ENRICO e PIERO: l’uno di fronte all’altro, assisi, nella stessa aula consiliare

 

Aldo Bianchini

Il municipio di Monte San Giacomo

VALLO di DIANO – Li ho conosciuti entrambi quando erano in vita: il senatore dr. Enrico Quaranta e lo storico segretario comunale per antonomasia dr. Piero Nicodemo.

Non intendo arrecare torto al primo ma devo subito dichiarare che per me era più simpatico il secondo, e non solo per il fatto di averlo conosciuto meglio e più a lungo del senatore che, in verità, a me socialista idealista e riformista non è mai piaciuto più di tanto.

Non sto qui a dilungarmi sul perché mi era molto più simpatico Piero anziché Enrico; sarebbe come descrivere una sensazione del tutto personale che può non interessare a nessuno.

Dr. Piero Nicodemo

Al di là della sua fede politica (che non conosco) Piero Nicodemo aveva molto degli atteggiamenti socialisti, sempre incline come era alla discussione pacifica e ragionata nel trovare, comunque, una soluzione per tutti e per tutto. A volte ritornando anche sulle sue stesse decisioni sorprendeva tutti con il suo sguardo sornione e ieratico al punto giusto da non far capire quali fossero le sensazioni che al momento certamente viveva e come si sarebbe espresso nei minuti successivi. Non aveva un carattere facile, ma non era assolutamente puntiglioso come le sue capacità professionali gli avrebbero consentito; per questo era benvoluto da tutti i sindaci che lo hanno conosciuto e verso i quali dispensava soltanto consigli utili, corretti e nella piena legalità e trasparenza. Io lo ricordo così.

 

 

Sen. Enrico Quaranta

Altra storia, invece, per il parlamentare ed anche sottosegretario di Stato Enrico Quaranta che dopo alcuni balbettamenti iniziali all’ombra del despota politico Luigi Angrisani seppe liberarsi delle figure ingombranti come quelle di Domenico Pica e Lucio Mariano Brandi (con il quale Enrico, secondo Angrisani, costituiva la coppia di asini fatti deputati), e seppe soprattutto avvalersi della stretta collaborazione di Gerardo Ritorto che poteva essere il suo erede ma che, sfortunatamente, non gli sopravvisse. Enrico Quaranta (sprezzante dei segretari comunali come di tante altre figure istituzionali), almeno per me, era troppo autoritario, quasi come un antesignano di Vincenzo De Luca, ma forse aveva capito che nel Vallo o si fa in questo modo o non si fa. Io lo ricordo così.

Ora si ritroveranno seduti, l’uno di fronte all’altro almeno con il loro spirito indomito, nella stessa aula consiliare di Monte San Giacomo per effetto di una delibera di G.C., promulgata per ampliare il quadro della toponomastica comunale, che nella sua assoluta e legittima autonomia ha cointitolato la struttura anche in ricordo del “segretario comunale” scomparso non molto tempo fa ed al quale giustamente andava intitolato qualcosa di concreto, seguendo lo stesso destino del senatore.

Un decisione che (non potrei fare il mestiere che faccio se almeno non riferissi quello che sta accadendo nella comunità sangiacomese attraverso gli immancabili social) ha creato una certa perplessità, per non dire malumore, in chi credeva nell’unicità dell’intitolazione dell’aula consiliare con delibera del C.C. del 1987 (con discussione aperta a maggioranza e opposizione) e nel rispetto della memoria di Quaranta; ed ha, invece, portato una ventata di soddisfazione e condivisione in chi ha rispettato e rispetta prima l’uomo e poi il dirigente amministrativo di lungo corso Nicodemo per la cui cointitolazione è stata sufficiente una delibera di G.C. del 2023 (senza discussione in consiglio comunale).

L’uno di fronte all’altro o l’uno accanto all’altro ? non fa niente, il necessario è aver rimandato nel futuro il loro ricordo.

 

 

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