….”: palloni che cantano, pizza e nulla più. Plebisciti di persone smemorizzate come chip arrugginiti, dimentichi ad esempio che da Cuba e da Putin arrivarono i primi aiuti ad un continente sotto assedio della dittatura sanitaria ancora da debellare in pieno, e così come giudicano le canzonette, oramai giudicano nella cabina elettorale. Tristissima constatazione a chi non si é minimamente posto il problema che le regioni in ballo sono adiacenti non solo geograficamente, ma ogni giorno da esse siamo destinatari di svariatissimi messaggi in questo mondo della comunicazione moderna. Non si lamentassero più i meridionalisti con la “tiritera” che il mezzogiorno sia dimenticato, sottovalutato, sottostimato; é il semplice risultato del disinteresse civico nazionale. ‘O fatto é reciproco.

 

 

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