La parola agli archeologi impegnati nei lavori di scavo a Roccagloriosa (2a parte)

 

da prof. Nicola Femminella

(storico – scrittore)

Prof. Nicola Femminella

L’archeologa Simona Di Gregorio, delegata dalla Soprintendente dott.ssa Bonaudo, di cui ha portato i saluti e il compiacimento per il risultato annunciato dal Sindaco, nella veste di responsabile di zona di una gran parte del territorio cilentano, ha ricordato le sue esperienze in Basilicata a contatto con i paesi che hanno rivelato siti riconducibili all’epoca lucana. Ha affermato di avere nel tempo seguito le notizie riguardanti Roccagloriosa, di cui conosce il valore dei risultati scientifici ottenuti nel passato dagli esimi proff. Gualtieri e Fracchia, e anche lei ha lodato l’impegno dell’Amministrazione “per dare vita e dignità a questo territorio e alle ricerche, ferme da molti anni”. Citando il fenomeno dello spopolamento in quei borghi lucani, simile a quello che patiscono i paesi del Cilento, ha sottolineato il contributo che il patrimonio archeologico potrà dare alle comunità che lo hanno ereditato. Esso darà vita a Roccagloriosa, perché sul sito convergeranno interessi, persone e giovani destinati alle ricerche, riproponendo, forse, lo stesso successo procurato dalle ricerche effettuate a suo tempo da Gualtieri e dal suo lavoro nel borgo, a contato con visitatori e gente del luogo. I giovani coinvolti nelle ricerche resteranno per settimane in loco e sicuramente saranno accolti con simpatia dalle famiglie del posto. Inoltre, tanti studiosi e giovani verranno e si innamoreranno di Roccagloriosa. Assicura la collaborazione attiva e tutto l’appoggio possibile da parte della Soprintendenza; ribadisce più volte la sua ammirazione per il prof. Gualtieri, pur non conoscendolo, e per Antonella Fiammenghi che, per conto della Soprintendenza, molto e bene lavorò per Roccagloriosa, fino a meritare l’onore di dare il proprio nome a uno degli antiquarium di Roccagloriosa. In ultimo, ha espresso una speranza: “Spero che la ripresa della ricerca serva a far partire da qui non solo un percorso di arricchimento di conoscenze scientifiche. Ci saranno tante sorprese in questo sito, perché le ricerche sono tante e le risposte da dare ancora numerose. Spero che da qui possa partire una valorizzazione più ampia del territorio, magari anche fare un sistema con altri luoghi vicini del Cilento in cui sono attive università e ricerche su siti archeologici molto importanti. Penso a Caselle, dove è attiva da qualche anno l’Università di Salerno e dove stanno venendo fuori dalla ricerca risultati scientifici molto importanti, che stanno delineando un’altra comunità lucana, molto simile per tanti aspetti a quella di Roccagloriosa, che faceva parte di un sistema territoriale unico e penso anche ad altre ricerche sul territorio, differenti ma comunque interessanti. Cito per esempio, per la parte storica, i siti di Camerota. Insomma, mettere a sistema una serie di cose, luoghi che sono vicini tra loro e che potrebbero essere un giorno attivi per far nascere un museo diffuso”.

Avuta la parola, il prof. Soricelli legge una lettera di Maurizio Gualtieri ai presenti:

“Buongiorno a tutte le autorità, al sindaco Pino Balbi, alla Soprintendente di Salerno e Avellino e ai nostri concittadini di Roccagloriosa. Siamo molto lieti di essere di nuovo qui a Roccagloriosa, dove abbiamo lavorato per tre decenni e dove nuovamente riprende il lavoro sotto la direzione DI Gianluca Soricelli dell’Università del Molise e di Salvatore De Vincenzo, dell’Università della Tuscia.  Conosciamo Gianluca da tanti anni, da quando anche lui ha lavorato con noi per una campagna di scavi qui a Roccagloriosa. Il sito di Roccagloriosa è ormai di fama internazionale e costituisce un punto di partenza obbligato per chi voglia oggi affrontare lo studio di altri siti della Lucania antica o più in generale del territorio lucano. Anche per la fase successiva Roccagloriosa ha fornito un modello per analizzare gli sviluppi associati all’arrivo e alla presenza sempre più massiccia dei Romani nella zona. Abbiamo avuto dal sito, dal Comune e dal paese, dalla Comunità accademica internazionale grandi soddisfazioni, sia a livello professionale e soprattutto a livello umano. Gli anni passati con voi, lavorando con la Soprintendenza, con gli studenti provenienti dal Canada e dall’Università di Perugia sono stati e rimangono un punto importantissimo nelle nostre vite. E così è con grande piacere che partecipiamo alla conferenza stampa della presentazione del nuovo progetto di ricerca sotto la guida di Gianluca Soricelli e di Salvatore De Vincenzo e siamo sicuri che porteranno tante novità per la storia dei Lucani e lo sviluppo   diacronico delle valli del Mingardo e Bussento nel Golfo di Policastro. Buon lavoro a tutti”

Il prof. Sorricelli dopo essersi presentato ai convenuti, illustrando titoli e competenze in suo possesso, ha sottolineato l’importanza del sito archeologico di Roccagloriosa, che è un unicum nella storia dell’archeologia. E lo sarà in misura maggiore quando a Laurelli, località nel Comune di Caselle in Pittari, distante pochi chilometri, verranno alla luce le eccellenze archeologiche nascoste in un’area di 30 ettari di abitato, anche se l’area scavata dalle ricerche è molto ridotta. Ha, quindi, riferito sugli incontri avuti con il prof. Gualtieri e la prof.ssa Helena Fracchia, con un utile scambio di informazioni, raccogliendo dati preziosi per il lavoro da svolgere sul sito. Ha aggiunto che è intendimento suo e del collega Salvatore De Vincenzo proseguire lungo la linea segnata dal prof. Gualtieri, partendo dalle sue scoperte e dai risultati ottenuti insieme alla prof.ssa Fracchia, di sicuro seguendo le tracce del loro percorso che hanno procurato numerose e significative acquisizioni al mondo scientifico e alla comunità di Roccagloriosa. Naturalmente ci saranno altri obiettivi da perseguire con analogo impegno. Di certo si amplierà l’area delle ricerche e si spera in nuove scoperte ugualmente preziose come quelle raccolte dagli scavi precedenti. Un altro obiettivo che si porranno i due archeologi  sarà quello di una ulteriore e maggiore valorizzazione del sito, perché esso possa esercitare un forte richiamo su un considerevole numero di visitatori, fino a farlo diventare un attrattore al servizio del comparto turistico e dello sviluppo della zona. Questa, come già ricordato, è minata dal triste fenomeno dello spopolamento e dell’abbandono di un territorio che, invece, ha mille risorse da mettere in campo per far valere le proprie ricchezze culturali, naturalistiche e storiche. Se questi obiettivi saranno raggiunti, ha concluso il prof. Sorricelli,  si avranno molte soddisfazioni, le stesse avute  dagli studiosi Gualtieri e Fracchia.

La dott.ssa  Carla Maurano, prima di passare la parola all’architetto Salvatore Ciro Nappo, ribadisce alcuni concetti già espressi negli interventi precedenti. Occorre una visione della zona che, come ha già detto la rappresentante della Soprintendenza,  inserisca Roccagloriosa e e i suoi beni in una rete del territorio, richiamando “l’importanza di mettersi insieme, tutti i comuni, tutte le realtà archeologiche, tutte le realtà territoriali in modo da poter unitariamente contribuire a una valorizzazione integrata del sito che, non dimentichiamolo, è anche patrimonio mondiale  dell’UNESCO…” Un approccio metodologico diverso deve riunire il sito  alle località limitrofe, con i beni materiali e immateriali che ciascuna di esse possiede. Inserendoli in una unica offerta turistica, si potrà creare un sistema ricco di contenuti vari e attraenti, che potrà procurare maggiori occasioni di sviluppo al territorio.

L’archeologo Nappo prende la parola, chiarendo subito che, come già riferito al Sindaco,  “riprendere i lavori a Roccagloriosa per estendere gli scavi archeologici sarà sicuramente un’opera  meritoria che però non mi vedrà molto coinvolto, perché basta trovare – certo non è una cosa semplicissima – una Università e attivarne la ricerca. Avranno i loro dati scientifici che pubblicheranno… però a Roccagloriosa non rimane niente se non il nome… di una città antica. …. Noi dobbiamo mirare molto in alto… Noi intendiamo l’archeologia non una sentinella solitaria, ma all’interno di un sistema integrato che deve dialogare con tutte le qualità e tutte le presenze che stanno sul territorio. In effetti, l’archeologia dev’essere un capitolo importante all’interno di un libro che comprenda altri capitoli. Ci sono sia beni materiali, ma anche beni immateriali. Roccagloriosa ha la fortuna di stare in un posto del Cilento che è magnifico e quello è un bene che va salvaguardato, dando la possibilità al territorio di mettere insieme gli stessi valori, e questo insieme di valori diventino un veicolo di un volano economico per tutto il territorio. È chiaro che è un sogno immaginare una valorizzazione anche in termini economici per tutto il territorio, parlando solo di Roccagloriosa…è un problema di rete, la rete è importantissima perché, se noi riusciamo a sommare valori complementari e diversi del territorio, noi possiamo dar vita a quei percorsi virtuosi che portano a una economia. Una delle prime cose discusse col sindaco e i colleghi… contemporaneamente all’inizio dell’attività archeologica, noi dobbiamo partire con un progetto che comprenda molte più cose. Tra le altre cose noi abbiamo bisogno di una formazione professionale, di quelle toste, di quelle di 1600 ore che dovranno vedere protagonisti performabili 10-12 giovani del territorio ai quali noi daremo in eredità quello che il progetto archeologico, ma il progetto di valorizzazione generale, produrrà, perché, badate, non si va da nessuna parte… Io faccio l’archeologo, parlando quasi da economista. Noi facciamo un progetto archeologico perfetto con grandissimi risultati scientifici, ora noi, se questo non lo troviamo all’interno di un sistema complesso, ben articolato, dove un insieme di insiemi…questo non produrrà nulla… Spero che al Sindaco si aggiungano altri sindaci della zona. Se noi non li mettiamo insieme, non dovete lamentarvi dello spopolamento del territorio …” L’archeologo Nappo conclude il suo intervento, enumerando tutte le risorse e i beni di cui gode il Cilento che possono comporre una offerta turistica di somma importanza, in grado di produrre ricchezza e reddito alle popolazioni. Stiamo parlando di un’area destinata a percorsi di crescita sicura della sua economia, se metterà insieme gli attori che la dovranno promuovere e i prodotti che potrà porre sul mercato: beni archeologici e culturali, bellezze del paesaggio e della natura, prodotti enogastronomici, pacchetti per le vacanze a misura d’uomo, con condizioni ambientali e climatiche non riscontrabili altrove.

 

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