INAIL: “perché il lavoro non ti faccia male”

Aldo Bianchini

SALERNO – Qualche giorno fa ho letto, con molto interesse, sul quotidiano Roma-Cronaca del 24 aprile 2011, rilasciata dal responsabile del processo di prevenzione dell’Inail di Salerno (dott. Arsenio Pandolfo) sul programma di iniziative per l’anno 2012 che l’antico Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro ha varato di concerto con il CTP (Comitato Paritetico Territoriale) di Salerno. Fa davvero piacere leggere che, finalmente, qualcosa si muove nel rapporto comunicazionale con il mondo esterno tra gli Enti preposto alla tutela della salute del lavoratore e i soggetti destinatari del messaggio attraverso gli organi di stampa. Tutto questo grazie alle scelte fatte dalla nuova dirigenza dell’INAIL di Salerno coordinata dalla direttrice provinciale Donata Volino. Dalla lunga intervista traspare  un elemento qualitativamente ed oggettivamente incoraggiante che è il “messaggio culturale” che l’Istituto ha il compito, ed oserei dire anche il dovere, di veicolare verso l’esterno partendo dal basso, partendo cioè fin dalle scuole elementari per arrivare agli istituti scolastici tecnici e commerciali. Tutto questo sull’onda di un progetto organico nato proprio nella sede di Salerno a metà degli anni ’80 grazie alla lungimiranza dei dirigenti dell’epoca Alfredo Giordano, Pierluigi Langella, Carmelo Bruno e Gerardo Cucciniello, progetto che fu avocato  dal direttore regionale Gabriele Goglia e coordinato da Sergio Maione su tutto il territorio della Campania con un gruppo idoneo a veicolare il messaggio della prevenzione non solo esterna ma anche interna. Poi seguirono anni di vero e proprio oscurantismo, a cominciare dall’azione guastatrice della direttrice regionale Luigina Vietri, che fecero sprofondare nel baratro quello che era e rimane un progetto validissimo e che per molti aspetti fu anche preso a modello nazionale dalla Direzione Centrale dell’INAIL. Ora finalmente si ricomincia a parlare di prevenzione, a coltivare sicurezza per fare in modo che “il lavoro non faccia male”. Fare questo non è facile, credetemi, perché ci sono resistenze incrostate anche negli stessi Enti preposti alla tutela della salute del lavoratore. E’ necessario non solo fare ma anche propagandare all’esterno quello che si fa attraverso un rapporto più organico, più continuo e più articolato con la stampa, con tutta la stampa tenendo ben presente che quest’ultima è poco sensibile a queste problematica ma più incline al sensazionalismo della notizia da prima pagina. Anche in questo ristretto ambito è necessaria l’azione e la consulenza dell’Inail o di chi è preposto in genere alla prevenzione ed alla sicurezza. Raggiungere gli organi di stampa con argomentazioni tecnico-esplicative  prima che sparino notizie solo utili alla vendita dei giornali. Un esempio per tutti la notizia che diversi mesi or sono fu eclatata in ambito nazionale da tutti i grandi giornali e network (Canale/5) sul mancato indennizzo della ragazza travolta ed uccisa dall’alluvione di Atrani (SA). Ebbene quello fu un pessimo messaggio mediatico in danno dell’INAIL che l’Istituto non seppe, non volle o non riuscì a correggere e ad incanalare nel verso giusto. Ma ritorniamo al’attualità ed alla grande voglia di fare prevenzione che dimostra l’attuale dirigenza dell’Inail di Salerno. A fine mese, esattamente il 31 di maggio, presso il Teatro Verdi sarà sviluppato il progetto più ambizioso dell’intera storia della sede provinciale dell’Inail con la piece teatrale dal titolo “Perché il lavoro non ti faccia male”, un vero e proprio concerto-spettacolo che non mancherà di cogliere l’obiettivo per cui è stato ideato e scritto. “E’ uno spettacolo particolare –dice Arsenio Pandolfo- dal forte valore formativo, ideato e scritto dall’autore e attore Franco Silvestri con la partecipazione di Tosca e Massimo Venturiello”. Avremo tempo e modo per parlarne sperando, ovviamente, che la riconosciuta vena treatrale di Silvestri possa ben coniugarsi con il messaggio culturale della prevenzione e dell’igiene sui luoghi di lavoro.

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