Caimangate/17: arriva la direzione nazionale … e la Picierno ?

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Finalmente (nonostante le tempeste giudiziarie e politiche !!) è arrivata la tanto sospirata telefonata e Vincenzo De Luca, inaspettatamente, entra nel novero della ristretta cerchia della Direzione Nazionale del P.D. (Partito Democratico). Ma diciamolo subito che è un’entrata non certamente alla De Luca (cioè in perfetta solitudine); questa volta, anche contro voglia, dovrà adeguarsi alla bisogna se non vuole rimanere fuori da tutto. Insomma, come dire, Vincenzo De Luca per la prima volta entra non di diritto ma “di spichetto” (come si suol dire in gergo salernitaneggiante !!); ma va bene lo stesso, il necessario è entrare e non rimanere fuori dal contesto nazionale decisionale. Rimane da chiedersi, però, quanto vale essere presenti in Direzione Nazionale ed essere esclusi dal ristretto cerchio dello staff di Renzi che governerà il partito e forse il Paese nei prossimi anni. Potrebbe non valere a nulla anche se, va detto con chiarezza, la Direzione Nazionale è comunque un organismo decisionale di prima grandezza che viene subito dopo lo staff del sindaco di Firenze già composto e pubblicizzato il giorno dopo l’esito delle primarie dello scorso 8 dicembre. Poi c’è l’Assemblea Nazionale del PD dove sono arrivati anche i figli d’arte: Federico Conte e Piero De Luca (dei quali ho ampiamente scritto in un precedente editoriale), schierati su fronti opposti, il primo con Cuperlo e il secondo con Renzi. In pratica Vincenzo De Luca ha dovuto accontentarsi della “seconda fila decisionale”, parecchio se pensiamo alle filippiche della Picierno che soltanto qualche giorno fa aveva lanciato strali di guerra contro il sindaco di Salerno. Tutto si è ricomposto, dunque, e la pax sembra essere stata firmata anche se con qualche dubbioso condizionale. Entra, invece, di diritto ed a pieno titolo il sindaco di Pollica, Stefano Pisani, premiato più per essere l’erede naturale del compianto Angelo Vassallo (il sindaco pescatore barbaramente ucciso tre anni fa) ed anche per essersi schierato fin dalla prima ora con il rottamatore; e  per completare la terna salernitana (fatto abbastanza importante !!) arriva in DN anche la neo deputata Sabrina Capozzolo (anch’essa renziana ed espressione, almeno inizialmente, della corrente di Franco Alfieri ­sindaco di Agropoli). Restano stranamente fuori da ogni organismo decisionale (staff, direzione nazionale e assemblea nazionale) gli altri “renziani veri” della prima ora: Tommaso Pellegrino (sindaco di Sassano e già deputato nazionale), Sergio Annunziata (ex sindaco di Atena Lucana e candidato alla segreteria provinciale) e Paolo Russomando (sindaco di Giffoni Valle Piana ed ex punto di riferimento di Renzi in provincia, fatto fuori brutalmente da De Luca nonostante la presenza dello zio Ugo Carpinelli vicinissimo allo stesso De Luca). Insomma i famosi “quattro moschettieri” renziani restano fuori da ogni organismo decisionale del partito avendo dinanzi un futuro non del tutto roseo sul piano, ovviamente, politico. Ma si vedrà !! la politica insegna che le cose cambiano anche nel breve volgere di qualche ora. Nel frattempo il sindaco di Salerno andrà a sedersi (ma io, conoscendo il soggetto, dubito che lo faccia davvero !!) nella D.N. del partito dove, stranezza delle stranezze, si troverà faccia a faccia con colui che ha, sempre brutalmente come nel suo costume, ostracizzato e buttato fuori non solo dalla segreteria ma addirittura dalla provincia di Salerno. Parlo dell’ex segretario provinciale del PD Alfredo D’Attorre, uomo di peso e di pensiero del PD, che il partito ha saggiamente recuperato e fatto eleggere nella circoscrizione di Catanzaro per poterlo proiettare a Roma tra i massimi vertici nazionali. Mi viene da sorridere al solo pensiero che De Luca dovrà confrontarsi e confrontare le proprie idee con il giovane Alfredo che, quanto ad idee progettuali, ne ha da vendere a tutti. Riuscirà il mitico De Luca a sopportare cotanto affronto ? Non è facile rispondere; di certo Vincenzo De Luca dovrà capacitarsi ed accettare che tutto quello che riesce a fare in sede locale non è assolutamente trasferibile, tout court, in campo nazionale dove le resistenze dei “vecchi totem” della politica sono ancora forti e capaci di condizionare ogni ventata di novità. Lo stesso Renzi, difatti, non avendo conquistato l’intero partito ha dovuto mediare e consegnare la presidenza al suo avversario Gianni Cuperlo e con la presidenza dovrà lasciare per strada varie candidature elettorali, diversi posti negli organismi di partito e dovrà riabilitare agli occhi del grande pubblico anche qualche personaggio mitico del passato recente. La stretta di mano con Massimo D’Alema la dice tutta e lunga; è la fotografia dell’accordo patteggiato dopo la guerra a denti stretti. E la Pina Picierno ? Beh!! la nominata Picierno continuerà a parlare, anzi a sparlare, tanto Lei è fatta così, ha un caratteraccio, dice sempre quello che pensa, è testarda come un mulo, è insonne a fasi alterne, però cucina bene. Ma anche Lei, che svolazza tra lo staff, la Direzione Nazionale e l’Assemblea Nazionale del PD sarà costretta, almeno una volta, a guardare in faccia Vincenzo De Luca. E saranno, certamente, scintille.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *