LATTE: tranquilli … non scappa

Renato Messina

SALERNO – Alla fine i nodi sono arrivati al pettine. Già da molti giorni sono state aperte le buste contenenti le manifestazioni di interesse per l’acquisto di quote delle società controllate dal Comune di Salerno, tra le quali si annovera la storica Centrale del Latte. Ogni volta che si parla di privatizzazioni ci si scontra con la normale paura di perdere i “gioielli di famiglia”  e, allo stesso tempo, si parla di privatizzazioni nei momenti di difficoltà per i bilanci pubblici. Non bisogna confondere i piani: la privatizzazione come concetto generale e il momento contingente di difficoltà. È fondamentale capire che se le privatizzazioni devono essere fatte, lo scopo è quello di permettere che sia la libera concorrenza a stabilire i prezzi e, soprattutto, a spingere gli imprenditori ad innovare e migliorare le proprie imprese ed i propri prodotti. La finalità quindi non può essere quella di mettere una toppa su un bilancio pubblico in rosso. Alla centrale del latte siamo tutti affezionati, ma non è scritto da nessuna parte che la sua privatizzazione debba portare via speranze per il futuro (come dicono i tanti che si strappano i capelli terrorizzati da questa ipotesi). Il futuro lo portano via quegli amministratori che utilizzano senza limiti la spesa pubblica (i nostri soldi) e l’invadenza dello stato (con il potere che noi gli diamo) in ogni singolo aspetto della nostra vita. Qualcuno ha problemi con la pasta che compriamo ogni giorno? Il mercato della pasta è libero e possiamo trovare prodotti di alta qualità anche a prezzi non eccessivi. Perché non può essere così anche per il latte? Del resto nella Relazione agli Azionisti allegata al bilancio 2011 della Centrale del Latte si legge “… in un mercato ad altissima competitività, che si è ulteriormente incattivito con il ricorso a campagne aggressive basate esclusivamente sul ribasso dei prezzi al dettaglio, (la Centrale del Latte, Ndr) ha confermato la propria posizione di leader …”. Le domande quindi sorgono spontanee; la posizione “di leader” si è trasformata in un vantaggio sui prezzi al dettaglio per i clienti della Centrale del Latte ed i cittadini salernitani? O invece  la Centrale del latte  si è disinteressata dei prezzi di mercato perché tanto il suo unico azionista è il Comune di Salerno? L’ultima questione è quella occupazionale; perché la privatizzazione dovrebbe portare via posti di lavoro? Se il numero e la tipologia di impiegati sono quelli adatti non ci dovrebbe essere timore che un’eventuale privatizzazione porti via posti di lavoro. Forse qualcuno lavora nella Centrale del Latte anche se la sua presenza non è necessaria? Io non credo sia così; in caso contrario però, traetene le dovute conseguenze (essendo fino ad ora soldi nostri quelli impiegati) e ricordatevi che il miglior modo per capire se un’azienda è organizzata bene è metterla alla prova del mercato a pari condizioni di partenza con le altre. La nostra cara Centrale del Latte è l’unica partecipata pubblica non in rosso, evitiamo che lo diventi e restituiamola alle normali logiche di concorrenza. La qualità non diminuirà perché saremo sempre noi a decidere se e cosa comprare (se il latte non ci piacerà più non lo compreremo più da questo fornitore e lui capirà subito), avremo probabilmente un ribasso medio dei prezzi del prodotto e avremo tolto l’ennesimo oggetto del desiderio dalle mani di qualche politico che potrebbe essere portato nella tentazione di promettere e spargere posti ed incarichi di questa controllata.

 (renatomessina87@gmail.com)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *