Guerra e pace

 

 

da Angelo Giubileo

(avvocato – scrittore)

 

E’ trascorso ormai un anno dall’inizio della guerra in Ucraina. La storia dell’umanità è piena di guerre, molte delle quali verificatesi anche dopo la fine della seconda guerra mondiale e molte tuttora in corso. Secondo il sito Perlapace.it attualmente sarebbero 59.

Ogni guerra produce lutti e tragedie, ma evidentemente è contro la storia e quindi in qualche modo è una vana illusione pensare che in futuro non ci saranno più guerre e che, se ci saranno, dipenderà pur sempre dalla cattiva volontà degli uni contro gli altri. Così che la questione principale è e diventa sempre quella di stabilire di chi sia la colpa oppure di chi siano la maggiore e minore colpa che sono causa dell’evento bellico.

E invece la guerra è un evento in sé e per sé, un fatto terribile, devastante. Indipendentemente dalla causa o cause che l’abbiano generata. Inoltre, ogni guerra ha come fine la distruzione o sottomissione dell’una o altra parte. A tale proposito, si dice anche che ogni guerra termini con una parte vincente e l’altra perdente. Ma, essenzialmente, la guerra genera morte. Così che più forte sugli squilli di trombe, dovrebbe risuonare piuttosto il grido del profeta: o morte dov’è la tua vittoria? E invece, la morte, ancora a un anno dall’inizio del tragico evento, è ovunque.

Un anno trascorso tra sanzioni, minacce, appelli … vani, vanità di vanità tutto è (stato) vanità … Perché c’è un tempo per ogni cosa e quello trascorso da un anno è stato un tempo di guerra. L’<Occidente> – che si dice compatto – dice anche che le cose dovrebbero tornare a come erano prima della guerra … Il <Nemico> – che dice di non voler porre fine alla guerra – dice anche che la Russia dovrebbe ritornare in possesso dei territori che storicamente le apparterrebbero … Ma la storia ha altresì dimostrato che il tempo non è reversibile, non è possibile tornare indietro, ma, rispetto all’oggi, solo andare avanti.

E oggi: la questione della guerra è innanzitutto la guerra stessa. E quindi ciò che occorre è innanzitutto un modo per porle fine.

Di questo dovremmo tutti discutere, e a questo servono le trattative, ogni dialogo possibile. A un anno dall’inizio della guerra, esiste innanzitutto una volontà – più o meno comune – di porre fine alla guerra? Se questa volontà c’è – si dice anche che sia in corso una trattativa segreta a Ginevra (?) -, se davvero c’è questa volontà, allora ognuno di noi dovrebbe piuttosto alimentare, sopra tutti e tutto, un dialogo per la pace che, nel tempo corrente, ponga fine alla guerra.

Per la pace non serve altro, per la pace serve un dialogo.

 

 

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