GIACUMBI: un delitto ancora tutto da spiegare … ma già dimenticato

 

Aldo Bianchini

Dr. Nicola Giacumbi

SALERNO – Dopo ben 43 anni c’è voluto l’intervento di un ex magistrato come Carlo Correra (oggi avvocato di vaglia) per smuovere le coscienze di tutti nel ricordare un altro magistrato, Nicola Giacumbi, barbaramente ucciso dalle Brigate Rosse nel portone di casa (Corso Garibaldi) di fronte al Tribunale dove, in quel periodo, era facente funzioni come Procuratore della Repubblica.

Carlo Correra è intervenuto sulle pagine de Il Mattino (edizione 16 marzo scorso) con uno splendido appello a tutta la comunità salernitana:

  • “… Per me, giovane pretore appena pochi mesi prima arrivato da una Torino sotto assedio terroristico già da anni, fu come ripiombare in un incubo appena vissuto … vorrei si organizzassero iniziative celebrative del sacrificio eroico del giudice Giacumbi e soprattutto che la sua figura venisse ricordata nelle scuole … non sono sufficienti le intitolazioni di una strada e dell’edificio “F” della cittadella giudiziaria … Molti di noi ben ricordano le vicende di quegli anni e quindi ricorderanno anche che il giudice Giacumbi fu solo il primo di tre magistrati che, in rapida successione, furono ammazzati in quegli stessi giorni: a Roma il giudice Minervini il giorno 18 e a Milano il giudice Galli il giorno seguente … Non mi risultano infatti – rileva – iniziative né nella sede giudiziaria salernitana, né in altre pubbliche istituzioni, né soprattutto mi risultano iniziative presso le sedi scolastiche della città … se entriamo in una classe di scuola media superiore e chiediamo agli studenti se conoscono la vicenda di Nicola Giacumbi, forse un solo studente su trenta sarebbe in grado di rispondere affermativamente …”.

Parole e riflessioni sacrosante quelle dell’ex magistrato Correra che, anche se in maniera indiretta, confortano l’ipotesi da me avanzata più di dieci anni fa sulle cause e circostanze che furono alla base di quell’orrendo delitto che è ancora tutto da spiegare e che la città, forse, non vuole capire per non entrare di nuovo in quel sistema perverso e molto complicato della gioventù dell’epoca persa in una assurda mescolanza tra agiatezza – ideologia e rivendicazione sociale che quel delitto potrebbe spiegare in un forma definitiva.

Molti personaggi di quel gruppo, falsamente ideologico ma di fuoco, sono tuttora viventi e soltanto alcuni hanno già scontato il loro debito con la giustizia; ha pienamente ragione Carlo Correra, forse è necessario cominciare proprio dalle scuole per analizzare quel periodo oscuro che ha attraversato la comunità salernitana; un periodo iniziato con l’omicidio di Carlo Falvella e chiuso con quello di Nicola Giacumbi.

Avv. Carlo Correra

Gli elementi di studio sono tantissimi; per quanto mi riguarda ripropongo una personale visione tratta dal libro “Sasso o Coltello” (ed. 1994) scritto dall’ex ministro Carmelo Conte che a pag. 47, sotto il titolo “Il volantino” (riferito all’anno 1980) scrive:

  • Una sera, a Salerno, di venerdì, intravedo …….., insieme a due giovani, intenti a leggere un manifesto socialista che indice una manifestazione con la mia partecipazione. Mi meraviglio del loro interessamento. Vado a cena e faccio tardi. Decido di rientrare ad Eboli imboccando, con la macchina, corso Vittorio Emanuele, che non è ancora isola pedonale. Un percorso che abitualmente non faccio. Il mio sguardo si ferma casualmente su uno dei manifesti con il mio nome. Vi è incollato in sovrapposizione un volantino delle Brigate Rosse. Ne controllo rapidamente altri due o tre e noto lo stesso volantino. Mi preoccupo, vado via e denunzio l’accaduto …  un capitano dei Carabinieri mi confida che tra i mandanti dell’omicidio Giacumbi potrebbero esserci anche persone insospettabili …

Questo capitolo del libro lo evidenziai, anni fa, anche ad un sostituto procuratore della DDA nel corso di una deposizione come persona informata dei fatti: sono ancora in attesa di una risposta.

 

 

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