Angellara Home/25: una giustizia a ruota libera … dal danno alla beffa !!

Aldo Bianchini

 

SALERNO – Tutti i quotidiani di carta stampata hanno eclatato la notizia la notizia che il Nucleo Tributario della Guardia di Finanza, su ordine della Procura Regionale della Corte dei Conti di Napoli, ha notificato l’invito a dedurre emesso dalla stessa Procura in danno del legale rappresentante pro-tempore della Curia di Salerno (mons. Luigi Moretti), dell’ex arcivescovo di Salerno (Mons. Gerardo Pierro),  dell’amministratore del seminario e della colonia “Colonia San Giuseppe” (don Comincio Lanzara) e del presidente del CdA dell’associazione Villaggio San Giuseppe (arch. Giovanni Sullutrone). L’oggetto dell’invito a dedurre riguarda l’oramai annosa vicenda dei lavori di ristrutturazione di un immobile che tanti guai in sede penale ha arrecato alla Curia salernitana; in pratica i quattro avvisati (secondo la fantasiosa ordinanza) dovrebbero restituire, ognuno per la parte di competenza, la somma di € 2.446.723,47= per danno patrimoniale cagionato alla regione Campania per il finanziamento regionale rientrante nel Protocollo Aggiuntivo all’Accordo di Programma Quadro (A.P.Q.) “Infrastrutture per sistemi urbani”, stipulato nel 2001 tra la Regione Campania e l’allora Ministero del Tesoro, prevedeva, agli artt. 1 e 2, la possibilità di concedere finanziamenti per la ristrutturazione di opere, anche ricettizie, a servizio della collettività e, comunque, con destinazione pubblico-sociale. Insomma, per chi non lo avesse ancora capito, parliamo dell’ Angellara Home, una struttura ricettizia al servizio della comunità, che è stata oggetto di un penetrante accertamento giudiziario-penale ad opera della Procura della Repubblica di Salerno. Accertamento che ha registrato anche, in primo grado, la sentenza di condanna n. 1512 del 18 luglio 2012 della I Sez. Penale del Tribunale di Salerno nei confronti dell’ex Arcivescovo di Salerno e titolare ratione temporis del Complesso denominato “Colonia San Giuseppe” (Mons. Gerardo Pierro); dell’Amministratore del seminario “Colonia San Giuseppe” e amministratore unico dell’Associazione “Villaggio San Giuseppe” (don Comincio Lanzara); del Presidente del C. di A. dell’ associazione Villaggio San Giuseppe (arch. Giovanni Sullutrone) che doveva provvedere alla gestione materiale della struttura. E’ bene ricordare a tutti che sulla predetta sentenza incombe appello (sia degli imputati che della Procura) la cui seconda udienza è fissata per il prossimo mese di settembre. E’ bene anche ricordare che l’attuale arcivescovo (S.E. mons. Luigi Moretti) entrerebbe nella vicenda soltanto perché <<legale rappresentante pro-tempore>> della Curia salernitana. Ed è stato proprio Lui (don Luigi Moretti) nelle more dell’appello penale a carico degli altri tre che ha prodotto, in nome e per conto dell’Arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno, ricorso al TAR (avv. Lorenzo Lentini) per il riconoscimento della piena titolarità della struttura e per il suo utilizzo secondo gli accordi, le licenze e i permessi a costruire già rilasciati dagli Enti competenti. Il TAR nella camera di consiglio del 5 dicembre 2013 (presidente Amedeo Urbano, estensore Giovanni Grasso, consigliere Gianmario Palliggiano) con sentenza n. 00671/2014 depositata in data 4 aprile 2014 ha accolto il ricorso della Curia ed ha sancito, quindi, la piena legittimità dell’opera. Ed ora arriva il provvedimento della Corte dei Conti, quasi come a dire che la giustizia viaggia su diverse parallele che non sono mai convergenti come, invece, accadeva nella classica e storica affermazione di Aldo Moro. Insomma una giustizia complessa che nella sua azione applicativa non tiene conto dei pronunciamenti della giustizia amministrativa e che si appiattisce soltanto su una sentenza che è, comunque, di primo grado e che nelle sue motivazioni già sconfessa quasi del tutto il penetrante accertamento (si fa per dire !!) della Procura della Repubblica di Salerno. Ancora una volta un provvedimento della Corte dei Conti che fa sconquassi, come a dire: <<Io metto le mani avanti, poi si vedrà>>, ma non è così che si amministra la giustizia. Oltretutto nella sentenza del Tar di Salerno, quella succitata, si legge che il Comune di Salerno aveva regolarmente consegnato alla Curia la concessione edilizia n. 194 del 25.07.2002 e il permesso di costruire in variante in corso d’opera n. 136 del 26.06.2007. <<Cionostante -si legge ancora- la legittimità dei titoli edilizi e commerciali che avevano autorizzato l’adeguamento funzionale del complesso immobiliare e della relativa attività … era stata investita da una penetrante indagine del giudice penale che aveva contestato, tra l’altro, la modifica di destinazione d’uso dell’ex colonia marina permanente in una attrezzatura turistico-ricettiva, ex Legge Regionale Campania n.17/01, assumendo un presunto contrasto con il PUC (zona omogena F10 – ex art. 128 della NTA) … e che l’Arcidiocesi di Salerno per dirimere ogni contrasto interpretativo, in occasione della recente manovra correttiva del PUC aveva formulato puntuali osservazioni avverso al delibera di adozione della variante parziale del Comune di Salerno (G.M. n. 683 in data 1.8.2012) … quindi per l’effetto, non appare corretto che lo strumento urbanistico, nella parte in contestazione, per un verso riconosca come il Villaggio S.Giuseppe rivesta funzioni congruenti con la destinazione della Zona F10 e, per l’altro verso e contraddittoriamente, neghi la destinazione turistico-extra-alberghiera che discende, per quanto chiarito, direttamente dalla legge regionale (art. 4 LRC 17/01) … In definitiva merita di essere accolta la domanda di annullamento della variante parziale al PUC, nella parte in cui la stessa non ha esplicitamente riconosciuto per la Colonia S. Giuseppe la ridetta destinazione …>>. Piena soddisfazione, dunque, per la domanda-ricorso della Curia con una sentenza ineccepibile non solo sul piano giuridico ma anche su quello logico e sociale; una sentenza che la Corte dei Conti sembra non conoscere affatto, così come sembra non conoscere la stessa sentenza di primo grado (quella n. 1512 del 18 luglio 2012 composta da ben 187 pagine) che nella sua rimanente parte afflittiva parla chiaramente e superficialmente delle <<quote  di finanziamento erogate dalla regione in data 11.3., 15.6 e 28.11.2005>> come continuazione del reato (da qui e per cui la condanna !!) ma altrettanto chiaramente, e non superficialmente, assolve tutti gli altri imputati che hanno progettato ed eseguito i lavori concordati con la regione e con il Comune. Orbene, se è vero come è vero, che proprio in questa palese discrasia si è inserita la procura per proporre appello, è altrettanto vero che per le stesse ragioni hanno fondato l’appello anche gli imputati condannati. Ma se a tutto questo aggiungiamo le risultanze della sentenza del TAR del 4 aprile 2014 ne viene fuori che gli imputati in sede di appello non solo potranno far valere le loro ragioni ma chiederanno addirittura l’annullamento della sentenza di primo grado nell’ottica di un’assoluzione piena e senza condizioni. Ma c’è, inoltre, il pesante ed inusuale atteggiamento della Guardia di Finanza di Salerno nel dimostrare una discutibile tempestività nel pubblicizzare alla stampa il provvedimento cautelativo di <<invito a dedurre>> in costanza di una situazione legale-penale-amministrativa ancora farraginosa e tutta da provare ed anche perché lo stesso provvedimento coinvolge un quarto soggetto (S.E. mons. Moretti) che è soltanto, e pro-tempore appunto !!, il primate della Chiesa salernitana, al quale tutte le altre istituzioni cittadine dovrebbero un minimo di rispetto e di senso del pudore. Ha fatto benissimo la Curia a rimarcare, con forza, che <<… in relazione all’invito notificatole dalla Corte dei Conti, non può non stigmatizzare l’anomalia di un comunicato stampa, proveniente dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Salerno, che ha ritenuto di informare in modo delatorio l’opinione pubblica su fatti che dovrebbero essere oggetto di segreto istruttorio e che in ogni caso violano ogni regola di riservatezza e di diritto alla difesa, prima del definitivo accertamento giudiziario>>. La Chiesa non è una sorta di torello da abbattere con armi impari in una torbida corrida, la Chiesa è la Chiesa. Punto. Non c’è che dire, una bella, serena ma dura lezione (quella della Curia) di come dovrebbe essere amministrata la giustizia in questo strano Paese. Per carità, non intendo dare lezioni a nessuno ma l’esercizio giocoso di scaraventare la Curia salernitana nel ventre delle polemiche ad ogni piè sospinto appare proprio di cattivo gusto.

One thought on “Angellara Home/25: una giustizia a ruota libera … dal danno alla beffa !!

  1. Egregio Dott. Bianchini,
    la Curia stigmatizza e fa bene, ma dovrebbe farlo anche quando – come quotidianamente avviene – ad essere chiamati in causa, con le stesse procedure le stesse motivazioni assurde e le stesse pubblicizzazioni, sono gli amministratori ed i funzionari comuni…..
    Detto questo, mi preme sottolineare che la Corte Dei Conti è un altro esempio di STATO nello Stato della Giustizia italiana….
    Opera da sola, secondo proprie leggi interpretate e codificate da se stessa, non tiene cinto nè del diritto Civile nè di quello penale e/o amministrativo, assume Ordinanze proprie e fissa i principi del processo – i termini per le notifiche – la validità degli inviti a dedurre e delle citazioni,….
    Ragiona secondo proprio modelli concettuali, autodeterminati, senza tener conto – nè sapere – dell’autonomia decisionale dei governi eletti democraticamente, delle difficoltà di governare un territorio…
    Legge gli atti deliberativi, li interpreta a proprio modo e poi pretende che i citati si difendano dalle considerazioni ed interpretazioni che dell’atto dà il Procuratore contabile….
    Chiedono di riscontrare gli inviti a dedurre e poi non tengono conto di quello che viene controdedotto e documentato….. anzi sono addirittura tenuti a non motivare, nella citazione, perchè non ritengono valide le controdeduzioni fornite….
    Insomma un altro STATO a sè stante, censore dei comportamenti altrui ma NON VEDENTE rispetto ai loro sprechi…. Quanti procedimenti imbastiscono in un anno, quanti processi, quanto costano le strutture regionali….
    Provi ad andare a Napoli ed ad osservare il palazzo in cui opera….. si renderà conto dei carichi di lavoro e degli sprechi….. Ed a loro chi li controlla?….
    Ad maiora

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